Sono le sue medaglie più belle, quelle che non potrà levargli nessuno. Quelle da conservare e curare riservando loro il sentimento più forte al mondo: l’amore di un genitore per i suoi figli. È proprio con con due dei suoi tre bambini, Anthony e Meghan, che il campione olimpionico Marcell Jacobs – doppio oro alle Olimpiadi di Tokyo – si gode in questi giorni il meritato riposo del guerriero: li prende in braccio, li solleva, li fa saltare nel mare di Sabaudia senza staccare mai gli occhi da loro, sotto lo sguardo complice della madre dei bimbi, Nicole Daza.
Nati rispettivamente nel 2019 e nel 2020, i due bambini sono il frutto dell’amore tra l’atleta e la compagna, sbocciato per caso in una discoteca di Milano e cresciuto fino a diventare una relazione solida e fondata su interessi comuni: i viaggi, la famiglia, la diversità «che è ricchezza».
Ex modella e influencer, originaria dell’Ecuador, ma cresciuta a Novi Ligure, la 28enne Nicole ha conquistato Marcell nel dicembre 2017, trovandolo single dopo la fine della precedente relazione con Renata Erika, da cui – a soli 19 anni – l’atleta ha avuto il primo figlio, Jeremy.
Un bambino che tutta Italia ha conosciuto avvolto nel tricolore, grazie a un post che Renata ha condiviso dopo la straordinaria vittoria dell’ex compagno alle Olimpiadi di Tokyo (“Siamo fieri del tuo risultato Campione del mondo”, si leggeva su Instagram. “Qui qualcuno non vede l’ora di riabbracciarti”) e che oggi è al centro di un acido battibecco tra la donna e il velocista. “Per tutti quelli che mi stanno chiedendo continuamente se Jeremy è in vacanza con suo papà Marcell”, ha scritto Renata sui social, “la risposta è no. Anzi, stiamo ancora aspettando la sua chiamata da quando è rientrato da Tokyo”.
Una polemica tutta privata che dopo il successo travolgente di Jacobs è destinata a consumarsi in pubblico, in un contrappasso inevitabile per un atleta che a soli 26 anni ha portato l’Italia per la prima volta nella storia sul gradino più alto del podio dei 100 metri piani, conquistando poi anche un altro storico oro, quello della staffetta 4×100. Del resto lui stesso aveva ammesso: «Con Jeremy, che è nato quando ero molto giovane, non sono stato il migliore dei papà: ero immaturo, limitato, i contrasti con sua madre mi hanno allontanato, ma ora sto cercando di recuperare il tempo perduto».
Dal canto suo, ora il re della velocità mondiale, destinato – secondo quanto dichiarato orgogliosamente dalla mamma, la signora Viviana Masini – a «battere il record di Usain Bolt», Jacobs si gode in questi giorni il riposo evitando di rispondere alle accuse della ex compagna e chiudendo in anticipo la stagione atletica «per re-settare il sistema e ripartire al meglio».
Tornerà a correre il prossimo anno, anche per un appuntamento del tutto privato: quello con le nozze, fissate per il 17 settembre 2022. E anche se «la proposta con l’anello non c’è stata», Nicole assicura di «avere già avvisato tutti i familiari, di modo che possano prepararsi anche i parenti americani». Non solo il fratello di lei, ma anche il padre di Jacobs, Lamont, con cui l’atleta si è da poco riconciliato dopo un rapporto tormentato, culminato a 13 anni con il proposito di non vedersi mai più.
A dividerli il carattere e la lontananza forzata, dovuta al lavoro di Lamont: ex militare originario del Texas di stanza a Vicenza, l’uomo ha conosciuto in Italia la moglie, ma dopo tre anni di convivenza negli Stati Uniti, a pochi giorni dalla nascita di
Marceli, ha accettato il trasferimento in Corea troncando di fatto il rapporto con la famiglia. A 18 mesi Marcell era già in Italia, cresciuto dalla madre in provincia di Brescia, dove lei ha avviato una carriera da albergatrice (trovando anche un nuovo amore), e lui ha iniziato a praticare l’atletica, giurando a se stesso di non diventare mai come il padre. Oggi, dopo un intenso lavoro di analisi, hanno ricominciato a sentirsi al telefono: «Non è ancora tutto risolto, ma almeno ci parliamo», dice Marcell. E chissà che un giorno non possa appuntarsi al petto una nuova medaglia, conquistata praticando la disciplina più difficile che c’è: il perdono.
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