Protagonisti? Ce ne sono tanti. Alcuni già trovati, altri da sistemare in un puzzle che funziona. Prendiamo Tonali: «Un giocatore di grande qualità, ha avuto bisogno di tempo per ritrovarsi in un sistema di gioco diverso, ha fatto enormi progressi e i margini di miglioramento sono ampi».
Stefano Pioli affronta il Benevento di Filippo Inzaghi con il consueto senso della misura. «Inzaghi ha rappresentato il massimo per tutti i centravanti d’area, certamente a uno con le sue caratteristiche avrei trovato un posto in squadra e ci avrebbe dato una grossa mano, ma sono felice con i giocatori che ho, sul mercato vedremo.
Da allenatore Pippo ha fatto le sue esperienze e il Benevento è una squadra difficile da affrontare. Ma lo sappiamo tutti, a cominciare da Ibra che ho salutato prima della partenza e mi ha detto “Mi raccomando, è una partita importante”. Siamo concentrati a ambiziosi.
Gli altri ci aspettano, noi siamo pronti a mostrare le nostre qualità. Non abbiamo raggiunto nulla, anche se abbiamo fatto un bel cammino. La sconfitta con l’Atalanta nel dicembre 2019 è una cosa che non abbiamo voluto si ripetesse e contro la Lazio a fine 2020 abbiamo studiato ogni dettaglio per chiudere bene l’anno. Il gol più bello del 2020? L’ultimo alla Lazio, ma il bello deve venire e sinceramente non mi piace molto parlare del passato. Pensiamo a quello che dovremo fare nelle prossime giornate». Il futuro comincia a Benevento. «Milan on fire? L’entusiasmo va cavalcato, ma c’è tanto da giocare».
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Le cose che hanno in comune Diogo Dalot e Rafael Leao formano una lista lunga così. Le più banali: parlano la stessa lingua, vedono il calcio allo stesso modo. La meno scontata: il decollo tra i big non è ancora arrivato. La più complicata: questo pomeriggio dovranno assolvere al meglio la funzione di vice nel Milan. E se i titolari dei ruoli da coprire si chiamano Hernandez e Ibrahimovic, allora vi sarete fatti un’idea di quanto delicato sarà l’inizio d’anno della coppia portoghese.
Promesse La loro storia scorre in parallelo, fin da quando erano ragazzini. Entrambi classe 1999 – sono nati a 84 giorni di distanza, Dalot è il più grande – hanno vissuto un’adolescenza con l’etichetta di gioiellino appiccicata addosso. E l’hanno portata con disinvoltura, facendosi spazio a forza di gol e giocate nelle giovanili di Porto e Sporting, miniere del talento portoghese e continentale e vetrine ideali per spiccare il volo. Insieme hanno cullato il sogno di conquistare l’Europa e ci sono riusciti, sulla soglia dei 17 anni, con la maglia della nazionale. Leao era promettente ma incostante (vi ricorda qualcosa?) e aspettava il suo turno in panchina.
Dalot governava la fascia destra attraversandola come un treno: partiva da dietro, terzino, sbucava davanti ai portieri avversari e segnava, proprio come fa il Theo straripante che dovrà sostituire a Benevento. In quell’Europeo Under 17 vinto nel 2016 in Azerbaijan, Dalot segnò due gol, uno all’Olanda in semifinale e un altro alla Spagna di Brahim Diaz in finale, quasi in fotocopia: inserimento sull’esterno e diagonale preciso. Perché Diogo è così, interpreta il ruolo più da ala aggiunta che da esterno basso, come fanno i terzini moderni che esaltano le big d’Europa. Non a caso Mourinho e lo United calarono sul piatto 22 milioni per ingaggiarlo, tre anni fa: il prestito secco grazie al quale è arrivato al Milan è un indizio del fatto che a Manchester hanno ancora fiducia nelle sue qualità.
