Oggi si corre il GP di Olanda (pista di Zandvoort, 4.259 metri da percorrere 72 volte per un totale di 306.648 km). Via alle 15 con diretta Sky e differita TV8 dalle 18. CLASSIFICHE. Piloti: 1. Hamilton (Grb, Mercedes) 202,5 punti; 2. Verstappen (Ola, Red Bull) 199,5; 3. Norris (Gbr, McLaren) 113; 4. Bottas (Fin, Mercedes) 108; 5. Perez (Mex, Red Bull) 104; 6. Sainz (Spa, Ferrari) 83,5; 7. Leclerc (Mon, Ferrari) 82.Costruttori: 1. Mercedes 310,5; 2. Red Bull 303,5; 3. McLaren 169; 4. Ferrari 165,5; 5. Alpine 80; 6. AlphaTauri 72; 7. Aston Martin 53; 8. Williams 20; 9. Alfa Romeo 3; 10 Haas 0.
Si dice spesso che i piloti di Formula 1 hanno la freddezza nel cuore. Il che è anche vero, benché a volte – nei momenti topici – prevalga l’istinto e faccia la differenza. Ieri, probabilmente, Max Verstappen ha incontrato uno di questi momenti. Perché la superiorità mostrata nei confronti della concorrenza (a parte i distacchi cronometrici) sono la dimostrazione che correre in casa, a Zandvoort, su una pista rinnovata e tecnicamente splendida, di fronte a un pubblico oceanico (anche in Olanda c’è una riduzione della capienza, ma ci sta comunque il 70 per cento degli spettatori), scalda il cuore anche a uno come lui.
Certo, la Red Bull è in uno stato di forma superlativa. E se ha perso un po’ del vantaggio che aveva (in classifica, visto che ora è seconda, ma non tecnico), lo si deve al fraintendimento (eufemismo) di Silverstone e alla carambola (questa tutt’altro che eufemistica) di Budapest. Altrimenti in questo momento SuperMax avrebbe più punti da gestire. Ma l’auto è rimasta eccezionale e la Red Bull continua a spingere sugli aggiornamenti, mentre molti avversari (proprio a cominciare dalla Mercedes) preferiscono pensare al 2022.
Ieri a Zandvoort non era facile dispiegare il potenziale a disposizione. Per nessuno. Pista nuova, curve sopraelevate (i “banking” in stile Indy) che non si affrontano mai, asfalto in rapida evoluzione, condizioni di aderenza strettamente legate alla temperatura, soggetta a variazioni repentine. In questo contesto, però, Verstappen non ha sbagliato nulla di nulla e ha messo tutti in riga. «E’ una sensazione fantastica ottenere la pole qui. La folla è incredibile. Oggi è andata bene, ma mi devo concentrare per finire il lavoro quando serve, cioè in gara. Ma questo non toglie che questo pubblico sia straordinaria. E’ stato molto bello guidare di fronte a loro. L’auto era molto bella da guidare, la pista è incredibile. E quando senti la sensazione giusta è davvero “cool” (una figata, ndr). Partire dalla pole è la cosa migliore, perché che superare è difficile, ma non mi aspetto una gara facile. Ci sono tanti giri, le gomme faticano ad alte velocità. restiamo calmi». Lo dice forse più a se stesso che agli altri…
Il più calmo, però, sembra essere Lewis Hamilton . Cosa che non stupisce. Si veste di arancione e ringrazia il pubblico del sostegno, benché sia evidente che lo fischino tutti.
«Voglio ringraziare i tifosi olandesi, gli “orange”. Il circuito è fantastico, la pista è bellissima. Adoro venire in questo paese e mi piace l’accoglienza, perché sono grandi appassionati di sport, come me del resto. Il giro di Max è stato fantastico ma io gli sono arrivato molto vicino. Ho cercato di prenderlo in tutte le sessioni, ma ci sono state tante interruzioni, che mi hanno un po’ disturbato. Credo che la gara sarà durissima. Ma questo è un posto meraviglioso nel quale correre. Non vedevamo da tanto un pubblico così. Spero che alla fine scaturisca una bella gara».
Della partita, però, saranno in tanti, non solo i due big. Bisognerà considerare il ruolo di Valtteri Bottas , quello di Pierre Gasly (anche se la Alpha Tauri tende a essere meglio in qualifica che in gara), quello della coppia Alpine (convincenti sia Ocon sia Alonso ).
