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Forza Atalanta, il grande giorno è arrivato: questa sera con il Real Madrid hai un appuntamento con la storia. Nella gara di andata valida per gli ottavi di finale di Champions League, i nerazzurri sfidano al Gewiss Stadium di Bergamo (fischio d’inizio alle 21) la squadra più titolata al mondo. Nonostante le assenze, però, il tecnico Gasperini non si fida e in conferenza stampa ha tenuto (giustamente) un profilo bassissimo.
«È la più importante della mia carriera per il prestigio e la storia del Real Madrid – ha confidato il tecnico di Grugliasco -. La forza delle squadre incontrate in questi anni è stata altissima e forse compagini come Manchester City e Liverpool hanno fatto qualcosa in più ma i valori del Real sono quelli delle migliori al mondo».
L’analisi del tecnico atalantino è lucida e va oltre il semplice risultato del campo. «Siamo liberi, sereni e non abbiamo il favore del pronostico. Non abbiamo l’obbligo di andare avanti, “vogliamo” fare risultati, non “dobbiamo”. È importante misurarci con questa squadre per capire a che livello siamo, abbiamo ambizione ma nello stesso tempo vogliamo fare il massimo: per me questo è un vantaggio. Gare come queste ti fanno crescere».
Parola d’ordine? Umiltà. «Dobbiamo mantenere la nostra identità, con ambizione ma senza presunzione. A volte quest’anno è accaduto il contrario, voler giocare per il massimo risultato è un conto ma mettere la pressione addosso è un grosso errore e qualche volta lo abbiamo già pagato. Godiamoci la partita e giochiamola nel modo migliore, non possiamo essere considerati al pari delle top squadre. Non credo molto alle assenze, quelle tolgono certamente talento ma nelle gare della Liga il Real è stato anche più umile: questa è una qualità. Sarà una partita molto difficile, da interpretare con fiducia ma mai con presunzione».
Questa sera Gasperini incrocerà di nuovo Zidane, conosciuto ai tempi della Juventus quando lui allenava la Primavera. «Sarei molto preoccupato se dovesse giocare Zidane. Quello che ho visto fare a lui in campo l’ho rivisto in pochissimi giocatori al mondo, quando era alla Juventus e io allenavo in Primavera spesso mi fermavo a guardarlo: vedevo cose straordinarie. Oggi fatico a identificarlo con qualche altro. Quando ha iniziato ad allenare ha continuato a vincere, significa che ha il calcio nel Dna e ha confermato di essere un grandissimo».
Insieme al tecnico nerazzurro con più vittorie nella storia del club (116 in 221 gare ufficiali), in conferenza stampa si è presentato anche un sorridente Luis Muriel. «Sto vivendo questo momento con molta allegria – ha confidato il numero 9 colombiano -, cercando di godermi sempre quello che faccio. Giocare con il Real è molto prestigioso, va affrontato mettendo in campo tutto quello che si può avere a disposizione per cercare una grande prestazione. A Siviglia in casa li battemmo per 3-2 con una grande gara e loro, loro erano forma. Se metti tutti in campo e ci credi davvero si può vincere con chiunque. Noi abbiamo la possibilità di poter competere ai massimi livelli. Ci dispiace solo che non ci potranno essere i tifosi allo stadio, si meriterebbero di essere con noi in questi momento, ci sostengono sempre: speriamo che presto possano tornare allo stadio».
A Zinedine Zidane piacciono le sfide. Ogni qual volta è sembrato che il suo Real Madrid fosse destinato a finire al tappeto, Zizou è sempre riuscito a trovare il modo di far reagire i propri ragazzi. Oltre alle sue chiare doti carismatiche, infatti, sarebbe un errore grossolano sottovalutare le sue spiccate caratteristiche da studioso di calcio. Il tecnico francese è un vero e proprio appassionato di tattica e non si è mai fatto problemi a stravolgere il proprio canovaccio quando l’avversario o gli infortuni lo hanno reso necessario. Ed è proprio quello che potrebbe succedere stasera a Bergamo, sebbene il suo margine di manovra non sia molto ampio. Durante la conferenza stampa della vigilia, tuttavia, Zizou ha fatto capire di aver perso più di qualche ora di sonno con l’obiettivo di capire come riuscire a fare di necessità virtù e ottimizzare al meglio gli appena undici calciatori di campo tesserati con la prima squadra con cui è arrivato a Bergamo. Come noto, per completare la propria lista dei convocati, l’allenatore del Real, che dovrà fare a meno di ben nove giocatori (su tutti: Sergio Ramos, Benzema e Hazard), è stato costretto a ricorrere a sei canteranos: «Parlare degli assenti serve a poco. Per quanto mi riguarda preferisco concentrarmi sui calciatori che ho a mia disposizione. Se mi accontento di un pareggio? Quando entriamo in campo lo facciamo sempre con l’obiettivo di vincere. Non saremo mai contenti con un risultato inferiore alla vittoria».