Anche Rafael Leao ha cambiato maglia e paese in quella estate, ma il passaggio al Lilla ha fatto da corridoio per lo sbarco al Milan nella scorsa stagione: per adesso, i24milioni investiti dalla proprietà fruttano gol solo a sprazzi, anche se l’ultimo, il lampo da record sul campo del Sassuolo (6 secondi e 76 centesimi) ha ricordato a tutti di che pasta è fatto Rafa. Esplosività, tecnica, velocità: è di questo mix che Maldini e i suoi colleghi si sono innamorati ed è con queste carte che il 21enne di Almada può conquistarsi un posto fisso nel Milan. Magari mettendo in pratica con continuità gli insegnamenti di Ibra, che un anno fa ricominciava in rossonero e lo sceglieva come fratello da svezzare: quando lo svedese tornerà al proprio posto Leao tornerà a duellare con Rebic per una maglia sulla sinistra della trequarti, intanto è il caso di cogliere l’attimoe sfruttare lo spazio che Pioli gli concederà da qui a metà gennaio. Intesa Paradossalmente, in questi primi mesi condivisi al Milan Leao e Dalot hanno passato più tempo insieme fuori dal campo che in partita.
Tra loro c’è una bella amicizia che dura dai tempi delle Under portoghesi, si sentono spesso e si vedrebbero anche di più se non ci fossero i vincoli dell’emergenza sanitaria a ridurre ai minimi termini la vita sociale lontano da Milanello. Leao ha aiutato Dalot nei primi tempi, ne ha accelerato l’ambientamento nel gruppo e in città, ma l’intesa in campo si è vista poco. Insieme hanno giocato titolari solo nel 2-2 in casa del Genoa, e non fu un granché: Diogo fece rimpiangere Theo–a segnare fu un terzino, ma Calabria, sulla corsia opposta − e Leao fece disperare Pioli, che passò una serata a spronarlo da bordo campo senza raccogliere frutti. Per spingere il Milan capolista ad altri tre passi avanti in classifica, oggi, servirà altro. Qualcosa che somigli più ai 45 minuti sfavillanti nel tris allo Sparta Praga in coppa, quando Diogo apparecchiò per Rafa con una chicca di esterno destro e poi festeggiò la prima rete in rossonero con il solito diagonale. Tutto e subito, come quando i due campioncini in potenza non erano i vice di nessuno.
Zlatan Ibrahimovic oggi tornerà a Milanello e il primo appuntamento per lo svedese sarà quello con lo staff medico. Sono previsti in giornata gli esami strumentali al polpaccio per capire a che punto sia il riassorbimento della soffusione emorragica del soleo del polpaccio sinistro. Questo infortunio era arrivato alla fine dell’allenamento di venerdì 18 dicembre, che lo aveva visto tornare in gruppo dopo aver superato la lesione al bicipite femorale della coscia sinistra rimediata nella parte conclusiva della trasferta di Napoli. Le sensazioni sono buone, con Zlatan che ha seguito alla lettera le indicazioni del dottor Mazzoni sia prima sia durante la sosta natalizia del campionato. Ibra è carico, ma ovviamente molto passa dallo stato dell’arte del suo ultimo infortunio. Il grande sogno sarebbe quello di compiere un miracolo fisico ed essere a disposizione contro la Juventus, ma da quanto filtrato nelle ultime ore da Milanello, non ci sarebbe alcuna intenzione di affrettare i tempi del suo ritorno in gruppo, proprio perché si vuole avere la certezza totale di una completa guarigione. Correre il rischio di forzare il rientro per poi perdere Ibrahimovic nella fase cruciale della stagione sarebbe un errore imperdonabile tanto è vero che, al momento, non sono state fissate date di rientro ipotetiche. Nessuno avanza pronostici, i tempi clinici richiedono il loro giusto decorso e l’ultimo stop ha creato un altro strato di prudenza.