Da segnalare che, nonostante le norme anti contagio vengano applicate in maniera ferrea in Formula 1, un pilota è rimasto vittima del covid. Si tratta di Kimi Raikkonen , costretto a saltare la corsa (e chissà se tornerà negativo per Monza, che è domenica prossima). Al suo posto il pilota di riserva, che è nientemeno che Robert Kubica . Il polacco (36 anni) è tuttora in attività (è tester e terzo pilota Alfa, corre nel Dtm) ma in Formula 1 manca dall’ultimo GP che è stato nel 2019 con la Williams (questa sarà la 98ª gara). Non ha un tempo spaziale, ma ha dato l’impressione di avere la situazione sotto controllo ed è comunque bello rivedere all’opera uno come lui.
F1 oggi in TV su TV8 e Sky, dove vedere la gara di Zandvoort
Tutte le gare del Mondiale di Formula 1 2021 sono trasmesse in diretta TV su Sky e in live streaming su Sky Go. Non fa eccezione il GP d’Olanda che si può vedere sui canali satellitari Sky Sport Uno (canale 201 del decoder satellitare) e Sky Sport F1 HD (canale 207). È possibile vedere la gara di Formula 1 di oggi in diretta streaming anche NOW, solo dopo però aver acquistato il ticket per il singolo evento. Diversi gli orari TV invece per quanto riguarda la trasmissione in chiaro del GP d’Olanda con la gara olandese che va in onda in differita su TV8 (canale 8 del digitale terrestre) a partire dalle 18.00. La telecronaca è affidata a Carlo Vanzini, mentre Marc Genè e Matteo Bobbi si occupano del commento tecnico.
Ci sono tre piloti Ferrari in pista, due sulla Rossa e uno (la loro riserva) sull’Alfa Romeo. I due “rossi rossi” – parlando di qualifiche – hanno vissuto una buona giornata. Ma Charles Leclerc ha avuto qualche incertezza (che è pesata), mentre Carlos Sainz è andato a sbattere al mattino, rovinando pesantemente l’auto (che i meccanici hanno riparato a tempo di record). Meglio di tutti il terzo uomo, ossia Antonio Giovinazzi . Vuoi perché ha firmato un ottimo tempo (parte settimo, in quarta fila), vuoi perché ha interpretato bene il ruolo di capo squadra nel giorno in cui il covid ha fermato Kimi Raikkonen (al suo posto c’è Robert Kubica ).
«Avrei potuto essere in quarta posizione – ammette Leclerc – ed è un peccato non averla ottenuta per un soffio. Ma alla fin fine un quinto e un sesto posto sulla griglia per noi sono un buon risultato. Probabilmente sono stato un po’ troppo aggressivo nella scelta della regolazione dell’ala anteriore prima dell’ultimo tentativo e così ho perso un po’ il controllo del retrotreno nel settore centrale». Comunque il potenziale della ferrari era quello, per fortuna di tutti assai migliore rispetto a quanto si era visto in Belgio.
Per la gara saranno decisivi tanti fattori, tra cui la “tenuta” delle gomme. «Questo è qualcosa che ancora non ci è completamente chiaro, anche perché non siamo riusciti a portare a termine molte simulazioni nel corso delle prove libere. Vedremo in corsa come regolarci. Di sicuro sarà fondamentale una buona partenza, dal momento che i sorpassi sono difficilissimi qui». Il che può anche riportare alla mente scenari “ungheresi” che sarebbe meglio evitare (ma in quel caso Leclerc era incolpevole).
Sainz, s’è detto, ha vissuto una mattinata a dir poco travagliata. «È stata una delle qualifiche più difficili dell’anno e di sicuro la più stressante. Dopo l’incidente, ci è stata restituita la vettura al box solo dopo venti minuti oltre la fine della sessione. Per questo i meccanici hanno dovuto lottare contro il tempo per sistemare e controllare tutto, ma la squadra ha davvero svolto un lavoro incredibile: era impressionante vederli all’opera intorno alla macchina. Grazie a tutti».
Nonostante questo (e nonostante lo stress), la qualifica è stata positiva: «Dopo tutta quella tensione, una volta che sono riuscito a scendere in pista, mi sono concentrato sul sintonizzare la mente sulla qualifica e sul riprendere giro dopo giro la confidenza con la vettura. Sono riuscito a recuperare bene e alla fine il risultato è stato buono. Sorpassare oggi non sarà facile, ma ho l’opportunità di portare a casa un buon numero di punti ed è quel che cercherò di fare».
