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Gigi D’Alessio è libero di godersi l’arrivo del nuovo figlio



Il fatto non sussiste. Così finisce, dissolvendosi nel nulla, un incubo di sei anni. Il 9 novembre è terminato il calvario di Gigi D’Alessio con il fisco italiano, che dal 2018 accusava il cantante 54enne di evasione delle imposte per circa 1,7 milioni di euro (nel dettaglio 997.581 euro di Ires e 770.613 di Iva): «Finalmente la giustizia ha fatto il suo corso», ha detto l’artista napoletano. «Oggi è un giorno felice perché la verità è venuta a galla, dopo oltre dieci anni di ombre pesanti per me e i miei collaboratori, in cui ci siamo dovuti difendere da accuse infondate che hanno infangato la nostra serietà e il nostro lavoro.



Chi mi conosce sa che sono sempre stato tranquillo, avendo massima fiducia nella giustizia e nel lavoro della magistratura. Con tanta pazienza, la verità vince sempre e ora è sotto gli occhi di tutti». Smontata definitivamente dalla sentenza, secondo l’accusa la frode risalirebbe al 2010, con il presunto occultamento da parte di D’Alessio, insieme a un socio, il commercialista e due legali, dei libri contabili della società Ggd Productions.

Già nel 2015 la Procura di Roma aveva disposto, attraverso il pm Francesco Saverio Musolino, una perquisizione nella villa dell’artista, la celebre “Amorilandia” nell’esclusivo quartiere romano dell’Olgiata. D’Alessio era rimasto impassibile mentre la Guardia di Finanza varcava la soglia di quello che era stato il nido d’amore condiviso con Anna Tatangelo e il figlio Andrea: «Sono convinto che l’atto che mi è stato notificato sia un atto a tutela, che mi consentirà di dimostrare, nelle opportune sedi, la mia totale estraneità a fatti che, ancora oggi, non mi sono chiari e noti», disse. «È giusto che la magistratura faccia le verifiche che riterrà opportune.

Resto, come è naturale che sia, a disposizione dell’Autorità giudiziaria». Eppure, poco prima dell’udienza del 9 novembre, la posizione di D’Alessio sembrava diventata critica, con la richiesta da parte del pm di una condanna a quattro anni per lui e a due per gli altri imputati, tutti accusati di avere simulato il furto di una Mini nella quale sarebbero stati conservati libri contabili e fatture della Ggd (accusa poi smontata dalle difese nel corso del dibattimento).

Nessun commento era arrivato da parte di D’Alessio, muto anche sui suoi seguitissimi social. E anche ora il cantante ha preferito far passare qualche ora prima di esporsi, lasciando la parola ai propri legali. «La sentenza rende giustizia all’uomo prima che all’artista», hanno detto gli avvocati Pierpaolo Dell’Anno, Giuseppe Murone e Gennaro Malinconico. «Il tribunale di Roma, oggi, ristabilisce la verità a distanza di dieci anni dalle ipotesi accusatorie, rimaste prive di riscontro, riconoscendo la legittimità dell’operato dell’artista, che ha sempre creduto che la giustizia riconoscesse l’assoluta legittimità del suo agire. Il tempo è galantuomo ».

Profetico il profilo Instagram di D’Alessio, fermo, fino al giorno dell’udienza, al 30 ottobre. Nel post compaiono gli auguri di compleanno a Diego Armando Maradona («Oggi Diego avrebbe compiuto 61 anni»), un video del calciatore con la maglia del Napoli e l’hashtag #siturnasseanascere: una rinascita che lo stesso D’Alessio sta sperimentando sulla sua pelle, libero dalle accuse di frode e libero soprattutto di godersi la sua vita accanto alla compagna Denise Esposito, una sua fan di 25 anni più giovane, conosciuta dopo un concerto a Capri.

D’Alessio diventerà padre del quinto figlio, atteso proprio a novembre, che la coppia avrebbe deciso di battezzare Francesco. «Entusiasta come un ragazzino al primo amore», secondo chi conosce la coppia, il cantante avrebbe regalato alla compagna – terzo amore dopo l’ex moglie Carmela Barbato e la Tatangelo – un anello di brillanti per festeggiare la gravidanza. Dall’alto della felicità di un bambino in arrivo, e dello spettro del carcere definitivamente esorcizzato, sembrano poca cosa le parole dolenti che la Tatangelo ha detto qualche giorno fa, nel corso di Verissimo, dopo aver confermato di avere appreso dai giornali la notizia della nuova paternità dell’ex.

«Il mio dovere è proteggere mio figlio (Andrea, ndr). Gli ho spiegato che mamma e papà ci sono sempre, io voglio solo la sua serenità. Farò sempre tutto il possibile per vederlo sorridere e mi fermo qui, proprio perché non voglio entrare in alcuni meccanismi. A volte fermarsi è un modo per tutelare i figli». Uscito a testa alta dall’indagine, D’Alessio può usare con Anna Tatangelo la stessa formula che l’ha liberato da un’accusa infamante: il fatto non sussiste, l’amore non c’è più, la coppia nemmeno. Dopo tanto soffrire, liberi tutti. Anche di amare.



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