Ma l’altra novità è la presenza di Ibrahimovic all’interno di tutte e cinque le serate del Festival di Sanremo, che si terrà dal 2 al 6 marzo. Lo ha annunciato Amadeus, conduttore della kermesse canora insieme a Rosario Fiorello, durante la conferenza stampa di ieri: «Posso anche ufficializzare la presenza in tutte le cinque sere di Zlatan Ibrahimovic: non salterà nessuna partita del Milan, nonostante io da interista ci abbia provato in tutti i modi». Il Milan era già stato informato dal giocatore della partecipazione al Festival, frutto di un accordo contestuale alla firma del nuovo contratto siglato in estate con il club rossonero. Al momento non sono ancora state stabilite le modalità di partecipazione di Ibra, visto che il Milan giocherà il 3 marzo contro l’Udinese a San Siro mentre il 7 sarà in scena al Bentegodi contro il Verona. Vista anche la bolla anti-covid che verrà creata per i partecipanti al Festival, è ampiamente ipotizzabile che Ibrahimovic possa partecipare con collegamenti da casa e, nel giorno di Milan-Udinese, con qualche contributo registrato vista anche la concomitanza di orario (le 20.45) tra la partita con i friulani e la seconda serata di gara. Ed è un momento magico per Ibrahimovic a livello di richieste sul piano dell’immagine, visto che – recentemente – anche un’azienda leader nella produzione di abbigliamento da lavoro aveva preso contatti con il suo entourage per averlo come testimonial.
I NUMERI
Il 2020 di Ibrahimovic, che si chiuso anzitempo a livello sportivo, rimangono importanti se si considera che Zlatan, all’inizio della stagione 2020-21, è rimasto fermo ai box anche a causa del covid-19. Nelle dieci partite su 23 ufficiali nel corso delle quali ha segnato 11 gol, 10 di questi in campionato dove rimane nella top 3 dei cannonieri. Un impatto ancora devastante, quello di Ibrahimovic, che dallo scorso 6 gennaio – giorno del suo esordio bis – ha giocato 30 partite con 22 gol all’attivo.
Simon Kjaer è nuovamente un giocatore a disposizione di Stefano Pioli. Il difensore danese ha svolto tutto l’allenamento con la squadra, evitando la partitella finale, ma dando importanti segnali sulla sua condizione fisica, segno evidente che il problema muscolare rimediato all’inizio della gara contro il Celtic è ormai alle spalle e sarà così convocabile per la partita di domenica 3 gennaio contro il Benevento al Vigorito. Pioli ha potuto abbracciare un gruppo abbastanza nutrito di giocatori, nonostante la seduta di ieri fosse facoltativa, mentre oggi la squadra sarà a ranghi completi per iniziare il lavoro in vista del tour de force di gennaio. Sono attesi oggi a Milanello i vari Ismael Bennacer, Zlatan Ibrahimovic, Franck Kessie e Hakan Calhanoglu, che sosterranno i tamponi rapidi per poi mettersi al lavoro. Il turco ed centrocampista ivoriano (che ritorna dalla squalifica) saranno in gruppo, mentre per Bennacer e Ibra ci saranno le terapie previste dai loro programmi di recupero e tra oggi e domani, tutti gli acciaccati (ivi compreso Castillejo, che ieri ha fatto un lavoro personalizzato) verranno sottoposti ad esami strumentali per capire a che punto siano i recuperi dai loro infortuni. Anche Matteo Gabbia sta meglio con il ginocchio, segno tangibile di come il recupero stia procedendo nel verso giusto, ma anche nel suo caso non si vogliono affrettare i tempi.
Con il ritorno di Kjaer e Kessie a disposizione di Pioli, ecco che l’allenatore milanista può rimettere a referto due titolarissimi del suo undici-base, anche se i loro supplenti hanno messo in campo delle buone prestazioni. In difesa, con Theo Hernandez squalificato per un turno (tornerà a disposizione in vista della Juventus), la linea a quattro davanti a Gigio Donnarumma dovrebbe prevedere Calabria e Dalot sulle fasce mentre Kjaer affiancherà Romagnoli. Kessie si riprenderà la sua maglia da titolare in mezzo al campo, dove farà coppia con Sandro Tonali mentre sulla trequarti – ad oggi – è ipotizzabile il tridente titolare formato da Saelemaekers, Calhanoglu e Rebic alle spalle di Leao. Oggi seduta pomeridiana, domani lavoro mattutino mentre il 1° è previsto allenamento pomeridiano. Sabato rifinitura mattutina e partenza alle 16.30 da Malpensa verso Napoli per poi raggiungere Benevento in pullman.
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