Anna Corona potrebbe aver avuto un ruolo nella sparizione della piccina? Fu già al centro delle indagini, ma poi ne uscì pulita. Dice ancora la mamma di Denise: «Bisogna riaprire l’inchiesta e ricominciare da capo»
Piera Maggio è la madre di Denise Pipitone, la bambina purtroppo scomparsa da oltre 17 anni da Mazara del Vallo, in provincia di Trapani in Sicilia. Il nome della donna è ormai piuttosto noto, non soltanto nel nostro paese da molti anni ed è legato alla sparizione della figlia Denise.
La bambina nasce dalla relazione extraconiugale che la ha donna ha avuto con Pietro Pulizzi. La bambina è scomparsa all’età di 4 anni, il 1 settembre 2004 proprio mentre giocava davanti casa. Da quel momento purtroppo della bambina non se ne è saputo più nulla. Piera in tutti questi anni è stata protagonista di una lunga battaglia che l’ha portata in prima linea ad essere una donna molto forte, ma soprattutto guidata dalla speranza di poter riabbracciare un giorno alla figlia.
Piera Maggio, chi è la madre di Denise
Piera Maggio è nata in Sicilia Mazara del Vallo nel 1971 e purtroppo della sua biografia abbiamo soltanto poche notizie. La donna, infatti è molto riservata e anche in tutti questi anni, non ha mai parlato della sua infanzia e adolescenza. Si è sempre dimostrata una donna molto forte e determinata e queste qualità sono quelle che tutta Italia le riconosce, è una casalinga e nel 2004 anno in cui la figlia scomparve ha frequentato un corso di informatica. Il suo ex marito è Tony Pipitone, un muratore che lavora in Germania. I due hanno avuto anche un figlio di nome Kevin nato nel 1993. Successivamente la donna ha avuto una storia extra-coniugale con Pietro Polizzi anche lui sposato con due figlie.
Dico una cosa che in tutto questo tempo non ho mai raccontato pubblicamente, ma ora lo racconterò perché è tutto messo agli atti. Io dissi “n da subito degli atteggiamenti ambigui di Anna Corona nei miei confronti. Deve essere ben chiaro che io non ho portato via il marito a nessuno.
Quando conobbi la loro famiglia, il loro era un matrimonio già finito: era una coppia scoppiata. Ognuno può vivere la sua sessualità come vuole, ma si deve essere chiari. Non si è mai capito che cosa volesse da me di Angela Corica Mazara del Vallo (Trapani) la signora Corona, non sono mai stata amica di questa persona. Io penso che lei fosse gelosa di me, ma non solo per il suo matrimonio finito male.
Ho sempre sostenuto che si fosse infatuata di me, della mia persona. È tutto scritto agli atti”. È davvero una incredibile rivelazione quella che Piera Maggio, la mamma di Denise Pipitone, la bimba sparita 17 anni fa da Mazara del Vallo, ha fatto in diretta Tv lo scorso mercoledì, durante la trasmissione Chi l’ha visto? condotta da Federica Sciarelli. La donna ha parlato per la prima volta dei comportamenti “ambigui”, dei “gusti sessuali” e “dell’infatuazione” che avrebbe avuto nei suoi confronti una donna, Anna Corona, l’ex moglie di Pietro Pulizzi, papà di sua “glia Denise Pipitone. Come abbiamo scritto molte volte, Anna Corona fu coinvolta nelle indagini sulla sparizione della piccola, anche se poi fu prosciolta da ogni accusa.
Sono passati 17 anni dalla scomparsa di Denise e la sua mamma non ha mai smesso di lottare per scoprire chi rapì la sua Denise quella mattina di settembre mentre giocava davanti a casa. In queste settimane, dopo il caso di Olesya Rostova, si è tornati a parlare della vicenda e di tutte le anomalie, le false piste, le contraddizioni nelle testimonianze di alcuni personaggi coinvolti e le tante lacune delle indagini. Cerchiamo ora di analizzare puntualmente tutto ciò che nell’inchiesta non ha funzionato.
Torniamo al giorno della sparizione di Denise Pipitone. Piera Maggio rivelò subito agli inquirenti dei rapporti tesi che c’erano tra lei e la famiglia del suo attuale marito, Pietro Pulizzi, ovvero con l’ex moglie di lui Anna Corona e le “glie Alice e sopra #u#o Jessica.
Ricordiamo che Jessica fu accusata e processata con l’accusa di aver rapito Denise Pipitone, ma fu assolta nei tre gradi di giudizio da ogni accusa. Ora torniamo ai giorni seguenti alla scomparsa della piccina: Piera Maggio riferì subito agli inquirenti che Jessica Pulizzi l’aveva già minacciata perché la riteneva “colpevole” di aver distrutto la sua famiglia.
