Siamo dalle parti delle famiglie che hanno fatto la storia del cinema italiano. Carlo e Silvia, insieme al fratello Luca, sono i figli di Mario, docente universitario di Storia del cinema, dirigente del Centro Sperimentale di Cinematografia e critico cinematografico, un intellettuale di riferimento, come si diceva in quegli anni. Christian è il figlio del maestro Vittorio De Sica, quattro volte premio Oscar, che Orson Welles considerava il miglior regista del mondo.
Un padre decisamente ingombrante, eppure Christian si è destreggiato con soave leggerezza nel ruolo di “figlio di”, senza alcun accenno di astio ribelle, ma con ammirazione, citazione, gratitudine e originalità. Avrebbe potuto perdersi nel compiacimento da viziato e tenersi solo i benefit della sua condizione, senza aggiungere nulla di suo. Oppure, patire da frustrato il confronto. Invece, è attore e regista a sua volta, e quando racconta della sua infanzia e adolescenza, lo fa con sguardo lucido, intelligente e autoironico: «Quando arrivava il tempo delle vacanze, papà chiedeva a me e Manuel (il fratello maggiore, autore di colonne sonore, scomparso nel 2014, ndr): “Ragazzi, dove volete andare? Sanremo, Monte Carlo, Saint-Vincent, Venezia?”. Insomma, tutte situazioni dove poteva garantirsi l’accesso a un casinò, perché come sapete era un giocatore d’azzardo». Il vizio del gioco d’azzardo causa infatti notevoli problemi finanziari alla famiglia, che per Vittorio è la numero due, dopo il divorzio ottenuto in Messico dall’attrice Giuditta Rissone, mamma della primogenita Emilia, per poter sposare Maria Mercader, mamma di Christian e Manuel.
I Verdone invece sono una famiglia inossidabile, tradizionale nel senso migliore del termine. Carlo lo ha raccontato molte volte: «Ho un ricordo armonioso, caldo, di noi tutti, tutta la famiglia, i genitori, mio fratello Luca che ha tre anni meno di me e mia sorella Silvia, più piccola di 8.
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