Dove e come vedere il match
Juventus Sampdoria si giocherà oggi domenica 26 settembre 2021. Il calcio d’inizio è fissato per le ore 12.30. Il match sarà visibile su Smart TV grazie all’applicazione di dazn e sarà disponibile anche sulle console di gioco xBox ovvero One, One S, One X, Series S e Series X e PlayStation PS4 e PS5. Sarà anche visibile attraverso i dispositivi come Amazon Fire TV stick Google Chromecast e timvision box. Disponibile anche la diretta streaming di Inter Atalanta sempre su dazn o tramite pc collegandosi direttamente al sito ufficiale e inserendo le proprie credenziali per accedere al catalogo degli eventi. Si potrà assistere al match in diretta streaming, sempre attraverso Dazn collegandosi attraverso dei smartphone e tablet. L’arbitro è Maresca di Napoli. Gli Assistenti saranno Colarossi e Prenna, il IV uomo Abisso, al Var Aureliano e Avar Ranghetti.
Appena assunto, con fatica a tratti penosa, il brodino di La Spezia, i cinque punti in classifica dopo cinque giornate e la prima vittoria in campionato possono leggersi in almeno due modi. La Juventus può e deve rialzarsi. Oppure, il catalogo è questo, inutile inseguire sogni impossibili.
Facendo valere la logica, è probabile – ma non certo – che a breve la Juve migliorerà l’avvilente dodicesimo posto in classifica. Per arrivare dove al momento non so, però sono piuttosto sicuro che Massimiliano Allegri sia il tecnico giusto per l’operazione rimonta, il solo che, pur ereditando un giocattolo quasi rotto, può tentare di riaggiustarlo con la sua esperienza e autorevolezza.
Al momento il mister è uno dei pochi fuoriclasse a disposizione. Aggiungiamoci i due centrali di difesa, pur sapendo che gli anni passano per tutti e, potenzialmente, Federico Chiesa. Altri ancora non ne vedo. A far la differenza non è Dybala, che continua a sparire dalle partite, non è De Ligt troppo discontinuo e distratto, nessuno a centrocampo, dove la scarsità tecnica è conclamata. Certo, giocatori da Juve sono Cuadrado, Danilo, in parte Alex Sandro almeno per temperamento. Il resto affonda nella medietà, poche storie.
Eppure c’è già qualcuno che borbotta, che brontola, che si interroga sulla necessità di aver richiamato Allegri e pure strapagandolo. C’è chi dopo, neppure due mesi, la spara grossa e vorrebbe cambiarlo, chi continua a sminuirne il valore e la storia, definendolo un gestore con poca fantasia anche se al primo anno di Juve cambiò schema di gioco, nella stagione della remuntada si inventò Mandzukic esterno e lui ha sempre valorizzato i giovani senza bruciarli: episodi se ne possono citare diversi. Sacrificato sull’altare ideologico del bel gioco (quello di Sarri, ma per favore?), oggi e per i prossimi tre anni si chiede a Max il rilancio probabilmente graduale di un progetto Juve con pochi campioni, più italiani, molti meno soldi da spendere. Capisco che alcuni tifosi e appassionati si sentano più competenti dei dirigenti. Beh, si mettano il cuore in pace: Allegri è e resta l’allenatore della Juve e meno male. Poi, quando le cose andranno meglio, li aspetto ancora una volta a risalire sul carro, tantoché c’è posto per tutti.
Fatto il primo salto da tre punti in classifica, la Juventus riapre le ali per trasformarlo in un volo. Quello con cui Massimiliano Allegri conta di riportarla ai vertici della classifica. Ali metaforiche e ali sul campo, dove la squadra bianconera tornerà a giocare con due esterni puri a centrocampo: Federico Bernardeschi e Federico Chiesa . Ai quali si aggiunge un Juan Cuadrado che Allegri tornerà a impiegare da terzino, ma che in fase offensiva si trasformerà in ala aggiunta.
Una decisione in parte contingente e in parte frutto solo della sua scelta, quella del tecnico bianconero. L’utilizzo di due esterni puri a centrocampo è dovuto all’indisponibilità di Adrien Rabiot (nulla di grave, ne parliamo a fianco). Con il francese disponibile, nelle partite più importanti e più dure difficilmente Allegri rinuncerà alla sua fisicità e ai suoi inserimenti. Il «centrocampo storto», per usare il termine con cui il tecnico ha descritto il reparto bianconero con un esterno puro a destra e Rabiot a sinistra, resta almeno per adesso il centrocampo base della Juventus.
La decisione di schierare Cuadrado terzino è invece frutto soltanto delle scelta di Allegri.
Alla necessità di concedere un po’ di riposo a Danilo , infatti, l’allenatore bianconero avrebbe potuto far fronte anche schierando al suo posto De Sciglio , impiegato solo per un tempo a La Spezia, e più difensivo rispetto al colombiano. D’altra parte era stato proprio Allegri, per giunta in una sfida delicatissima come quella con l’Inter a San Siro del 28 aprile 2018 (quella del 3-2 vincente di Higuain allo scadere), a riportare Cuadrado nel ruolo di terzino che occupava quando era arrivato in Italia ma che aveva poi abbandonato per anni per compiti più offensivi. Ruolo in cui è poi stato riproposto con continuità dallo stesso Allegri, da Sarri e praticamente sempre da Pirlo .
