La forza della natura, il potere dell’acqua, la voglia di rinascita. Caterina Balivo è appena tornata da un viaggio di lavoro all’estero, per una campagna internazionale, e lì sono state scattate le splendide foto esclusive di queste pagine. Immagini che infondono quiete, fanno sognare e pensare alla meraviglia che ci circonda, a come fare per garantirne la salvaguardia.
È questo il nuovo impegno di Caterina, che ha una forte sensibilità ecologica e da poco è stata nominata madrina dell’Oceano per l’Unesco fino al 2030. «Da sempre mi occupo di ambiente, come cittadina si intende.
Fin da piccola mia mamma ha insegnato a me e alle mie sorelle la raccolta differenziata e a rispettare la natura. Sono cresciuta con una coscienza civica che, con il tempo, è diventata green anche grazie a mio marito Guido [Brera, ndr], impegnato nella battaglia contro l’inquinamento di Milano», racconta. «In estate, alla nostra famiglia capita spesso di pulire le spiagge dalle plastiche e, appena ho potuto, nei miei programmi Tv ho affrontato il tema dell’ecologia in maniera leggera ma decisa, con tutorial e interviste, per non parlare poi dei miei ingressi in studio con mezzi “verdi”: dalla classica bici al wheel, la monoruota elettrica», racconta Caterina con entusiasmo.
«Quando è partito il decennio delle Nazioni Unite per le Scienze del mare e lo Sviluppo sostenibile (2021- 2030), la Commissione Oceanografica dell’Unesco, attraverso la giornalista Diana de Marsanich, con la quale condividevo tematiche e spazi “eco” in Tv, mi ha chiamato. L’ho visto come un segnale per metterci anche la faccia, per fare qualcosa in più e ho detto subito di sì. Avere più tempo vuol dire anche poter abbracciare cause a cui tieni», dice la conduttrice che, in effetti, un po’ più di tempo ora se l’è ritagliato.
Dopo tanti anni in Tv, ogni giorno in diretta, in ultimo con Vieni da me, Caterina ha deciso di prendere una pausa. «Fare l’autrice e la conduttrice non significa lavorare due ore, quelle in cui ti vedono da casa. C’è tanto prima e dopo, riunioni, voglia di fare bene e di non lasciare nulla al caso. Io sono così, mi butto senza risparmiarmi: il lavoro diventa la mia priorità e i risultati, grazie anche a gruppi di lavoro quasi sempre femminili, si sono visti.
Ma con la pandemia ho capito che si era chiuso un ciclo», ci confida. «Dopo vent’anni di dirette, la ragazzina di Aversa piena di entusiasmi è cresciuta. Ho due figli, un marito spesso lontano da casa per lavoro… la voglia di riprendere un po’ in mano la mia vita, farmi delle domande, capire cosa fare da grande si era fatta prepotente. Se corri sempre, tante cose le perdi e, a volte, ti tocca tornare indietro per riprenderle ».
E ripartire. Dall’ecologia, dalla voglia di spaziare al di fuori della Tv, di esplorare l’animo umano. Caterina è donna che non si ferma: ama fare, creare, perciò ha iniziato a realizzare interviste per la serie podcast Ricomincio dal NO, prodotta da Chora media. «Partendo proprio da ciò che stiamo vivendo per la pandemia, ho pensato di intervistare dieci italiani, uomini e donne, di vari ambiti e di spessore internazionale, che siano visti come un modello da seguire.
Penso che lo si debba a chi ha perso ogni cosa, ai più deboli, a chi sogna nonostante tutto, a quelli che non sanno da dove ricominciare. Ascoltare le storie di chi, partendo dal basso, è andato lontano è il più grande antidoto all’impotenza e alla rassegnazione. Da qui l’idea di chiamare la serie Ricomincio dal NO e devo dire che questo progetto mi ha gasato subito, dalla prima intervista con Bebe Vio, che ha raccontato dei momenti più duri della sua vita e ci ha insegnato come la determinazione e la forza interiore siano fondamentali. Bellissime anche le testimonianze di Giovanna Botteri, Andrea Bocelli, Stefano Domenicali, Beatrice Venezi.
Chiuderò con Roberto Saviano. Gli episodi sono ascoltabili gratuitamente su Spotify, Apple Podcast, Google Podcast e Spreaker». Caterina mette buonumore ed è davvero bellissima quando volteggia nell’acqua cristallina, quando la sfiora con il palmo della mano e sembra accarezzarla. Donna autentica, schietta e di vera bellezza ha un altro fiore all’occhiello del quale andare fiera: è stata scelta dal brand Triumph per Embrace change, il progetto che invita le donne ad accettare il cambiamento del proprio corpo con positività e fiducia.
Ti sei mai preoccupata che il tuo fisico potesse cambiare ? «A volte mi sarebbe piaciuto incontrare un’amica che mi dicesse: “Guarda che il tuo corpo dopo la gravidanza cambia e, forse, dopo due anni torna quasi come prima”. Oppure vivere con piena consapevolezza anche da ragazzina, quando volevo essere Brenda di Beverly Hills e poi Sophie Marceau. Allora magrezza e perfezione fisica erano requisiti indiscutibili.
Per fortuna ora non più», sorride. «A 18 anni ho deciso di essere Caterina from Aversa, di accettarmi esattamente come sono». Poi confida: «Da tempo combatto la cellulite, ho le smagliature sulla pancia già dalla prima gravidanza e, credetemi, vederle all’inizio non è il massimo. In Tv ho fatto le mie battaglie a favore del mondo curvy, perché le donne in media vestono una 44 non certo la 38. Volevo un mondo migliore per me e sarei felice di sapere che mia figlia Cora, di 4 anni, crescendo si accettasse senza ricorrere a chirurgie o scompensi alimentari. Le ripeto come un mantra che non bisogna essere belle, ma intelligenti, gentili e generose».
Come sono lei e il tuo primogenito, Guido Alberto, di 9 anni? «Cora una guerriera, vivacissima, GA un guerrafondaio. Lei vanitosa, lui wild. Lei una regina – così si definisce – lui a tratti uno scugnizzo dei quartieri. Sono diversi, ma con lo stesso sorriso.
Il mio papà dice che Cora ha il medesimo argento vivo che avevo io da bambina e GA non sta mai fermo e combina guai, perché distratto come lo ero io»». Sono frutto dell’amore per tuo marito Guido Maria, che sostieni essere stato l’unico capace di farti cambiare programmi e stile di vita. «Stare insieme vuol dire accettare di fare compromessi. La perfezione non esiste e se vuoi seguire i tuoi figli ogni tanto qualcuno deve fare passi indietro.
Rifarei tutto, forse non cederei sul trasferirmi a Roma, ma alla fine se ci penso era inevitabile per il mio lavoro. Quindi mai guardarsi indietro, ma scegliere sempre con la propria testa ascoltando anche il proprio cuore. Guido è un uomo perbene, onesto con valori fuori dal comune, ma è anche un uomo perennemente in carriera. Quindi molto impegnato». Impegnata lo sei parecchio anche tu.
C’è un sogno professionale che culli? «Sogno di uscire da questa pandemia e capire da dove voglio ripartire per cominciare una nuova fase di vita. Tantissime persone mi chiedono quando torno in Tv con un mio programma, le voglio davvero ringraziare tutte: non pensavo di essere così amata! Ho scelto io di fare un passo indietro e, quando sarà possibile – e questo non dipende da me – tornerò con un bel progetto. Ma, nel frattempo, ci vediamo sui miei social».
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