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Lazio Inter  si giocherà oggi Sabato 16 Ottobre 2021. Il calcio d’inizio è fissato per le ore 18.00. Il match sarà visibile su Smart TV grazie all’applicazione di dazn e sarà disponibile anche sulle console di gioco xBox ovvero One, One S, One X, Series S e Series X e PlayStation PS4 e PS5. Sarà anche visibile attraverso i dispositivi come Amazon Fire TV stick Google Chromecast e timvision box. Disponibile anche la diretta streaming di Inter Atalanta sempre su dazn o tramite pc collegandosi direttamente al sito ufficiale e inserendo le proprie credenziali per accedere al catalogo degli eventi. Si potrà assistere al match in diretta streaming, sempre attraverso Dazn collegandosi attraverso dei smartphone e tablet.



L’arrivo dell’Inter e il ritorno di Simone Inzaghi all’Olimpico per la prima volta da avversario sembra essere una cosa fin troppo interna al mondo laziale che probabilmente si estinguerà al saluto del tecnico nerazzurro alla Curva Nord con tutto un ventaglio di sentimenti e reazioni da vivere al momento.

Una volta fischiato l’inizio, sarà la solita Lazio-Inter di sempre e la sensazione (anche piuttosto prevedibile) è che Maurizio Sarri abbia altri grilli per la testa che non pensare alle nostalgie o ai desideri di vendetta dei suoi tifosi. Diviso tra le sue (ormai queste sì prevedibili) battaglie contro il Sistema sulle difficoltà di utilizzare al meglio i nazionali, il recupero di Ciro Immobile ma anche la sostituzione di Acerbi squalificato, e soprattutto la necessità di raddrizzare una squadra che è reduce dal peggior ko della stagione (0-3 a Bologna senza colpo ferire) che preoccupa il tecnico più sul piano del carattere dei suoi che non su quello del gioco.

Così la vigilia di Lazio-Inter di stasera per l’ex tecnico di Chelsea e Juve è più una seduta di terapia in cui il padre sprona i suoi ragazzi a battere un colpo tirando fuori gli attributi: «Per domani mi aspetto una risposta da uomini più che da giocatori, a Bologna abbiamo fatto una gara da squadra superficiale»: il messaggio da recapitare allo spogliatoio, divenuto pubblico dopo essersi concretizzato all’interno delle mura del Dall’Ara a caldo e di Formello poi. Rincara la dose, Sarri, urlando contro il cielo biancoceleste e chiedendo un salto di qualità nella mentalità prima ancora che nel gioco. E argomenta tornando col pensiero allo sfacelo di Bologna: «I 3 gol subiti sono nati da situazioni imbarazzanti – chiarisce Sarri -.

Una palla restituita da noi agli avversari, una punizione a metà campo su cui abbiamo lavorato minimo dieci volte in campo, un fallo laterale sulla nostra trequarti, situazione su cui abbiamo fatto 10-12 allenamenti. Non mi attendo la reazione dei professionisti ma degli uomini». Già, ma come si allena una mentalità che dopo cinque anni si era plasmata in totale simbiosi con quella del tecnico che stasera sarà seduto sulla panchina degli avversari? «Trovare una risposta univoca a una problematica mentale che coinvolge 30 persone e un ambiente intero è difficile – specifica il tecnico laziale -.

Cambiano allenatori, giocatori, forse la cosa comprende tutto l’ambiente e non solo lo spogliatoio. Dobbiamo andare avanti senza concedere niente a nessuno. Fare apparire il lavoro come soluzione senza concessioni a nessuno, al di là dell’importanza che può avere uno nella squadra. Pensare solo che il lavoro possa aiutarci a cambiare la mentalità. Sennò rimaniamo in discorsi generici, nelle squadre quando si fanno confronti negli spogliatoi parlano sempre gli stessi due, è difficile capire quello che veramente c’è nella testa di tutti gli altri. Questo è un gruppo che a volte va in superficialità, nel momento in cui sembrano andare nella direzione giusta le cose». Insomma, le stesse problematiche che evidenziava anche la Lazio di Inzaghi sul più bello.

E che Sarri è stato chiamato appositamente per cambiare: «La grande partita per me si è fatta con la Lokomotiv – rileva -, quella poteva segnare l’inizio del percorso, in quella squadra lì io mi sono riconosciuto più di quella del derby. Abbiamo preso in mano la partita, palleggio pulito, attaccavamo lo spazio, quello è il percorso come obiettivo finale» Ma la Lokomotiv non è l’Inter e stasera servirà tutt’altro, anche se lo stesso Sarri riconosce che quest’anno per il suo progetto triennale «è un anno di costruzione e transizione» e che la partita contro l’Inter diventa una gara «da tre punti» e «non può essere uno spartiacque per una società che ha fatto una scelta di rottura come la nostra».

