È tutto pronto questa sera si giocherà una grandissima partita che si può paragonare a una finale di Champions League. Ogni volta che si gioca un evento del genere migliaia di tifosi ed appassionati di calcio provano a collegarsi su siti web per cercare di vedere l’evento in streaming, questa pratica oltre ad essere illegale È sconsigliata per via dei numerosi virus che si annidano all’interno di questi fantomatici siti web. Il nostro consiglio è quello di seguire una diretta radiofonica piuttosto che rischiare denunce penali.
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Lo scorso gennaio avrebbe potuto essere compagno di Big Rom quando la dirigenza di viale della Liberazione e quella giallorossa avevano ipotizzato uno scambio (poi saltato) tra il bosniaco e Alexis Sanchez. Nella calda estate 2021 invece l’ex numero 9 della Roma è diventato il sostituto del belga che con tutte le sue forze ha voluto tornare al Chelsea, pronto a pagarlo 115 milioni pur di riportarlo… a casa. Dzeko a Milano si è preso la maglia di Romelu e l’affetto del popolo nerazzurro che lo ha visto segnare e lo ha applaudito sia all’esordio, l’amichevole a Monza vinta 3-0 il 14 agosto contro la Dinamo Kiev, sia alla prima di campionato, finita con il trionfale 4-0 del 21 agosto al Genoa.
Iniziare meglio per Edin era difficile: si è calato con naturalezza negli schemi di Simone Inzaghi, che conosce bene dopo anni di accesi derby nella Capitale, e per i compagni è diventato un punto di riferimento immediato. Il tecnico di Piacenza, quando Lukaku gli ha comunicato che voleva tornare a indossare la maglia dei Blues, ha chiesto di sostituirlo con l’accoppiata Zapata- Dzeko, ma la sua priorità era il bosniaco. Perché è un centravanti dall’intelligenza calcistica superiore che in campo è in grado di fare tutto e perché sapeva che sarebbe potuto arrivare a prezzo di saldo in virtù di una promessa dei Friedkin all’attaccante.
La proprietà americana ha mantenuto la parola data e ha liberato il suo ex bomber senza far pagare all’Inter neppure un euro per il cartellino: i giallorossi riceveranno 1,5 milioni se Handanovic e compagni centreranno la qualificazione alla Champions 2022- 23. Insomma, un vero e proprio affare, sia dal punto di vista tecnico sia economico per una società come quella della famiglia Zhang che ha evidenti difficoltà finanziarie. Lukaku ha 7 anni in meno di Edin e con le 64 reti firmate nelle sue due stagioni interiste ha dimostrato di essere dominante. Dzeko però è il classico “usato sicuro” che per un paio di annate (non a caso da firmato un biennale che gli farà guadagnare 4,5 milioni nel 2021-22 e 6,5 nel 2022-23), soprattutto se non obbligato a giocare ogni gara, può essere importante per la squadra e i suoi equilibri.
Si parte. E come si parte, contro il Real Madrid, la squadra che in Europa e nel mondo simboleggia più di altre la Champions, vinta ben 13 volte. L’Inter ha affrontato i Blancos già un anno fa, sempre nel girone eliminatorio, e fu sconfitta due volte, lottando a Valdebebas (3-2) e soccombendo male a San Siro (0-2, anche perché in dieci per un’ora, causa espulsione Vidal ). Questa sera tutti vogliono che il copione sia differente, così come l’esito finale.
Si vuole cominciare bene questa Champions, dar fin dall’inizio un indirizzo differente rispetto agli ultimi anni, visto che con Conte in panchina erano arrivati due pareggi tutto sommato deludenti proprio a San Siro, prima con lo Slavia Praga (2019) e poi col Borussia Monchengladbach (2020).
Il sogno è una vittoria che esalti San Siro che finalmente riaprirà le sue porte a una gara di tale importanza, magari come quella del 18 settembre 2018, quando i nerazzurri di Spalletti alla prima gara in Champions dopo sei stagioni d’assenza si imposero 2-1 con una clamorosa rimonta finale contro il Tottenham di Pochettino (al gol di Eriksen , allora ancora uno Spurs, risposero Icardi e Vecino rispettivamente all’86’ e 92’).