Giovinazzi ha invece il compito (il sogno?) di portare in alto la sua Alfa Romeo e magari mettere un altro tassello verso la riconferma. «Fin da venerdì abbiamo dimostrato il nostro potenziale, come era successo anche a Monte Carlo;a voglio ringraziare la squadra per aver risolto il problema del dado di fissaggio della ruota anteriore destra. Avrei potuto rischiare di non sostenere la “Q3”».
Doveva essere il weekend arancione, come il colore dei tifosi olandesi (ieri ben 70.000) di Max Verstappen che finalmente possono vedere il loro idolo giocare in casa, a pochi metri dal Mare del Nord.
In realtà il venerdì è stato soprattutto rosso, per merito dell’1-2 ferrarista nelle libere con Charles Leclerc unico pilota sotto il muro dell’1’10” e Carlos Sainz alle sue spalle. Ma soprattutto per via delle numerose interruzioni che hanno spezzettato le due sessioni, raccontando una prima verità sul ritorno di Zandvoort nel Circus 36 anni dopo l’ultima edizione (con l’ultimo successo di Niki Lauda , in un podio da 10 titoli assieme ad Alain Prost e Ayrton Senna ): caratterizzato dalle affascinanti sopraelevate di Curva 3 e Curva 14, quest’ultima dedicata all’eroe oranje di Indy Arie Luyendyk , il tracciato olandese è tra i più tortuosi del Mondiale, con scarse possibilità di sorpassare.
Per questo la Ferrari ha saggiamente puntato forte sulla simulazione della qualifica, per cercare di trovarsi davanti e difendere la posizione: a giudicare da ieri, le prospettive sono promettenti.
Nel tardo pomeriggio il ds ferrarista Laurent Mekies ammoniva che «si tratta soltanto di venerdì, e nelle terze libere tutti i rivali lavoreranno in ottica qualifica ». Ma gli occhi di un Charles Leclerc in pole già a Montecarlo – dove però non aveva avuto modo di sfruttare la partenza al palo su una pista nemica dei sorpassi – e Baku suggerivano la voglia di tentare la sorpresa: «Mi sono trovato subito bene su una pista che, con l’aderenza generata da queste gomme, offre tratti esaltanti – ha detto il monegasco -. In qualifica, poi, tutto è possibile, e questo è un tracciato nel quale il rischio può dare buoni frutti».
L’entusiasmo misurato dell’indomabile Charles («comunque i rivali non hanno mostrato tutto il potenziale») hanno trovato riscontro nell’anima più razionale, quella di Sainz: «Ci aspettavamo di andare meglio rispetto a Spa, qui abbiamo trovato sensazioni migliori» è stata la faccia più positiva della medaglia per lo spagnolo. «Ma senza tutte quelle interruzioni, Mercedes e Red Bull sarebbero andate meglio di noi, e forse lo stesso Lando Norris ».
La verità, come sempre, sembra risiedere nel mezzo. Leclerc ha il colpo in canna sul giro secco, come dice il rapporto tra pole position (9) e successi in gara (2), e un circuito così ricco di curve – anche se veloci, la media sul giro di Charles è stata di 215 orari – è più favorevole alla SF21: «Questo è un tracciato stile-Budapest, quindi più vicino a ciò che è favorevole a noi, è uno scenario lontano rispetto a Spa» ha continuato Mekies, memore di come una settimana fa le due Rosse avevano mancato l’accesso alla Q3.
Sull’altro lato, però, è vero che Verstappen ha firmato il giro più veloce con gomme che avevano già affrontato un primo tentativo, e che Lewis Hamilton nel pomeriggio si è fermato dopo appena tre passaggi. Senza dimenticare che in mattinata il lungo stop per l’avaria all’Aston Martin di Sebastian Vettel aveva spezzato il ritmo a un parco di piloti bisognosi di macinare chilometri su un circuito nuovo per tutti. Per questo va presa con le molle anche la simulazione di gara, con le Ferrari precedute da Mercedes, Red Bull e McLaren. Di certo, in un circuito come Zandvoort, chi parte davanti può godere di un vantaggio enorme. E sul giro secco Leclerc sogna il colpaccio…
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