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Torino Lazio diretta tv e live streaming gratis dove e come vedere



Il match tra Torino e Lazio si disputerà questa sera mercoledì 23 settembre alle ore 18:30. Le due squadre scenderanno in campo allo stadio Giuseppe Meazza in San Siro ed il match sarà valido per la quinta giornata di campionato di serie A 2021 2020. Si potrà assistere al match su Dazn che trasmetterà la gara in diretta streaming. Ovviamente la gara potrà essere vista soltanto da coloro che hanno sottoscritto un abbonamento.



Si potrà assistere al match sulle Smart TV di ultima generazione compatibili con l’app e sempre grazie all’applicazione su tutti i televisori che sono collegati al timvision box oppure ad una console PlayStation 4 o 5 o XBox. La sfida sarà anche trasmessa da Sky e nello specifico su Sky Sport 1 al numero 201 del satellite e 472 e 482 del digitale terrestre. Si potrà anche assistere al match al canale Sky sport calcio numero 202 e 249 del satellite oppure 473 e 483 del digitale terrestre. Il match sarà ancora visibile su Sky Sport numero 251 del satellite. La telecronaca sarà affidata a Riccardo Mancini affiancata da Dario Marcolin.

Al di là della tipica refrattarietà dei tifosi granata per le statistiche benauguranti, in onore della quale molti che leggono subito si porteranno le mani in zone strategiche, fa davvero effetto ritrovarsi dopo tanto tempo a elaborare numeri non deprimenti in relazione al Toro. Un effetto bello. Confortante. Il fascino del vintage, quel vecchio stile die seduce sempre.

Suvvia: scaramanzie a parte, non se ne poteva davvero più di quella litania di record negativi battuti in serie, di quelle rievocazioni di un caldo quasi eroico per ricordare quanti decenni fossero che non si faceva tanto male in casa, fuori casa, per i pochi gol fatti, per i troppi presi, per i distacchi mortificanti, per i precedenti allucinanti.

Ormai era diventata quasi una rubrica fissa : una sorta di diario della vergogna. Invece, adesso, è arrivato Juric e puff: si è fatto un mercato decente ancorché tardivo, si è riscoperto il piacere di giocare bene, di aggredire gli avversari, addirittura di vincere delle partite. Tanto che se oggi dovesse battere pure la Lazio, in scia alle affennazioni su Salernitana e Sassuolo, il Toro realizzerebbe un tris consecutivo che gli manca dal marzo 2019, allorché la squadra di Mazzarri raccolse 9 punti nel giro di tre settimane piegando Atalanta (2-0), Chievo (3-0) e Fresinone (1-2 in trasferta e in rimonta, con la doppietta di Belotti che rimediò alla fine dell’ inbattibilià di Sirigu, bucato dopo 599 minuti). Di lì in avanti, malgrado lo scivolone interno col Bologna e la vergognosa scoppola di Empoli alla penultima, il finale di campionato fu sufficientemente decoroso per rimediare un 7° posto (miglior piazzamento nel sedicenni Cairo) che – grazie alle irregolarità finanziarie del Milan – valse la qualificazione ai preliminari di Europa League.

Quanto poi accadde dal Wolverhampton in poi -una pena via l’altra – è meglio non rievocarlo, rientrando appunto in quell’accrocchio di statistiche da incubo che il Toro di oggi avrebbe tanta voglia e bisogno di riaggiornare; anzi, di riscrivere proprio. In bella copia.

Per dire, c’è Sarti che in Serie A contro i granata non ha mai perso. C’è Immobile che al Toro ne ha già stampati 10 e magari sarebbe anche l’ora che basta. Ma c’è, soprattutto, una subalternità alla Lazio (come a troppi altri club) che la gente granata è stufa di accettare con rassegnazione, al netto di sporadici exploit nelle pieghe di stagioni sempre e comunque senza prospettive. Questo si chiede adesso a Juric (e per contagio virtuoso alla società): ima prospettiva. Che non vuol dire promettere né tantomeno garantire un obiettivo, ma dimostrare con i fatti che si concorre per centrarlo.

Sul campo, si sono cominciati a vedere i buoni propositi; al mercato invernale, a fronte di una classifica incoraggiante, sarà lecito attendersi qualche altro segnale di rinnovate ambizioni, per completare il buon lavoro iniziato negli ultimi due giorni di quello estivo. Quando Juric ieri ha dato all biganico attuale un livello 5 – potenzialmente e auspicabilmente in grado di salire a 8 – intendeva un po’ anche quello. Oltre, ovvio, alle sue intenzioni di migliorare ancor più quanto di brillante e a tratti entusiasmante fatto ammirare sul piano della manovra e dell’intensità contro il Sassuolo.

In tale ottica, è plausibile contro la Lazio il varo di una mediana inedita, con Pobega affiancato al rientrante Mandragora. I due sono stati provati in coppia più volte al Fila, quando gli altri centrocampisti erano in giro per il inondo con le nazionali, e già lì il tecnico croato s’era convinto che insieme possano funzionare. Ora lo ribadisce: «Abbiamo tanti giocatori in mezzo, forse puretroppi. Possiamo variare molto. Pobega con Mandragora? Possono coesistere e giocare entrambi, come nessuno dei due». Fatta la tara della pretattica, si tratta di un’ammissione che induce a ipotizzare appunto questa variazione in vista dello scontro con un centrocampo di corazzieri come quello laziale, tutta gente robusta e alta minimo 1,80. Mandragora è 1,83; Pobega si eleva a 1,88. Al Toro oggi – già privo della tecnica e dell’intelligenza di Praet, oltre che probabilmente dell’incisività di Pjaca – serviranno ancora più qualità e soprattutto fisicità rispetto a Reggio Emilia. Se davvero si vogliono riscrivere le statistiche, chiaro.



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