Come ormai è arcinoto, però, a segnare i percorsi dell’Inter nelle ultime tre edizioni della Champions sono state le ultime gare del girone, tutte a San Siro e tutte fallite. Quest’anno si terminerà al Bernabeu e chissà che il destino non riservi novità.
Simone Inzaghi l’anno scorso era sulla panchina della Lazio e alla prima esperienza in Champions passò il turno, approdando agli ottavi. Oggi è il suo obiettivo minimo, vuole arrivare alla fase a eliminazione che l’Inter non centra dalla stagione ’11-12. A caricare lui e la squadra ci ha pensato anche il presidente Steven Zhang , intervenuto via telematica ieri mattina. Ha radunato tutti nella sala video, compresi i dirigenti (fra cui Marotta, Ausilio e Zanetti), e, nonostante le difficoltà di Suning emerse negli ultimi mesi che hanno costretto la società a un mercato complicato, ha ribadito l’impegno e la volontà di mantenere l’Inter competitiva in tutte le manifestazioni e l’obiettivo di continuare a vincere. Zhang – fa sapere il club – ha chiesto alla squadra «di giocare con coraggio, libera da pressioni, di dare sempre il massimo sul campo contro ogni avversario». Infine il presidente, tornato in Cina a fine giugno scorso, ha dato il benvenuto ai nuovi arrivati e a loro ha ricordato le responsabilità e i valori per chi indossa la maglia nerazzurra.
«Il passato è il passato, abbiamo una grandissima opportunità di scrivere una bella pagina per il presente». Inzaghi ieri non si è mostrato ovviamente intimorito da un vernissage di tale portata in Europa. Rispetto per l’avversario e per un “santone” della panchina come Carlo Ancelotti, ma tanta voglia di far bene e molta serenità, tant’è che dopo la rifinitura e il pranzo, ha mandato a casa tutti i giocatori che si ritroveranno solo stamani alla Pinetina. «Partiamo contro la squadra più forte del girone, ma lo facciamo nel nostro stadio – ha incalzato Inzaghi.
Sarà bellissimo esordire davanti ai nostri tifosi in un palcoscenico così, noi vogliamo sovvertire il dato non solo dell’anno scorso, ma degli ultimi dieci anni in Europa: abbiamo l’obiettivo di passare il girone».
Per assurdo, l’Inter un anno fa perse due volte contro un Real che non sembrava al massimo della forma. Quello di quest’anno, nonostante alcune assenze e una difesa stravolta dalle partenze di Sergio Ramos e Varane, arriva a San Siro forte di un ottimo avvio nella Liga, con 10 punti in 4 gare (primo in classifica) e ben 13 gol segnati. «Bisognerà fare le due fasi nel migliore dei modi perché il Madrid, col rientro di Modric, avrà tanto palleggio, bisognerà essere bravi a fare un buon possesso e farli correre quando avremo la palla noi – ha analizzato il tecnico nerazzurro -. Del Real mi preoccupa l’organizzazione che Ancelotti sa dare alle sue squadre.
Dovremo essere bravi a concedere il meno possibile a una squadra che può punirti in qualsiasi momento, servirà la partita perfetta. Se è meglio o peggio affrontare subito una big? Cambia poco nell’economia del girone, sarà una gara bellissima da vivere».
E a proposito di Ancelotti, come anticipato, Inzaghi si è dimostrato assai rispettoso dell’avversario: «Penso sia uno degli allenatori più vincenti della storia – ha sottolineato Simone -. Un grandissimo che ho sfidato quando era a Napoli e con cui è un piacere parlare di calcio. Mio fratello Pippo ne parla nel migliore dei modi, Ancelotti è un vincente nato».
Un allenatore, Carletto, senza dubbio con maggiore esperienza in Champions di Inzaghi. Al di là delle tre Champions vinte con Milan (2) e Real (1), lo dicono le panchine, 172 per Ancelotti, 8 per Inzaghi: «Da allenatore tra Europa League e Champions un po’ di esperienza me la sono fatta – ha sorriso Simone -, normale che Ancelotti ne abbia più di me, ma ci siamo preparati nel migliore dei modi, giocheremo con il coltello tra i denti».
