Nino Frassica? Non è solo il maresciallo Cecchini di “Don Matteo”, sebbene in quel ruolo sia unico, convincente, una presenza costante e rassicurante nelle famiglie italiane appassionate di fiction. Frassica resta indissolubilmente legato alle esilaranti notti con Arbore e company. Antonino Frassica, o meglio conosciuto come Nino Frassica, è, senza dubbio, uno dei comici più amati e apprezzati della televisione italiana. Nino Frassica non ha figli.
Nato a Messina l’11 dicembre del 1950, alto 172 centimetri per 85 chili, Nino scopre sin da piccolo la sua forte passione per il teatro. Spinto da questo interesse, studia per un anno al Piccolo di Milano, dopodiché si dedica a vari progetti teatrali. Tuttavia, grazie alle sue spiccate doti artistiche, viene notato da Renzo Arbore, che gli assegna la parte del tecnico di Tele Ottaviano in ”FF.SS.”.
Due anni dopo lavora sempre con Renzo Arbore per la trasmissione Quelli della notte, mentre nel 1987 partecipa a Indietro Tutta, dove interpreta il ruolo del cauto presentatore. Successivamente ha lavorato ad altri programmi di grande successo come Fantastico, Domenica in, Scommettiamo che…?, I cervelloni e Acqua calda. Conservando il gusto per le battute nonsense, alla fine degli anni Novanta si rilancia alla grande con le fiction, in particolare con Don Matteo – veste i panni del maresciallo Cecchini – in cui stringe un solido rapporto professionale ed umano con Terence Hill.
”Cecchini mi somiglia parecchio. E, stagione dopo stagione, l’ho dirottato sempre più verso di me. Lui è stato sposino, padre, nonno e non ha mai smesso di evolversi”, aveva detto in un’intervista. Per l’attore il clamoroso successo di Don Matteo fin dalla prima stagione è stato inaspettato. A suo tempo accettò a scatola chiusa il ruolo del Maresciallo Cecchini perché il regista Enrico Oldoini era un suo amico e, soprattutto, perché c’era Terence Hill.
Il feeling tra i loro personaggi, il maresciallo Cecchini e Don Matteo, è sicuramente uno degli elementi che ha contribuito a far diventare la fiction della Lux Vide una delle più amate di sempre. E Nino Frassica ha i suoi meriti. Dal 1985 al 1993 è stato sposato con l’attrice teatrale Daniela Conti mentre da dieci anni nella sua vita è entrata Barbara Exignotis. La coppia ha sempre mantenuto un profilo basso, semplice senza alcun clamore né ricerca di popolarità. Il loro primo incontro risale a una decina di anni fa in teatro, e la loro unione destò inizialmente qualche problema a causa della precedente vita professionale di Barbara – attrice in film a luci rosse – che però non scandalizzò il comico siciliano.
Poi è arrivato il matrimonio, ad agosto del 2018. Nino e Barbara si sono detti il fatidico sì in Municipio, a Roma, dove vivono insieme da anni. Il grande evento è infatti arrivato dopo dieci anni di convivenza. Per la cerimonia, Nino Frassica ha scelto come testimoni due attori di Don Matteo: Pietro Pulcini, che nella serie è il carabiniere Pietro Ghisoni, e Francesco Scali, che invece indossa i panni del sacrestano del personaggio di Terence Hill.
Secondo lei a cosa è dovuto il grande successo della serie? «Credo sia dovuto innanzitutto al format vincente di un ambiente di provincia raccolto e familiare. Succede di tutto, ci sono figure che rappresentano il Paese: la Chiesa, l’Istituzione, la famiglia, e anche cose che s’incontrano sempre meno, come la disponibilità a dare una mano al prossimo, l’apertura verso il vicino; sono messaggi positivi, molto semplici, eppure sempre più rari da vedere e quindi da rappresentare». Come è stato scelto per il ruolo? «È stato un caso fortuito: mi trovavo a fare una piccola parte in Ho sposato uno sbirro e lo stesso Flavia Insinna, che ne era il protagonista e che aveva interpretato il precedente capitano dei Carabinieri in Don Matteo, mi venne a vedere a teatro e mi segnalò alla Lux Vide, la società di produzione della fiction, anche perché aveva visto una pubblicità in cui recitavo che gli era piaciuta. Feci una quindicina di provini per sostituirlo, e non è stato facile: ho usato il mio intuito e la mia forza; è un ruolo importante, che cercavano da tempo di coprire. Alla fine hanno lasciato decidere a Luca Bernabei, il produttore della Lux Vide, a Terence Hill, a ma Frassica e alla regista dell’epoca, Elisabetta Marchetti. Ci sono riuscito grazie all’improvvisazione e all’arte di andare dietro a ino nei provini». Cosa ha imparato da Nino Frassica e da Terence Hill e che tipo di rapporto personale ha instaurato con loro? «Dopo quattro anni, siamo molto complici sul lavoro. Dal punto di vista umano, poi, ho molto rispetto per entrambi, e anche loro Tra imaestri che ha avuto, da chi ha imparato di più e perché? «Lattore è un lavoro come tanti altri, ci vuole preparazione, bisogna studiare, provare a fare di tutto, a 360 gradi; l’attore deve essere poliedrico, deve fare danza, canto, qualunque cosa possa incrementare la sua cultura. Ho avuto maestri come Francesca De Sapio, Duccio Camerini, Mario Grossi, ma mi danno tanto anche attori che hanno più esperienza di me, come Rocco Papaleo, Thomas Trabacchi, Nino Frassica e Terence Hill». Veste ipanni del capitano Giulio Tommasi, nella serie Don Matteo, dal 2009. Non ha paura di rimanere imprigionato nel personaggio?
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