Della violenza subita a 19 anni, quando era ancora una ragazza ingenua che andava alla scuola cattolica e sognava di fare la cantante, Lady Gaga aveva già parlato nel 2014. Erano i tempi di Swine (Porco), una delle hit del suo terzo album, e la gente le chiedeva a cosa fosse ispirata quella canzone così scioccante.
Allora lei l’aveva spiegato, raccontando di essere stata aggredita da un uomo di vent’anni più grande e di aver faticato a lungo a superare il trauma. Sette anni fa però non era scesa nei dettagli. Lo fa ora, ospite di The meyou carit see (La me che non vedi), docu-serie sulla salute mentale ideata da Oprah Winfrey e dal principe Harry. Il risultato è una testimonianza drammatica, con la quale la star aggiunge alcuni tasselli a quel terribile ricordo. Il primo riguarda l’identità del bruto: «Era un produttore musicale», rivela Gaga senza fare nomi, perché «è la mia scelta e spero che venga rispettata», dice, aggiungendo di non volerlo mai più vedere in faccia.
«Mi disse di togliermi i vestiti, io rifiutai e feci per andarmene, ma lui minacciò di bruciare tutta la mia musica». Al ricatto seguirono ripetuti episodi di violenza, che la prostrarono fisicamente e psicologia-mente, al dolore devastante subentrò la sensazione di essere diventata insensibile, come anestetizzata. Infine l’ultimo choc: la scoperta di essere incinta. «Quell’uomo mi lasciò per strada, fuori dalla casa dei miei genitori, perché stavo male e continuavo a vomitare», ricorda la cantante, che ne parla pubblicamente per la prima volta.
Da quell’incubo stessa. C’era una nube nera che mi seguiva ovunque, ricordandomi che non valevo niente e avrei dovuto morire». La psicoterapia l’aiutò, ma a lungo soffrì di atroci dolori psicosomatici, che i medici non riuscivano a decifrare né tanto meno a curare. «Mi hanno fatto molte risonanze senza mai trovare nulla. Il corpo però non dimentica». Né il problema è risolto del tutto. Nonostante il successo, la realizzazione personale, la fama internazionale, Lady Gaga si sente ancora fragile, sull’orlo di un baratro in cui rischia di ricadere da un momento all’altro, in preda a pensieri suicidi e istinti autolesionisti. «Sai perché è sbagliato tagliarsi o buttarsi contro un muro? Perché ti fa sentire peggio. Credi che migliori le cose perché stai mostrando agli altri che soffri, ma non serve». Quel che serve è chiedere aiuto, ammettere di averne bisogno. Lady Gaga l’ha fatto. Per lei la strada è ancora lunga, ma almeno non è più sola a percorrerla.
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