Ruolo che Cuadrado (già impiegato terzino in questa stagione contro l’Empoli, ma in un 4-3-1-2) interpreta con le sue caratteristiche: migliorato moltissimo in fase difensiva, quando la squadra attacca torna a essere un’ala micidiale nel dribbling e con uno straordinario senso dell’assist.
E così Cuadrado interpreterà il ruolo oggi, con Alex Sandro che invece si dedicherà maggiormente ad aiutare i centrali Bonucci e De Ligt nella costruzione dell’azione ( Chiellini dovrebbe essere preservato per la sfida con il Chelsea). Anche se il colombiano e il brasiliano potrebbero entrambi avanzare sulle fasce, lasciando a Locatelli (che dovrebbe tornare tra i titolari in coppia con Bentancur ) il compito di aiutare la prima impostazione.
Fasce su cui Allegri ha l’intenzione di puntare forte per mettere in difficoltà la difesa della Sampdoria visto che, come detto, senza Rabiot punterà su un esterno anziché affidare a McKennie compiti simili a quelli del francese (ipotesi comunque da non scartare del tutto, specie a partita in corso). Compiti che probabilmente avrà in parte Bernardeschi, scelto per giocare a destra, davanti a Cuadrado: impiegato in passato anche da trequartista e da mezzala, l’azzurro potrà restare largo a duettare con l’avanzante colombiano, ma anche accentrarsi per lasciargli la fascia libera. Oppure per lasciare che sia Dybala (o Kulusevski , definito da Allegri «alternativo a Paulo») ad allargarsi a dialogare con Cuadrado. Chiesa giocherà invece sulla fascia sinistra, da dove comunque taglierà verso il centro sia palla al piede per cercare la conclusione, sia senza per attaccare la profondità. E non è da escludere che le due ali bianconere possano anche scambiarsi ogni tanto la posizione in corsa. La cosa fondamentale è che facciano iniziare a volare la Juventus.
Juventus-Chelsea è già iniziata e non si esaurirà nelle doppia sfida di Champions League. Mercoledì i campioni d’Europa saranno di scena all’Allianz Stadium, mentre il 23 novembre toccherà a Paulo Dybala e compagni volare a Londra. Tra il primo e il secondo confronto – e soprattutto dopo – bianconeri e Blues si vedranno in campo neutro, a Montecarlo. Nessuna amichevole di lusso, bensì missioni di mercato finalizzate a vincere la corsa per Aurelien Tchouameni . Il 21enne centrocampista francese, a settembre lanciato in Nazionale dal ct Didier Deschamps , è un pallino del dg juventino Federico Cherubini e anche di Massimiliano Allegri . Un tentativo è già stato effettuato tra luglio e agosto. La risposta del Monaco è stata gentile, ma schietta: “non lo vendiamo”. Alla Continassa hanno registrato, però non si sono rassegnati. E, stando a quanto filtra dai salotti della Premier, nemmeno il Chelsea ha abbandonato la presa.
Il club del Principato è tutto tranne che una bottega da grandi sconti. Per Tchouameni si viaggia sui 35-40 milioni. Trattandosi di un talento Under 23, più che l’investimento in sé – comunque importante – il principale pericolo per la Juventus è quello rappresentato dalla ricca concorrenza inglese. Chelsea in primis. Il patron Blues Roman Abramovich , come ha dimostrato anche in estate con i 115 milioni spesi per Romelu Lukaku, se si mette in testa un giocatore, difficilmente non riesce a ingaggiarlo. I dirigenti bianconeri lo sanno benissimo e, proprio per questo, nelle ultime settimane hanno intensificato i contatti con l’obiettivo di guadagnare la pole position nei pensieri di Tchouameni. La preferenza del giocatpre da sola non basta per arrivare alla fumata bianca, però di sicuro aiuta.
Tchouameni – 12 presenze e 1 gol in questa stagione con il Monaco – convince sotto tutti i punti di vista, non soltanto a livello anagrafico. Il monegasco può essere impiegato come mediano davanti alla difesa, ma pure come mezzala. Al mix di fisicità, centimetri (187) e potenza abbina una discreta tecnica e una buona leadership. Tutti motivi che spiegano chiaramente perché Cherubini e Allegri vogliano aggiungerlo all’attuale centrocampo e perché un certo Paul Pogba parli benissimo del connazionale: «Aurelien non è un ragazzo, è un uomo. È un piacere giocare al suo fianco, porta tantissimo alla squadra. Energia, qualità tecnica e un’incredibile fisicità. Spero di giocare tante partite insieme a lui in futuro e di averlo sempre vicino». Vicino, in realtà, vorrebbe averlo presto anche Allegri. La Juventus ha alzato il pressing e, Chelsea permettendo, un tentativo con il Monaco verrà effettuato anche a gennaio. In caso di nuova “porta chiusa”, Cherubini tornerà alla carica in estate. Tchouameni-Juve è una pista calda, però non ancora in discesa. L’alternativa al Nazionale di Deschamps, ora come ora, è rappresentata sempre da Axel Witsel , in scadenza di contratto con il Borussia Dortmund. Profilo diverso per età (32 anni), esperienza e costi, ma comunque funzionale alla crescita del centrocampo juventino.
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