Tra poche ore scenderà in campo Sassuolo Inter la partita valida per il campionato di Serie A. Come tutti gli eventi sportivi migliaia di telespettatori privi di abbonamento Premium vanno su Internet per cercare qualche sito web che trasmette in modo legale la partita. Noi sconsigliamo vivamente questa pratica perché si può incorrere in una denuncia penale è una multa molto salata. Inoltre, ha detto che su questi siti si annidano migliaia di virus pericolosi che possono compromettere il dispositivo con il quale si sta accedendo. Noi consigliamo vivamente di seguire l’evento sportivo su qualche sito web che trasmette la telecronaca scritta
Sassuolo Inter si giocherà oggi sabato 2 Ottobre 2021. Il calcio d’inizio è fissato per le ore 20.30. Il match sarà visibile su Smart TV grazie all’applicazione di dazn e sarà disponibile anche sulle console di gioco xBox ovvero One, One S, One X, Series S e Series X e PlayStation PS4 e PS5. Sarà anche visibile attraverso i dispositivi come Amazon Fire TV stick Google Chromecast e timvision box. Disponibile anche la diretta streaming di Inter Atalanta sempre su dazn o tramite pc collegandosi direttamente al sito ufficiale e inserendo le proprie credenziali per accedere al catalogo degli eventi. Si potrà assistere al match in diretta streaming, sempre attraverso Dazn collegandosi attraverso dei smartphone e tablet. L’arbitro è Maresca di Napoli. Gli Assistenti saranno Colarossi e Prenna, il IV uomo Abisso, al Var Aureliano e Avar Ranghetti.
Sassuolo-Inter sarà – anche – la partita degli attaccanti. Quelli nerazzurri agli ordini di Simone Inzaghi , ovvero principalmente Edin Dzeko e Lautaro Martinez , entrambi vogliosi di rivalsa dopo la notte buia di Kiev. La coppia nerazzurra ha voglia di cancellare gli errori in Champions e calarsi di nuovo in Serie A dove i gol sono invece piovuti, vedi i 5 di Dzeko e i 4 di Lautaro.
Ma al Mapei sarà la serata anche di quelli neroverdi di Alessio Dionisi con un focus sui due elementi che potrebbero alternarsi nel ruolo di prima punta, Giacomo Raspadori e Gianluca Scamacca . Ovvero due ragazzi – il primo è nato nel 2000, il secondo nel 1999 – che in diversi periodi della scorsa estate sono stati nel mirino dell’Inter e che tuttora rimangono sul taccuino di Marotta, Ausilio e Baccin .
Raspadori è in cima alla lista dei desideri dell’Inter per rinforzare l’attacco in vista della stagione 2022-23. Fra un anno, infatti, l’Inter si ritroverà con Dzeko 36enne e un Sanchez da valutare dopo stagioni condizionate da troppi acciacchi fisici. Nato nel bolognese, bandiera del Sassuolo dal 2009 – è entrato nel vivaio degli emiliani all’età di 9 anni -, Raspadori si è sempre dichiarato tifoso interista, fattore che già nei mesi scorsi lo aveva fatto entrare fin da subito nelle simpatie dei sostenitori nerazzurri, già galvanizzati dalla sua doppietta al Milan a San Siro lo scorso 21 aprile.
Marotta ne ha parlato spesso con l’amico Giovanni Carnevali , ad del Sassuolo, all’inizio dell’ultima sessione di mercato, prospettando un investimento da almeno 20 milioni di euro. Il club neroverde non ha mai aperto alla cessione, visto che Raspadori, in quei giorni impegnato con la Nazionale agli Europei, era visto come l’attaccante titolare in vista dell’attuale stagione.
L’Inter però si è mossa con anticipo e forza, Marotta è come se avesse strappato un’opzione morale con il Sassuolo per essere considerato il primo interlocutore la prossima estate quando il ragazzo potrebbe cambiare squadra, quasi certamente con una valutazione superiore rispetto ai 20 milioni prospettati nel giugno-luglio scorso. Inoltre l’Inter ne ha discusso anche con il suo agente, quel Tullio Tinti che ha curato il trasferimento di Simone Inzaghi a Milano e che assiste nel club nerazzurro diversi giocatori ( Bastoni, Darmian e Ranocchia ). Raspadori piace, è considerato uno dei migliori talenti italiani e Marotta, sempre attento a costruire uno zoccolo duro nostrano all’interno dello spogliatoio, non mollerà l’osso.
