Sono entrambe salentine, una ha vinto “Amici” nel 2009, l’altra un anno dopo. Da allora le loro carriere, parallele ma autonome, hanno preso il volo. Solo ora pubblicano un singolo insieme: «Celebriamo la voglia di ripartire, ma anche il fatto che siamo ancora qua, teniamo botta, nonostante le critiche», raccontano. «Cantiamo cosa abbiamo capito dell’amore, soprattutto il fatto che prima devi amare te stessa, sapere quanto vali». Ospiti a Sanremo? «Siamo animali da palcoscenico, quello è il palco per eccellenza, quindi se ci chiamano, certo che sì»
Tu che cosa hai capito dell’amore? Quando tra amiche, di quelle vere, cresciute insieme, accanto nei momenti che contano, ci si fa una domanda così, parte un dialogo che tocca le corde dell’anima. È accaduto poco prima di Natale, quando Emma ha proposto ad Alessandra Amoroso, finalmente dopo 10 anni, di incidere un singolo insieme.
Accade nelle strofe del loro nuovo brano Pezzo di cuore, scritto dall’architetto delle classifiche italiane di oggi, Dario Faini, alias Dardust, e accade anche quando le due cantanti si raccontano, seduta l’una accanto all’altra, in totale, fraterna, sintonia.
Qualcuno vi chiama le gemelle diverse della musica italiana. Cosa vi accomuna e cosa vi differenzia? Alessandra: «La vedete la foto di questo abbraccio, e quello sulla copertina di Pezzo di cuore? Bene, in fondo è lo stesso che ci siamo scambiate ad Amici, quando lei vinse l’anno dopo di me, io il 2009, Emma nel 2010.
E da allora non abbiamo mai smesso di abbracciarci, di cuore, quando ci ritroviamo. Sarà che abbiamo le stesse radici, salentine, ma tra di noi ci sono sempre stati fiducia e rispetto. Di Emma ammiro il saper essere pacata, ponderare le cose. Io sono più istintiva ». Emma: «Mi piacerebbe avere la leggerezza di Ale.
Siamo diverse, certo, ma siamo, oltre che due donne e due amiche con gli stessi valori, due professioniste serie, da dieci anni e più, che soprattutto si sanno ascoltare, cosa rara, e si è visto anche in studio quando siamo andate a registrare. C’era intesa, divertimento, ma anche consapevolezza del lavoro, capacità di aiutarsi, e alla fine andavamo all’unisono. Tutte cose non scontate». Come mai questo brano nasce ora?
Emma: «È davvero stato casuale, istintivo, non programmato. Anche i nostri gruppi di lavoro sono stati informati solo a cose fatte. Io ero a Milano per X Factor e mi è venuta la voglia, l’esigenza di una ballad romantica, ma anche universale, che potesse dare un senso di ripartenza positivo, di ottimismo, dopo l’anno che abbiamo vissuto. Ho pensato che solo con Ale avrei potuta cantarla. Ne ho parlato con Dario Faini, lui e Davide Petrella hanno messo giù questo brano, ho chiamato Ale: “Ti va, questa strofa la canto io, questa tu, questa insieme”. E così è stato, in pochissimi giorni. Una cosa sentita, vera». Alessandra: «Ecco, vedete
. Come potevo dirle di no? A parte che al primo ascolto lo senti questo dialogo sincero tra due amiche che si raccontano cosa hanno capito dell’amore». Finalmente hai imparato l’amore, vi chiedete reciprocamente nel brano. Avete imparato? Emma: «L’amore lo impari quando impari ad amare te stessa.
Tutti ci facciamo domande sull’amore, no? Quando ancora si poteva uscire con gli amici, anche se si fa i fighi e si comincia la serata parlando di massimi sistemi, poi alla fine sempre di emozioni e di cuore si finisce a parlare. 10 a 36 anni se c’è una cosa che ho capito è che a dispetto delle critiche, degli attacchi, spesso gratuiti, so chi sono, cosa valgo e soprattutto mi voglio bene. E nel momento in cui lo capisci, hai un’altra luce e anche gli altri cominciano ad amarti di più».
Alessandra: «Io ho capito che l’amore è una parola che sembra facile, scontata, e non lo è affatto. Un lavoro come 11 nostro ti fa vacillare spesso proprio nell’amore verso te stessa: se non fai le cose a dovere o così ti sembra quando tutti ti criticano ti senti quasi in colpa.
Adesso… non vacillo più». Ora, dopo IO e più anni di due carriere diverse, e di successo, cosa dite a chi non credeva in voi? Emma: «La cosa bella mia e di Ale, che davvero ci accomuna, è che ci abbiamo sempre creduto in questo lavoro, abbiamo tenuto botta, contro tutti, anche quelli che con noi sono sempre stati molto più critici che con altre, non ci hanno mai fatto sconti.
Esserci, qui, ora insieme, è la nostra risposta». Alessandra: «Ho scoperto che ci hanno chiamate anche “scorregge” dei talent. Beh, vuol dire che eravamo scorregge profumate, se siamo qui, no?». Credete nella solidarietà femminile?
Alessandra: «Noi siamo la prova che può esistere, essere duratura e dare ottimi frutti». Emma: «Io in realtà non ci credo molto, ma nemmeno in quella maschile a dire il vero. Specie in questo mondo di primedonne, a prescindere dal sesso, è difficile trovare persone che non vogliono starti davanti ma accanto». Accanto siete state tante volte, in duetti sul palco, come quello di Sanremo nel 2012.
Alessandra: «Scendendo quelle scale, me la facevo addosso, eppure sono brava a camminare sui tacchi. Poi ho guardato Emma negli occhi e ho letto: “Famiglia” ». Emma: «Io invece dai tacchi stavo per cadere. Ma chiamando Ale a duettare con me sapevo che sarebbe stata la compagna perfetta. Per ogni palco, siamo due animali da live, specie per quello ». Sarete ospiti al prossimo Sanremo? Alessandra: «Se ci chiamano ben volentieri.
Ma ancora non si sa nulla». Difficile non immaginarvi su un palco, o in tour, a cantare questo pezzo di cuore. Progetti live? Emma: «Il Covid ha bloccato il mio tour dei 10 anni di carriera. Farò di tutto per portare a termine quel progetto, e per tornare su un palco, in qualsiasi modo. Devo farlo anche per tutte le persone che lavorano nella musica. E poi io non so lasciare nulla a metà. Non inizio nemmeno un nuovo libro finché non termino il precedente. Ovvio che Ale sarà la benvenuta, quando vorrà». Alessandra: «Vuol dire che sarò la tua disturbatrice».
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