Controcopertina

Una lite ha trasformato suo marito in un mostro



Nessuno immaginava che potesse succedere una tragedia di questa portata. Era una famiglia normale, come tante, con i suoi alti e bassi. Del resto chi non ne ha? Forse le ripercussioni economiche che il Covid ha portato con sé hanno peggiorato la situazione, ma dall’esterno non abbiamo mai colto alcun tipo di segnale di allarme. Erano apparentemente tranquilli…”.



Parlano a Giallo i colleghi di Grazia Sicilia, una commerciante ambulante di 45 anni uccisa il 17 luglio scorso a Fossignano di Aprilia, in provincia di Roma. Ad assassinarla è stato il marito Calogero Cortese, 48 anni, morto suicida subito dopo il delitto. La coppia era titolare di una bancarella alimentare chiamata “Sapori di Sicilia”, con cui girava per mercati, ere e sagre in tutto il Lazio per vendere i prodotti della propria terra.

Grazia e Calogero Cortese, infatti, erano entrambi siciliani, originari di Caltanissetta, ma da alcuni anni si erano trasferiti nel Lazio. Prima a Marino, in provincia di Roma, e poi, da un paio di mesi, si erano spostati con la madre di lui in una villetta singola nella frazione di Fossignano ad Aprilia. Come è stato descritto anche dai loro colleghi, erano una coppia assolutamente normale, almeno
in apparenza.

Dalle testimonianze raccolte dagli inquirenti, tra marito e moglie non c’erano mai stati dissapori di tipo sentimentale. Nessuna previsione di separazione, nessuna denuncia pregressa per maltrattamenti, ma soltanto qualche normale discussione.

Eppure, nella notte tra il 16 e il 17 luglio scorso, tra i due sarebbe scoppiata una lite violentissima, al culmine della quale l’uomo ha estratto la sua pistola “38 special” detenuta regolarmente e ha sparato cinque volte contro la moglie.

La donna, trafitta al fianco, è stata ferita all’altezza dei polmoni, del fegato e della colonna vertebrale. Per lei non c’è stato nulla da fare. È caduta subito a terra ed è morta sul colpo. Poi Calogero Cortese ha puntato il revolver verso di sé e ha fatto fuoco.

Un solo colpo alla fronte per togliersi la vita e cancellare in un attimo ciò che aveva appena fatto. Tutto questo orrore è avvenuto davanti all’anziana madre dell’assassino, proprietaria della casa in cui vivevano tutti e tre insieme.

Sarebbe stata proprio la donna, 85 anni, ad avvertire le forze dell’ordine nel cuore della notte dopo aver visto i due corpi stesi a terra in cucina. Escluso il movente di natura sentimentale, secondo gli inquirenti alla base di tanta violenza ci sarebbero state alcune difficoltà economiche legate proprio al lavoro.

Sempre stando alle ricostruzioni e alla testimonianza resa con grande fatica dall’anziana donna, in comprensibile stato di shock dopo quanto avvenuto, sembra che Grazia e Calogero avessero avuto una discussione già a cena, sempre per problemi di natura economica, ma nulla che potesse far presagire un finale tanto drammatico.

Dopo tutti gli accertamenti del caso e gli esami autoptici, le due salme sono state restituite alle rispettive famiglie, che hanno scelto di procedere con funerali separati. L’ultimo saluto a Grazia è stato dato nella sua Sicilia, nella Chiesa di Santa Barbara di Caltanisetta, mentre il funerale di Calogero Cortese si è celebrato nella Chiesa di San Michele Arcangelo e Santa Maria Goretti di piazza Roma ad Aprilia.



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