Non è da escludere neanche un ritorno di fiamma per Scamacca. L’Inter si è interessata al centravanti romano nella seconda metà d’agosto, quando, una volta ceduto Lukaku e acquistato Dzeko, si ragionava sulla possibilità di consegnare a Inzaghi non uno, ma ancora due attaccanti, in virtù delle condizioni precarie di Sanchez. Preso Correa , la candidatura di Scamacca è rimasta viva ancora per qualche giorno, visto che il suo profilo veniva considerato ideale per il ruolo di vice-Dzeko. Il Sassuolo, che parlava di Scamacca anche con altri club – Cagliari e Verona, per esempio – non aveva chiuso la porta ma una volta ceduto Caputo alla Samp ha deciso di tenerlo, così come lo stesso Scamacca ha preferito rimanere per avere maggiori chance di giocare con continuità e provare ad attirare l’attenzione di Mancini . Scamacca potrebbe tornare nel mirino dell’Inter? Non è da escludere, considerando che il club di Viale della Liberazione sta valutando diversi profili con determinate caratteristiche fisiche e tecniche simili a lui (vedi Lucca del Pisa, seguito anche dalla Juventus).
Oltre ogni previsione negativa. Il bilancio 2020-21 dell’Inter è il peggiore nella storia del calcio italiano. Il passivo, registrato al 30 giugno scorso, è pari a 245,6 milioni: 35,6 in più rispetto a quanto fatto segnare dalla Juventus pochi giorni fa (-210). Un “rosso” più che raddoppiato negli ultimi dodici mesi. Era 102,4 milioni al 30 giugno 2020. La nota del club nerazzurro, diffusa dopo il Cda di ieri mattina, fa riferimento al «contesto straordinario caratterizzato dagli effetti della pandemia». Ma i numeri dimostrano che i problemi vanno al di là del Covid-19.
E dire che i ricavi sono calati di appena otto milioni rispetto al 2020: da 372,4 a 364,7. Ma si tratta di un effetto ottico prodotto dallo slittamento di tre mesi della stagione sportiva precedente a causa del lockdown. Alcune entrate legate all’annata 2019-20 sono finite sul bilancio 2020-21. Per questo le perdite sono esplose nonostante l’apparente tenuta dei ricavi. Ha inciso l’aumento del monte-ingaggi nella stagione chiusa con la conquista dello scudetto. E l’esborso per «la liquidazione di rapporti di natura sportiva», in particolare la buonuscita di Antonio Conte e le risoluzioni di Nainggolan e Joao Mario . La tendenza del prossimo bilancio va verso un miglioramento, basato su tre elementi principali. In primo luogo il ritorno dei tifosi allo stadio con capienze progressivamente in aumento. Poi la conclusione dei nuovi accordi con gli sponsor di maglia, Socios.com, Lenovo e DigitalBits per un totale di 30 milioni a stagione, il doppio di quanto assicurava Pirelli. Scatteranno anche bonus commerciali che erano rimasti congelati.
Infine le maxi-plusvalenze registrate con le dolorose cessioni di Hakimi e Lukaku : 185 milioni di cartellino che, calcolando gli ammortamenti, dovrebbero valere un segno più di 95 milioni nel prossimo rendiconto (anche se la stima attuale si limita a 70 milioni, senza considerare i bonus). È la voce più consistente, al punto da provocare un cortocircuito nella nota diffusa dall’Inter dove si parla di «positiva campagna trasferimenti estiva». Un’osservazione basata solo sull’impatto economico di queste due partenze, quasi che l’Inter non fosse principalmente una squadra di calcio. Un’azienda sì, ma che ha come centro della sua attività, da cui parte tutto, il terreno di gioco. In questo senso è difficile capire come si possa definire «positiva» una sessione di mercato che ha costretto l’Inter a privarsi di due fuoriclasse, come Hakimi e Lukaku, a causa dei gravi problemi economici della sua proprietà cinese. Grazie a questi fattori l’Inter spera di tornare al 30 giugno 2022 a una perdita intorno ai 100 milioni. Resta da capire chi ripianerà le perdite non coperte dall’incremento dei ricavi. Non può farlo Suning che ha chiuso i rubinetti. Per questo potrebbe aumentare il peso del fondo Oaktree Capital con un’accelerazione rispetto alla scadenza prevista nel 2024.
