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Lukaku e Vanheusden, ossia il presente e il (possibile) futuro dell’Inter. Col sogno di Zinho di difendere nuovamente i colori della Beneamata – visto il gentlemen agreement tra lo Standard Liegi e il club italiano – che potrebbe avverarsi già nei prossimi mesi: «Romelu in nerazzurro è felice, mi aspetta lì. Il mio obiettivo sarebbe quello di tornare all’Inter. È un club molto importante, che mi ha fatto crescere – specifica il giovane di Hasselt ai microfoni di Rtbf –. Tra i 15 e i 18 anni ho vissuto in Italia, imparando molto come difensore». Da allora la crescita di Vanheusden è stata esponenziale: capitano dello Standard Liegi e convocazione in Nazionale. Poi l’infortunio, l’ennesimo, da dover affrontare a testa alta: «Sono un ragazzo positivo. Mi mancano la pressione, il campo e i tifosi. Non penso all’Europeo, ma al ginocchio. Per ritornare in forma al 100%, senza patire più il dolore».



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La Juventus è la squadra italiana che ha speso di più nelle campagne acquisti dal 2016 a oggi, e ha speso pure bene – da Miralem Pjanic a Gonzalo Higuain, da Cristiano Ronaldo a Matthijs de Ligt, da Rodrigo Bentancur a Juan Cuadrado – visti gli scudetti consecutivi conquistati, riuscendo a rinforzarsi anno dopo anno e a respingere l’assalto delle avversarie, ma il suo saldo non è il peggiore della Serie A perché, contemporaneamente, è riuscita anche a piazzare bene i gioielli che ha ceduto, a partire da Paul Pogba, trasferitosi proprio nell’estate 2016 al Manchester United per la cifra – allora monstre – di 105 milioni.

A differenza delle milanesi, che contano invece il peggior saldo in Italia secondo il resoconto del Cies Football Observatory, che ha stilato la classifica dei club più spendaccioni del mercato tra i cinque principali campionati europei (Serie A, Liga, Premier, Ligue 1 e Bundesliga) nelle ultime dieci finestre: maglia nera all’Inter che ha speso 664 milioni incassandone appena 278 per un saldo di -386 milioni, numeri che la spingono al primo posto in Italia e al quinto in Europa, mentre sul secondo gradino del podio nazionale – e ottavo in Europa – si piazza il Milan (con un saldo di -311 milioni) che ha comprato per 577 milioni e ceduto per 266 milioni.

Nel derby di mercato tra Juventus e Inter, che stasera si sfidano per strappare la qualificazione alla finale di Coppa Italia, i bianconeri escono dunque vincitori. Hanno acquistato giocatori per quasi un miliardo, per buona pace di Antonio Conte che continua a lamentarsi che l’Inter non compra (in realtà ha comprato giocatori per 664 milioni dal 2016 a oggi, è nona in Europa, davanti al Real Madrid che si è fermato a 661 milioni), ma soprattutto hanno saputo ottenere 700 milioni dalle cessioni. Questo ha fatto la differenza tra il bilancio di mercato della Juventus e dei nerazzurri, che vede una differenza di 137 milioni a favore dei bianconeri.

Oltre ai milioni del Polpo, si contano i 30 milioni versati dal Real per la recompra di Alvaro Morata, il riscatto di Kingsley Coman da parte del Bayern Monaco per 21 milioni, i 42 milioni che il Milan ha pagato per Leonardo Bonucci, con il ritorno un anno dopo del difensore nello scambio con Mattia Caldara, i 20 milioni di Lemina dal Southampton, i 65 milioni di Cancelo dal City, i 29,5 milioni di Spinazzola dalla Roma, i 25 milioni di Emre Can dal Borussia Dortmund, tanto per ricordare le operazioni piu fruttuose.

LE ALTRE IN ITALIA

Ci sono invece otto club in serie A che hanno un saldo positivo. Il migliore è quello dell’Atalanta: i bergamaschi hanno investito 241 milioni, registrando però cessioni per 374 a dimostrazione di come sia possibile entrare nel novero delle big d’Europa – nella passata stagione la squadra di Gian Piero Gasperini è stata l’unica italiana a disputare le final eight di Champions League – senza eccessi sul mercato ma crescendo nella propria cantera i futuri campioni da utilizzare in prima squadra oppure da vendere. Sul podio anche le due genovesi: per la Sampdoria saldo a +76 milioni e per il Genoa +75 milioni.

