Russare può essere il campanello d’allarme di patologie anche gravi



Solo chi vive assieme a un forte russatore può capire fino in fondo che cosa significhi trascorrere interminabili notti in bianco e affrontare la giornata assonnati e di umore nero, sapendo che la sera dopo ricomincerà tutto da capo. Non per nulla le conseguenze nefaste sulla coppia dovute alla roncopatia, il nome scientifico del russamento cronico, sono tra le prime cause di divorzio, dopo l’infedeltà e i problemi finanziari. Ma anche se il partner ha il sonno pesante (o i tappi nelle orecchie), chi russa non deve prendere sotto gamba quello che ancora da molti viene considerato poco più che un disturbo imbarazzante e che, invece, nelle forme più severe può predisporre a malattie anche mortali, come infarto e ictus.



UNA VIBRAZIONE ANOMALA CAUSA IL RUMORE «Il rumore tipico del russamento è prodotto da vibrazioni particolarmente forti dei tessuti molli della gola (palato molle, ugola) durante l’inspirazione. Le cause di questi fremiti anomali sono principalmente due: il restringimento del diametro di una zona lungo le vie aeree superiori (tratto naso-oro-faringe-ipofaringe-laringe) che genera un flusso d’aria particolarmente turbolento, unito a una particolare condizione di rilassamento dei muscoli della gola quando si dorme, che rende le pareti molli più suscettibili alla vibrazione, come una bandiera in balia di un forte vento», spiega Gian Luigi Gigli, direttore della clinica neurologica dell’Ospedale universitario di Udine.

Si russa principalmente nella fase dell’addormentamento e del sonno profondo (circa un’ora dopo essersi addormentati), perché è allora che i muscoli oro-faringei si rilassano maggiormente; senza il supporto dei muscoli, le pareti molli della faringe tendono a collabire, ovvero ad afflosciarsi restringendo il passaggio dell’aria, che diventa ancora più difficoltoso e rumoroso. Spesso, poi, chi russa apre la bocca in cerca di più ossigeno, finendo per trasformare il cavo orale in una cassa di risonanza che produce un rumore ancora più forte. È stato calcolato che il volume del russamento di un forte roncopatico può raggiungere i 90 decibel, che corrispondono più o meno al rumore prodotto da un martello pneumatico a dieci metri di distanza.

I FATTORI DI RISCHIO A soffrire di questo disturbo è una percentuale sempre più alta di persone, con dati che parlano di un terzo della popolazione italiana che russa in maniera frequente. Tuttavia si tratta solo di una stima, per le differenza nell’intensità e nella cadenza con cui si presenta il problema, ma anche e soprattutto perché solitamente chi russa non si rende conto di farlo, e chi vive da solo viene inevitabilmente escluso dalle percentuali. Ma quali sono le cause che portano una persona a russare sistematicamente? «Nella maggior parte dei casi non esiste una causa unica e ben definita, poiché la roncopatia è tendenzialmente una patologia multifattoriale, dove più fattori scatenanti concorrono a generare il problema; tuttavia, è provato che alcune condizioni aumentano il rischio di diventare roncopatici», suggerisce Gigli.

➜ Sesso maschile. «Sono gli uomini a soffrire maggiormente di questo disturbo, con un rapporto di quasi due a uno rispetto alle donne, a causa di fattori molto probabilmente ormonali e metabolici e per il fatto che il tessuto adiposo nei maschi tende a depositarsi proprio nella zona interessata dalle ostruzioni (gola, collo)». Attenzione, però: il gentil sesso non è immune al fastidioso disturbo. «Le donne ne soffrono meno in giovane età, ma dopo la menopausa i cambiamenti ormonali (soprattutto il calo di estrogeni) portano le percentuali simili ai livelli maschili», chiarisce il neurologo.

➜ Età. Con l’avanzare dell’età (dai 50 anni in poi), avviene un fisiologico calo del tono dei muscoli della gola, fenomeno che, come abbiamo visto, favorisce il russamento; anche la lingua, organo molto voluminoso, tende a cadere all’indietro se non è sorretta da muscoli tonici, riducendo il passaggio dell’aria.

➜ Sovrappeso e obesità. L’eccesso di tessuto adiposo intorno al collo e alla gola è una delle cause principali della roncopatia, perché comprime le vie respiratorie. «Le dimensioni del collo sono addirittura più importanti del peso corporeo generale quando si parla di disturbi respiratori del sonno. Avere una circonferenza di collo superiore a 43 centimetri nel maschio e a 41 centimetri nelle donne è un fattore di rischio molto elevato», avverte Gigli.

➜ Fattori anatomici e fisiologici. A concorrere al restringimento delle vie aeree possono esserci anche cause di tipo ostruttivo meccanico, cioè anomalie della morfologia delle vie aeree superiori del paziente. «Questi difetti possono essere congeniti, cioè presenti sin dalla nascita (ugola o lingua di grandi dimensioni, gola molto stretta, conformazione particolare del palato, malformazioni del setto nasale, mal nposizionamenti della mandibola o dell’osso ioide, un ossicino che si trova alla radice della lingua) o generati da patologie, come ad esempio la poliposi nasale o ipertrofie (cioè ingrossamenti di organi o tessuti, solitamente provocati da infiammazioni)», spiega Gigli. Anche il tipico naso chiuso causato da raffreddori e riniti allergiche croniche rende difficile il passaggio dell’aria e può causare una sorta di russamento, ma, trattandosi di un fenomeno circoscritto e transitorio, non viene generalmente annoverato dagli specialisti tra i fattori di rischio. La differenza si riconosce dal suono: mentre il russatore vero e proprio emette un suono profondo e gutturale, chi, invece, soffre di naso chiuso produce un suono nasale e non particolarmente forte.

➜ Farmaci, alcol e fumo. «Esistono infine fattori che possono essere concause al disturbo, ai quali chi russa deve prestare particolare attenzione, come l’assunzione di bevande alcoliche (in particolar modo nelle ore che precedono il sonno) o di alcuni farmaci con azione miorilassante (tranquillanti, ansiolitici, antidepressivi) che determinano un rilasciamento ulteriore della muscolatura», commenta Gigli. Il fumo invece può peggiorare il russamento per due motivi: a causa delle sostanze irritanti contenute nelle sigarette che provocano infiammazione e gonfiore delle mucose e perché la nicotina ha un effetto miorilassante sui muscoli faringei favorendo il collasso delle pareti molli.



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