Parole dalle quali si intuisce anche lo scarso interesse nell’incrocio con il passato: «Inzaghi ha fatto bene – la liquida così la domandona -, in questo momento è su una panchina importante, potrebbe essere la favorita per il campionato. Ha fatto acquisti funzionali, ha perso pochissimo della forza rispetto all’anno scorso». E a chi gli chiede se ha pensato al duello decisivo, magari a centrocampo, Sarri replica così: «Non mi interessano i duelli. Mi interessa che gli uomini che compongono questo gruppo abbiano la giusta reazione, ci saranno momenti di grande difficoltà, fa parte della partita e della forza dell’avversario». La verità vera però la tira fuori tra le righe per descrivere l’occasione che presenta il calendario al ritorno da un pesante ko: «Meglio una squadra blasonata che una piccola…». Se è la solita Lazio, stasera sarà spettacolo.

Non sarà una partita qualunque. Non potrebbe esserlo e non è giusto che lo sia. Però è sempre una gara che mette in gioco tre punti e questa sera Simone Inzaghi nella sua vecchia casa dell’Olimpico non potrà fare favori alla… sua Lazio. Dieci stagioni da giocatore, sei da tecnico delle giovanili e cinque abbondanti da allenatore della prima squadra. In tutto, fanno 22 anni di vita a Roma, sponda biancoceleste. No, quella di stasera per Inzaghi non sarà una partita qualunque: «Normale che non sia una gara come tutte le altre, per me è un ritorno in una casa che è stata tale per 22 anni – ha raccontato ieri il tecnico piacentino -. Sarà una grandissima emozione rivedere i ragazzi che mi hanno dato sempre tutto e le persone dietro le quinte che con me sono sempre state speciali. In più rivedere i tifosi della Lazio che sono stati per me importantissimi. Abbiamo gioito e sofferto insieme in questi anni raggiungendo grandissimi traguardi che non si raggiungevano da tanto».

Chi conosce bene Inzaghi sa che stasera, nell’ora e mezza che passerà all’Olimpico prima del fischio d’inizio, vivrà mille sensazioni e soffrirà se sentirà anche un solo fischio. Ieri Simone ha risposto da “zero a zero” quando ha parlato dell’accoglienza – «so che ci saranno fischi e applausi ma fa parte del mestiere, li accetterò, loro (i tifosi, ndr) sanno che ho sempre dato tutto da calciatore e allenatore» -, ma in cuor suo spera che il saluto nel pre-partita non sia macchiato. Poi durante i 90 minuti diventerà un avversario e allora tutto passerà in secondo piano. Inzaghi alla Lazio deve tutto e la sua risposta di ieri è stata sincera, non si è barricato dietro frasi formali utilizzate da altri suoi colleghi in passato per non turbare l’attuale ambiente di lavoro. Anche perché Inzaghi si è calato benissimo a Milano: «Mi sono subito ambientato alla grande, questi tifosi sono gemellati con quelli della Lazio e mi hanno accolto come non pensavo, fin dal primo giorno». Inzaghi ha voluto tendere una mano anche al presidente Cludio Lotito dopo la chiusura traumatica dello scorso 27 maggio e il freddo comunicato della Lazio che annunciò l’addio senza citare il suo nome: «Si è detto e sentito tanto, ma penso che il presidente e Tare siano stati molto importanti per la mia carriera di allenatore. Grazie a loro ho allenato la Lazio – ha sottolineato Inzaghi – e non finirò mai di ringraziarli, sapendo che ci siamo integrati bene e abbiamo ottenuto grandi risultati».

Baci e abbracci ma, come detto, l’Inter stasera per tenere il passo di Napoli e Milan dovrà vincere, anche perché sarebbe importante iniziare questo nuovo ciclo di gare con un successo per arrivare con entusiasmo alla sfida da dentro-fuori in Champions con lo Sheriff e quella di domenica prossima a San Siro contro la Juventus: «Senz’altro è una settimana importante, dovremo affrontare però una gara alla volta – ha analizzato Simone Inzaghi -. Domani sarà difficilissima e dovremo fare del nostro meglio. Penso che Lazio abbia fatto delle ottime partite come il derby, sono una squadra costruita molto bene con un allenatore nuovo, bravo a organizzare i suoi uomini. Noi dovremo essere puliti, bravi tecnicamente per eludere il loro pressing, fare bene entrambe le fasi. La Lazio ha perso l’ultima partita, quindi sarà arrabbiata, con voglia di fare bene. Sarà difficile, così come le prossime gare, quella in Champions League e quella con la Juventus».

Questa sera Simone Inzaghi non avrà a disposizione i cileni, Vidal e Sanchez (autore di due assist da calcio d’angolo nella vittoria della Roja per 3-0 contro il Venezuela). I due giocatori per essere a Roma sarebbero arrivati alle prime luci dell’alba di oggi, così il tecnico, insieme al club e lo staff medico, ha scelto di farli rientrare direttamente a Milano: «Torneranno utili per martedì, così come Sensi che si è allenato negli ultimi giorni in gruppo discretamente – ha concluso Inzaghi -. Non può ancora calciare con il destro per la brutta distorsione (al ginocchio, rimediata il 12 settembre a Genova contro la Sampdoria, ndr) ma speriamo di recuperarlo se non da martedì, per la gara successiva». E a proposito di sudamericani, Inzaghi ha chiosato: «In Liga sono stati bravi a rinviare le partite ma è un discorso che andava affrontato a inizio stagione».