IN EUROPA

Guardando, invece all’Europa, i club più spendaccioni stanno a Manchester: il City ha il disavanzo peggiore (-631 milioni) con oltre un miliardo di investimenti e cessioni per 375 milioni mentre i conti dello United (che si piazza al secondo posto) evidenziano un -586 milioni. Sull’ultimo gradino del podio il Barcellona, che tra tutti i club è quello che ha speso di più sul mercato, 1,171 miliardi, incassando però 700 milioni dalle cessioni così da avere il saldo finale a -471 milioni. Ciò non gli ha impedito di chiudere l’ultimo bilancio con oltre un miliardo di debiti. Ribaltando la graduatoria, sono due club francesi quelli che vantano il saldo migliore nelle operazioni tra entrate e uscite. Il Lille ha fatto registrare un +191 milioni grazie a diversi affari – tra i quali Leao al Milan e Osimhen al Napoli -, mentre il Lione si è fermato a +151 milioni.

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La premessa è che non ci sarebbe da stupirsi più di tanto se in fin dei conti questa sera Andrea Pirlo decidesse di continuare a puntare – ancora – su quel Giorgio Chiellini lì… Quello ammirato ultimamente: ditirambico, lisergico e taumaturgico. Pumtare ancora su di lui, si intende, onde provare a limitare il raggio d’azione e il tasso di pericolosità di Romelu Lukaku in uno scontro fra titani evidentemente in grado di catalizzare l’attenzione e spostare gli equilibri di questa semifinale di ritorno di Coppa Italia.

A maggior ragione, decisivo, considerando che l’Inter deve segnare per forza e che invece la Juventus può anche accontentarsi (si fa per dire) di un altro clean sheet, marchio di fabbrica delle ultime uscite stagionali griffate proprio dalla presenza del capitano.

Ciò non toglie, però, che a scalpitare non ci sia soltanto l’esperto e veterano “gorilla” bianconero. Bensì anche il giovane rampante Matthijs De Ligt. Lui che peraltro, teoricamente, avrebbe dovuto essere la pietra basilare della nuova difesa d’un futruo già diventato presente, ma che in realtà deve ancora fare i conti con la longevità highlanderesca di Chiellini e dello stesso Leonardo Bonucci.

Ecco perché, insomma, dopo la buona prestazione sfornata nella semifinale di andata, MDL confida in una chance per rimettersi in mostra ancora contro i nerazzurri: punta a dimostrare che anche contro Lukaku la sua gran bella figura la può fare eccome.

Nonché, punta a ribadire al mondo che sempre del difensorone pagato 85 milini nel 2019 e strappato alla concorrenza di mezzo mondo che stiamo parlando. Alla Juve ormai è di casa, in Italia si trova alla grande (anche la sua fidanzata Annekee, peraltro: che ieri ha stupito il web con un messaggio in italiano perfetto).

I problemi alle spalle sono ormai… alle spalle (nel senso di risolti) dunque l’ex Ajax confida di scalare nuovamente posti nelle gerarchie. O comunque, più genuinamente, di continuare a fornire il suo contributo e raddrizzare una stagione partita in sordina e tra mille difficoltà: oltre al recupero post intervento di stabilizzazione di agosto, è subenrato anche lo stop causa covid. Ragion per cui il 2021 bianconero di De Ligt è fatto di appena una manciata di presenze.

In campionato è stato titolare il 3 e il 6 gennaio contro Udinese e Milan, giocando poi uno spezzone di gara nel finale il 24 gennaio contro il Bologna e 6 minuti sabato scorso contro la Roma. Ha invece giocato dall’inizio in Coppa Italia contro la Spal e, appunto, l’Inter, Come lui, anche Merih Demiral è in un certo senso stato preso in contropiede dalla “straripanza” di Chiellini e Bonucci. Da un lato, ovviamente, c’è l’ammirazione per due professori da cui imparare ancora tanto, dall’altra la comprensibile smania di giocare e mettersi in mostra, Buon per Pirlo, comunque, che ha l’imbarazzo della scelta e che – dopo qualche scricchiolio – può ora godersi una difesa all’altezza e, meglio ancora, una fase difensiva da applausi.

Ancora ieri il tecnico bianconero sottolineava: «La chiave è che siamo molto più compatti. Giochiamo da squadra corriamo l’uno per l’altro e ci aiutiamo in ogni situazione e quello ti fa fare il risultato, perché non prendere gol non è solo merito della difesa ma è merito di tutta la squadra visto che il pressing parte dagli attaccanti. Quando tu riesci a salvaguardare la tua area è merito di tutta la squadra». Ora un nuovo esame da superare, non da poco. Contro un Lukaku che però non ha alcuna voglia di farsi tarpare gli entusiasmi. Da giovani rampanti o senatori a vita che siano.



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