Federica Farinella sognava di sfondare nel mondo della televisione. Cresciuta guardando ‘Non è la Rai’, contava sulla sua indiscutibile bellezza per garantirsi l’accesso al piccolo schermo, magari iniziando come modella. Piemontese di origini siciliane, nel ’92 lascia la casa di famiglia a Rivoli per trasferirsi a Roma.
Dopo alcuni provini partecipa al programma Mediaset, ‘Bravissima’, una specie di talent show degli anni Novanta. Non arriva tra le finaliste, ma grazie al conduttore Valerio Merola, che la introduce a Cinecittà, ha la sua entratura nel jet set del mondo dello spettacolo. Tra mondanità ed eventi, Federica vive il sogno romano per cinque anni. Poi accade qualcosa che farà crollare quel mondo patinato dalle fondamenta. Nell’estate del 1996, la Procura di Biella apre un’inchiesta che i giornali battezzeranno ‘Vallettopoli’.
È il 2 settembre del 2001, quasi l’ora di pranzo. La ragazza è seduta sul dondolo nel giardino della casa di campagna in provincia di Asti, ma il padre la fa spostare perché sul dondolo non ci sono i cuscini e potrebbe farsi male alla schiena con il telaio. Federica si sposta su una poltrona a sdraio poco più in là, fuma una sigaretta e legge una rivista. Il padre e lo zio raccolgono i fichi che a lei piacciono tanto. Si sta aspettando che sia pronto il pranzo. Federica indossa pantaloncini azzurri a fiori e una maglietta grigia. Ai piedi delle ciabatte infradito.
È Pronto in tavola, chiamano Federica ma la ragazza non risponde, la chiamano di nuovo, la cercano, ma la poltrona a sdraio è vuota. Rimane vuota per 19 anni ed è ancora lì dove si trovava: la fa vedere il padre, Francesco Farinella in un’intervista a ‘Chi l’ha visto?’.
La ragazza è sparita senza portare nulla con sé e con delle ciabatte non adatte ad un percorso di campagna. Di lei si perdono le tracce e non si sa più nulla. Il padre ha sempre creduto ad un rapimento. Qualche settimana dopo La sparizione di Federica, papà Francesco riceve una telefonata in cui gli chiedono 30 milioni di lire in cambio di sua figlia. Gli fanno ascoltare in lontananza una voce femminile che grida: “Aiutami papà“. Francesco Farinella non ha quella cifra e patteggia per 3 milioni di lire. La voce al telefono accetta e viene stabilito un luogo per la consegna. I carabinieri segnano le banconote e si appostano, ma all’appuntamento non si presenta nessuno.
Dopo altre settimane, nel cuore della notte arriva una telefonata di un uomo che dice di essere un poliziotto e che Federica si trova in provincia di Pavia. Il padre parte con tutta la famiglia ed alcuni amici, ma durante il tragitto, viene avvisato che si tratta di una falsa segnalazione.
Un’angoscia profonda avvolge il padre di Federica, che, per aiutare altre famiglie che hanno perso un parente così, vedendolo svanire nel nulla, decide di fondare l’associazione Penelope Italia che si occupa di scomparsi.
Diciannove anni dopo la scomparsa di Federica, un cacciatore trova un teschio ed un femore ad un km dalla casa da dove era scomparsa la ragazza che all’epoca aveva 30 anni. L’esame del DNA conferma che i resti appartengono proprio a Federica. Rimane da capire cosa sia successo alla ragazza ma sembra che i resti siano talmente esigui da impedire tali approfondimenti.
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