Carlo Ancelotti ritrova in un colpo solo il Real Madrid in Champions League e lo stadio dove ha iniziato a prendere confidenza con i trionfi europei. Riparte da San Siro l’inseguimento alla Coppa che ha reso celebre l’allenatore emiliano, grazie ai successi ottenuti prima da giocatore e poi da allenatore del Milan, proseguiti a Madrid nella sua prima avventura sulla panchina ‘merengue’.
Il primo avversario internazionale della sua seconda avventura madridista è il rivale di derby degli anni rossoneri: «Però confermo che da piccolo ero tifoso dell’Inter – dice Ancelotti nella conferenza stampa della vigilia – e ho anche sostenuto un provino per l’Inter, poi sono andato alla Roma. Per varie ragioni ho cambiato la mia fede calcistica. Ma l’Inter è sempre rimasto un avversario da affrontare in modo speciale, con grande rispetto».
Nell’ambiente del Real tutti sperano che scocchi nuovamente la scintilla tra Ancelotti e la Champions League, dopo un buon avvio che vede ‘los blancos’ in testa alla Liga alla 4ª giornata insieme a Valencia e Atletico Madrid. Il ricordo ancora indelebile è quello della tanto attesa ‘decima’, conquistata con l’allenatore italiano in panchina nel 2014, nell’epica finale vinta contro l’Atletico Madrid a Lisbona: «Questa competizione affascina ed esalta tutto il mondo del Real. La vittoria di sette anni fa è ancora qualcosa di speciale nella mia mente. Le mie motivazioni sono le stesse che avevo in quella splendida stagione. Si avvertono sensazioni particolari quando inizia la Champions per il Real. Non è un caso se questa squadra ha sollevato 13 volte la Coppa Campioni. Ma non posso dire chi sono i favoriti di un torneo che deve ancora iniziare. Posso solo dire che noi lotteremo per arrivare fino in fondo».
Ancelotti, però, non vuole caricare di eccessive aspettative europee il suo ritorno al Real: «La sensazione più bella è quella di andare tutti i giorni ad allenare a Valdebebas», spiega Carletto che non crede a un ridimensionamento dell’Inter in seguito alle cessioni eccellenti di Hakimi e Lukaku : «L’Inter ha la stessa struttura. Ha venduto giocatori forti, ma ne ha acquistati di altrettanto importanti. E ha un nuovo allenatore che ha portato nuovi stimoli. Noi vogliamo vincere la partita e controllare il gioco, perché questo è il nostro modo di dare equilibrio alla squadra anche in fase difensiva. Siamo in un buon momento e stiamo giocando bene. Sarà una partita molto aperta».
L’allenatore italiano ha dovuto rinunciare all’ultimo momento a Marcelo e Bale : «Marcelo stava bene e fino a lunedì era tra i convocati. Ma al termine dell’ultimo allenamento ha avvertito un piccolo fastidio che ha sconsigliato di farlo partecipare alla trasferta. Peccato, perché la sua esperienza avrebbe potuto essere fondamentale a San Siro. Tornerà presto. Bale ha provato, ma dovrà stare fuori qualche giorno».
Alaba ha recuperato e dovrebbe essere in campo: «Si è allenato individualmente fino a lunedì, nella rifinitura ha lavorato con la squadra. Vedremo ma penso possa giocare», spiega Ancelotti che scherza su Modric : «Si riposerà, ma solo fino al calcio d’inizio».
A Madrid c’è molto entusiasmo per i progressi evidenziati da Vinicius , già autore di 4 gol nelle prime quattro giornate della Liga: «Adesso è più freddo davanti alla porta, ma è lo stesso giocatore delle scorse stagioni. Ha la stessa brillantezza. Probabilmente adesso ha più fiducia nei suoi mezzi e sta meglio fisicamente». Ancelotti sa come trattare i cavalli di razza.
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