Non è mica una bugia, quella di Simone Inzaghi: «Ci vorrà la vera Inter per vincere con il Sassuolo». E ci vorranno risposte all’altezza, perché non è con i pareggi che si guadagna la via del successo. Siamo in tempi di bilanci, no? Quelli finanziari hanno portato a una perdita record nella storia del calcio italiano (-245,6 milioni di euro). Per quelli del campo, la partita di oggi a Reggio Emilia segna un confine: con tre punti il bilancio – appunto – dei primi 45 giorni del post scudetto sarebbe positivo. Senza, sarebbero più le gare stagionali non vinte che quelle portate a casa, con i punti interrogativi che aumenterebbero di conseguenza. Inzaghi lo sa bene: «Dobbiamo migliorare, ci mancano un paio di punti in classifica in campionato».
Ancora Edin E allora vera Inter sarà. Perché Inzaghi se la gioca al meglio, senza ragionamenti di turnover. Cercasi stabilità, cercasi equilibrio, cercasi una faccia sola di Inter, non le tante mostrate fin qui: spettacolare, equilibrata, spregiudicata, sprecona e furba, sono tanti gli aggettivi che possono essere accostati ai nerazzurri. A Inzaghi ne basterebbero uno solo: vincente. Già: stasera cercasi soprattutto la vittoria, dopo due pareggi consecutivi con Atalanta e Shakhtar. Ecco perché il tecnico rinvia gli esperimenti a data da destinarsi, chiedendo uno sforzo a Lautaro e soprattutto a Dzeko, apparso molto stanco a Kiev Saranno ancora loro a comandare l’attacco, chiamati a confermare i numeri offensivi pazzeschi del campionato: «Come mi spiego i 20 gol segnati in A e lo zero in Europa? È una questione episodica, altrimenti non avremmo creato tanto contro Real e Shakhtar», ha dribblato il tecnico. Correa sta meglio, ma sarà probabilmente utile a gara in corso.
Calha ci sei? Inzaghi ne fa anche una questione di centimetri. Perché in campo andrà una squadra fisicamente imponente: sei giocatori sui dieci di movimento sono soprai 185 cm: i tre difensori, Dzeko, Perisic e Dumfries. Il gioco da fermo è uno dei punti di forza dei nerazzurri, lo studio ad Appiano è continuo, le caratteristiche fina di Kiev non era un riferimento al match con l’Atalanta». Calhanoglu ha sulle spalle un compito complicato: aggiungere qualità alla costruzione del gioco e farsi sentire in fase realizzativa, come nella Lazio faceva Luis Alberto. Non siamo ancora a quel punto, chissà che non sia Sassuolo la gara della svolta.
Quelle volte… Lo è stata l’anno scorso: fu a Reggio Emilia che l’Inter di Conte cambiò marcia, oltre che atteggiamento in campo, proprio ricercando l’equilibrio. Quasi mai questa è stata una partita banale: Sassuolo vuol dire i 7 gol rifilati per due volte da Walter Mazzari, Sassuolo è anche lo strappo tra Mauro Icardi la curva nerazzurra. Inzaghi qui cerca l’Inter vera. E la consacrazione di Dumfries: l’olandese è ancora una volta favorito su Darmian, un segnale di continuità, anche dovuto a qualche
buon riferimento che l non ha avuto moltissimo. Correa stesso è fermo alla notte magica di Verona, Dzeko ha alternato luci a qualche ombra. Al-l’Inter serve un salto di qualità complessivo, uno scatto anche per mandare un segnale a Napoli e Milan. Il tempo degli esperimenti è finito: questa è l’ora delle risposte.
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