Le aveva anche squarciato le quattro ruote della macchina. Aveva, inoltre, riferito che Anna Corona aveva avuto atteggiamenti minacciosi nei suoi confronti, appostandosi in auto sotto casa sua e poi rivolgendosi con tono arrogante anche nei confronti di sua sorella, Giacoma, incontrata al supermercato. Per questo all’inizio di questa storia gli inquirenti ipotizzarono che il rapimento di Denise fosse stato organizzato da chi voleva fare del male a Piera Maggio.
Si scoprì, quindi, che la sorellastra di Denise, Jessica, era in ospedale quando Piera era ricoverata dopo aver partorito: c’era andata con la scusa di accompagnare una sua amica a una visita ginecologica. Ma all’epoca Jessica e la sua amica erano minorenni e dunque non potevano fare visite ginecologiche senza il consenso dei genitori. Come mai, dunque, era in ospedale? Forse sorvegliava Piera? Ora, come ha rivelato Piera Maggio, sappiamo che Anna Corona nutriva sentimenti ambigui nei suoi confronti: dunque, non era solo spinta da risentimento, ma forse da qualcos’altro…
Nel frattempo, dopo 17 anni dalla scomparsa della piccola Denise e 350mila pagine di atti d’inchiesta, emergono elementi che sono #niti nel corposo fascicolo d’inchiesta, ma che probabilmente sono stati scarsamente analizzati. Lo ripetiamo ancora una volta, perché resta un fatto sconvolgente: il giorno della scomparsa della bimba, i poliziotti andarono a casa della Corona, senza un mandato ufficiale ma per parlare con la famiglia, e la Corona li fece accomodare nell’appartamento della vicina di casa. Perché? E che dire del fatto che i componenti della famiglia Corona sapevano di essere intercettati? Non va dimenticato che avevano molte conoscenze nell’ambito delle forze dell’ordine presenti sul territorio. Quando, qualche giorno dopo la scomparsa di Denise, Anna Corona, sua #glia Jessica e il #danzato di lei, Gaspare Ghaleb furono convocati in caserma, Anna Corona chiamò uno dei carabinieri “Peppe”, in tono confidenziale. Lo si sente bene nell’intercettazione ambientale. E, come si evince dagli audio, le donne parlano anche di cimici sottovoce. Sapevano, dunque, di essere intercettate anche in quel contesto? Infine, risulta molto rilevante una telefonata fatta da un magazzino alla mamma di Anna Corona, Antonietta Lo Cicero, alle 12.17 del primo settembre 2004, mezz’ora dopo la scomparsa di Denise. Giacomo Frazzitta, legale di Piera Maggio, ha indagato ed è arrivato a queste conclusioni: «La signora Lo Cicero, madre di Anna Corona, ha spiegato di aver ricevuto una telefonata dalla #glia che le diceva di tornare a casa perché era successo qualcosa. Abbiamo controllato i tabulati telefonici e c’è una sola telefonata che viene ricevuta da quell’utenza, ma arriva da un magazzino di via Rieti a Mazara del Vallo». Quindi, Antonietta Lo Cicero non fu chiamata da sua figlia, come dichiarò, ma da qualcuno che si trovava nel magazzino di via Rieti. Perché questa telefonata è tanto importante? Perché
in quel magazzino lavorava un uomo sordomuto, ora deceduto, di cui vi abbiamo già parlato molte volte. Si tratta di Battista Della Chiave, che, come sappiamo, durante le indagini difensive sostenne di aver visto quel giorno in via Rieti proprio Denise, in braccio a suo nipote Giuseppe.
Perché la testimonianza di quest’uomo non è stata presa in considerazione dagli inquirenti? Perché fu ignorata se c’era anche il particolare della telefonata ricevuta dalla mamma di Anna Corona? Era davvero Denise la bambina che Battista Della Chiave vide? Infine, c’è un’altra intercettazione che risulta molto importante. Purtroppo è molto disturbata. A parlare sono Jessica e il suo #danzato, Gaspare. Il ragazzo sembra chiedere: «Che cosa le hai fatto?». E lei pare rispondere: «L’ho messa dentro». Salvatore Spitalieri, ex dei Ris di Messina e biologo molecolare forense, si è occupato del caso Pipitone.
Fu lui, insieme ai colleghi, a isolare il Dna di Denise all’epoca dei fatti. Nei giorni scorsi l’esperto ha ricordato l’esistenza di una prova che potrebbe rivelarsi molto importante, di cui noi di Giallo vi abbiamo parlato: su un’auto di un sospettato fu rilevata l’impronta della manina di un bambino e ai tempi non fu possibile stabilire se appartenesse a Denise Pipitone. Ecco le sue parole:
«Sono passati diversi anni e a mia memoria la cosa che ha destato la mia attenzione fu l’impronta di una manina sulla superficie interna di un parabrezza anteriore di una autovettura Ford Fiesta di colore blu che era stata “attenzionata” dalla polizia giudiziaria e messa sotto sequestro. Era il 2005, qualche mese dopo la scomparsa di Denise. Al sequestro di ventura si era giunti grazie alle dichiarazioni di un testimone oculare.
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