Ester Pantano, giovane attrice italiana che vanta però un curriculum molto importante. In queste ultime settimane l’abbiamo vista in alcuni episodi della fiction Màkari. Questa serie è andata in onda esattamente dal 15 marzo, con Claudio Gioè, l’attore che veste i panni del Detective. Ma cosa sappiamo di Ester? Conosciamola meglio.
Ester Pantano, chi è
È nata a Catania e pare che abbia iniziato a lavorare nel mondo della TV già da diversi anni. Ad ogni modo, nel suo curriculum sono emersi tanti importanti studi nel settore, tra questi la formazione presso il centro sperimentale di cinematografia a Roma. L’attrice ha debuttato in TV diversi anni fa ed esattamente nel 2012 nella fiction televisiva Il commissario Montalbano.
Carriera e vita privata
Ha preso parte anche a diversi film come ad esempio Duisburg – Linea di Sangue diretto da Enzo Monteleone, con Daniele Liotti. Ha poi recitato nel film La mossa del cavallo – C’era una volta Vigata, tratto dall’omonimo romanzo storico di Andrea Camilleri. L’attrice è presente sui social e nello specifico su Instagram dove ha un grande seguito e dove spesso condivide degli scatti e dei brevi video riguardanti non soltanto la sua vita privata, ma anche la sua carriera. In realtà proprio riguardo la sua vita privata e sentimentale non si sa molto, visto che è da sempre stato molto riservata.
L’attrice è ormai lanciatissima nel cinema e in Tv. E se non fosse stato per il coronavirus, avrebbe debuttato a New York a teatro con la tragedia greca Prometheus, diretta da Daniele Salvo. «Il progetto però è solo rinviato», assicura. Da piccola sognava di fare l’insegnante. «E l’ho fatta. Di recitazione, di doppiaggio e di ginnastica artistica. È una vocazione quella dell’insegnamento». Poi però è stata folgorata dalla recitazione. «Ho iniziato con il canto.
Mia madre, donna molto concreta, ha capito che non sarei mai potuta stare dietro una scrivania. Sono ipercinetica. Devo sempre fare qualcosa, muovermi, quindi ho iniziato a studiare canto e lei e il mio maestro mi hanno iscritta di nascosto a un festival canoro. Ho cantato due brani e dopo l’esibizione la presentatrice voleva intervistarmi, ma non riuscivo a parlare per l’emozione. Quindi ho iniziato con il teatro, come modo per vincere la timidezza, fino ad arrivare a studiare recitazione a Roma, catapultata in una nuova realtà». Ha poi vissuto e lavorato tra la capitale, Parigi, Pechino e la Grande Mela.
Si è iscritta a Lingue, ma ha lasciato, «perché spesso ho avvertito poco amore nel volere trasmettere una passione». Il resto è presente, è Màkari. «Suleima mi assomiglia. Anch’io ho fatto la cameriera per molto tempo, fino a quando non ho avuto la grande fortuna di riuscire a vivere del mio mestiere. Come me, poi, ha coraggio, non ha paura di rischiare, e non vuole rinunciare ai suoi sogni, è indipendente, crede moltissimo a quello che fa, guidata dall’amore», racconta. «Io, Ester, ho sposato i sacrifici di questo lavoro per amore: la bellezza e la tristezza di consacrare la mia vita a un nomadismo che, inevitabilmente, renderà più complesso mettere radici o creare una famiglia».
Single, quindi? «Sì», risponde, e poi delinea l’identikit dell’uomo dal quale scappa a gambe levate. «Rifuggo dai narcisisti, dagli irrisolti e da quelli che parlano ancora della ex». Riservatissimo sulla vita privata anche Gioè, per il quale le donne più importanti sono mamma Mariagrazia detta Marina e nonna Mariella, 96 primavere, le sue prime fan. Claudio cede volentieri alla loro cucina siciliana: «Per conquistarmi una donna deve sapere cucinare la pasta con i broccoli arriminati [mescolati, ndr] come la loro», dice. Anche Gioè ha molte affinità con il suo personaggio, l’“investigatore per caso” Lamanna, colui che cerca sempre il pelo nell’uovo ed è anche un po’ rompiscatole.
«Ha una certa dose di cinismo, di sarcasmo che riconosco nel mio carattere e in quello di noi palermitani. Tendiamo a indossare una maschera per nascondere certe ferite, certe problematiche o fragilità che non vogliamo svelare», precisa. «E poi come Lamanna sono critico, soprattutto con me stesso. Tendo a rivedermi sempre per migliorare di continuo». Tra Saverio e Suleima scatta il colpo di fulmine. «Succede anche nella vita vera», rivela Claudio. «Inutile fare i bigotti, non siamo nell’Ottocento. Capita di rimanere folgorati dall’aspetto fisico e di finire a letto in un baleno». A proposito di aspetto: con gli anni che passano e il pizzetto leggermente bianco, Gioè guadagna in fascino. Lui ringrazia e sorride con una punta di imbarazzo. «Eppure sono il dramma dei miei truccatori, ho la pelle sempre secca.
Non sono vanitoso. Mi curo lo stretto necessario, il giusto». C’è poi un aspetto di lui che contribuisce a renderlo ancora più stuzzicante: l’assenza da ogni social. «Credo facciano male a livello neurologico. È imbarazzante camminare per strada e vedere la gente china sul telefonino. E tralascio che le tue informazioni e i tuoi dati mentre navighi vengono usati per fare business. Inoltre, senza social, evito gli haters, gli odiatori che fanno tanto male ai miei colleghi. Ho ceduto solo a whatsapp, ma nel cassetto ho il mio telefono preferito: la riedizione del Nokia 3310, la batteria dura 29 giorni e c’è pure il giochino snake, il serpente. Cosa volere di più?».
si… ma non mandate piu’ in onda per carita’ le sue fiction e quelle di quello scemo fanno schifo telefilm