Uno degli elementi più spettacolari della sfida di oggi all’Olimpico è il confronto tra passato e presente dei fantasisti di Inzaghi : Luis Alberto e Calhanoglu . Lo spagnolo diventato interprete sopraffino negli anni laziali dell’attuale allenatore dell’Inter. E il turco chiamato a replicare con i Campioni d’Italia il gioco del numero 10 biancoceleste, sotto la guida di Inzaghi da sempre convinto ammiratore dell’ex milanista. Ma per motivi diversi nessuno dei due centrocampisti creativi di Lazio e Inter arriva all’appuntamento in un momento esaltante. Luis Alberto non si sta esprimendo ai suoi livelli abituali. Calhanoglu non è al meglio perché ha rimediato una distorsione alla caviglia in Nazionale lunedì nel corso di Lettonia-Turchia. Si sta allenando da giovedì in gruppo ma potrebbe partire dalla panchina sostituito dal 1’ da Gagliardini . Così Inzaghi: «Sono molto contento di Hakan. È parte integrante del progetto. Non si tira mai indietro. Ha fatto di tutto per esserci nonostante la distorsione. Potrei farlo entrare a partita in corso o impiegarlo dall’inizio». in volo con Ita Arwaysche Chiusa l’era di Alitalia, si è aperta quella di Ita Arwaysche. Debutto che ha riservato una certa emozione dato che a bordo della nuova compagnia ha viaggiato l’Inter campione d’Italia diretta a Roma. I dirigenti del club si sono fatti immortalare mentre mostrano le maglie nerazzurre che omaggiano Ita Airways con l’aereo sullo sfondo.

Ciro Immobile in attacco, Mattia Zaccagni che torna in panchina e Patric che la spunta su Stefan Radu in difesa per sopperire all’assenza dello squalificato Francesco Acerbi . Queste le novità di formazione, annunciate già da giorni quando si è sciolto l’ultimo dubbio sulla presenza del bomber partenopeo: «Ciro da un paio di giorni si allena con noi, sembra stare bene – annuisce Sarri in conferenza stampa -, stare fermo qualche giorno gli ha fatto anche bene». Al suo fianco giocheranno Pedro a sinistra e Felipe Anderson a destra ma il rientro in panchina dell’ex veronese garantisce un’alternativa in più a gara in corso. Scelte dettate anche dall’esigenza di dare continuità a quanto provato nelle ultime partite ufficiali, visto che la pausa per le Nazionali ha rallentato di nuovo il processo di assimilazione del “sarrismo” e preclude la possibilità di sperimentare troppo, specie prima di una sfida contro i campioni d’Italia. Maurizio Sarri non ha mai fatto mistero del suo forte malcontento e ieri ha ribadito il concetto: «Purtroppo il calcio attuale è questo, probabilmente non mi appartiene, io sono un tecnico da campo. Tutti i mesi facciamo sette partite in 19 giorni, i restanti 11 i calciatori sono in Nazionale. Si allenano molto più con le Nazionali che con i club. Non siamo più di fronte al calcio e a uno sport ma a uno show dove tutti i partecipanti cercano di spremere soldi agli appassionati di calcio».

Dalla grande paura per un pestone subito al gol, dal lungo viaggio a una risposta che questa mattina dovrà dare alla domanda che gli porrà Simone Inzaghi : «Te la senti di giocare contro i biancocelesti?». Anche perché «come stai?» il tecnico lo chiederà a Lautaro Martinez già stasera, intorno alle 22, quando varcherà le porte dell’albergo romano dove l’Inter è attesa per l’ora di cena. Martinez arriverà insieme a Correa per le 21.30/22 a Roma ( Vecino , in arrivo dal Brasile, invece dovrebbe atterrare intorno alle 20), dormirà dopo aver finito di giocare intorno alle 3 del mattino italiano di venerdì con la sua Argentina a Buenos Aires contro il Perù e nella sgambata che svolgerà stamani con i compagni deciderà con Simone Inzaghi se giocare dall’inizio contro la Lazio o partire dalla panchina, lasciando spazio in attacco a Perisic (che altrimenti sarà a sinistra, con Dimarco fuori), favorito su Calhanoglu e Satriano .
Come detto, l’Inter ha pure tirato un sospiro di sollievo ieri notte perché è vero che Lautaro al 43’ del primo tempo ha segnato con un grande colpo di testa la rete della vittoria della Selección ma qualche minuto prima aveva rischiato grosso per un intervento scomposto e fortuito sulla sua caviglia destra del portiere Gallese . Il “Toro”, dolorante, è rimasto per terra per alcuni secondi ma con il passare dei minuti il peggio è passato. Anche per l’Inter.



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