In sala stampa, Zizou ci ha tenuto a ricambiare i complimenti ricevuti da Gian Piero Gasperini («se dovesse giocare sarei molto preoccupato. Per fortuna, rimarrà in panchina») ricordando come «quando giocavo alla Juve, lui era l’allenatore della primavera. Con l’Atalanta ha fatto un grandissimo lavoro, mi piace davvero tanto». E, non c’è che dire, quella di provare ad anestetizzare la prepotenza offensiva della squadra del tecnico piemontese è una sfida che Zizou ha accettato di buon grado: «Sono molto bravi davanti, attaccano bene e anche fisicamente sono forti. Per noi è una partita diversa perché di fronte avremo una squadra molto peculiare. Dovremo essere bravi ad adattarci alla partita. Abbiamo preparato alcune cose. L’intenzione è quella di scendere in campo con il nostro calcio e provare a giocare come sappiamo. È un vero e proprio peccato avere tanti calciatori infortunati… È la situazione con cui ci tocca convivere, ma abbiamo preparato bene la partita. Dovremo essere solidali e creare occasioni. Vogliamo riuscire a giocare come abbiamo fatto ultimamente in campionato. Sappiamo che tipo di partita ci aspetta, ma anche da dove veniamo e che stiamo facendo bene. La dinamica è positiva. Sono assolutamente sicuro che sarà una bella partita».
Sulla stessa lunghezza d’onda del proprio tecnico, si è fatto trovare anche Toni Kroos che ha fatto capire di aver memorizzato bene la lezione impartita alla lavagna da Zizou: «Mancano molti calciatori? Vorrà dire che ognuno di noi dovrà dare un po’ di più e, soprattutto, rimanere uniti, perché se restiamo uniti possiamo fare buone cose». Il centrocampista tedesco, vero e proprio metronomo dei blancos, è andato oltre, spiegando come il Real proverà a mantenere bassi i battiti dell’incontro: «Vogliamo controllare la partita. E vogliamo farlo attraverso il possesso palla». Idee chiare e, soprattutto, proibito sbagliare: «Per noi è una finale. La Champions League inizia ora. Sappiamo che sarà una partita difficile e non solo per le assenze, ma perché di fronte avremo un grande rivale che sa giocare bene. Ed è per questo che dovremo controllare il loro gioco con il pallone. Possiamo sicuramente fare qualcosa anche in attacco, ma prima dovremo difendere bene».
Sono 22 i convocati di mister Gasperini per la supersfida di questa sera con il Real Madrid. Come annunciato alla vigilia, l’unico indisponibile è Hateboer, tra i nomi pubblicati sul sito Atalanta.it non c’è quello di Kovalenko (fuori dalla lista Uefa) per uno schieramento che potrebbe ricalcare in tutto e per tutto quello visto domenica contro il Napoli con Gollini in porta, Toloi e Djimsiti ai lati di Romero in difesa, Maehle e Gosens esterni con de Roon e Freuler in mezzo mentre Pessina sarà il guastatore tra le linee con Zapata e Muriel in attacco.
Le possibili varianti, soprattutto a gara in corso, sono rappresentate da Ilicic, Malinovskyi e Miranchuk in avanti oltre a Pasalic che può fungere sia da interno di centrocampo che da finto trequartista. Nell’ottica delle due partite, per l’Atalanta sarebbe molto importante non prendere gol e uscire dal campo con un risultato positivo. Attenzione anche ai diffidati, per Gasperini ci sono Djimsiti e Romero che al prossimo giallo saranno costretti allo stop per squalifica. Dopo la rifinitura di ieri il gruppo è rimasto in ritiro al Centro Bortolotti di Zingonia.
L’Atalanta sogna una notte magica di Champions League contro il Real Madrid. A suonare la carica per i nerazzurri ci pensa Glenn Stromberg, 61 anni, capitano e simbolo della Dea dal 1984 al 1992.Stasera a Bergamo (inizio alle21) i nerazzurri possono fare l’impresa contro il club più titolato della storia? «Ho visto il Real giocare vera-mente male quest’anno. Se ripete la prestazione offerta con lo Shak-thar, l’Atalanta passa. Ovviamente i madrileni al 100% della condizione restano superiori; ma i nerazzurri possono giocarsela sfruttando anche le tante assenze (9 giocatori)degli spagnoli, Ramos e Benzemasu tutti». Quale sarà la chiave tattica del match?
«La coppia ZapataIlicic può es-sere determinante. In fase difensi-va i nerazzurri giocano sempre uno contro uno, magari un po’ più di attenzione difensiva rispetto alla consueta propensione offensiva può servire perché se sbagli qualcosa il Real ti punisce». Il pericolo nume-ro uno del Real?«Modric. Lui eKross formano una coppia fantastica, anche se questo Madrid non mi fa tanta paura. Hanno tanti alti e bassi, i giovani no hanno avuto l’impatto che ci si attendeva».Ilicic, Muriel e Zapata posso-no giocare insieme? «Dall’inizio no, sarebbe un atteggiamento offensivo troppo sbilanciato».
Questa Atalanta non vuole smettere di stupire: quarto posto e Coppa Italia da vincere contro la Juve. Missione possibile? «Assolutamente si. Questa Atalanta è in lizza su tre fronti e può giocarseli fino in fondo. In campionato si deciderà tutto nelle ultime giornate, ma l’Atalanta sarà tra quelle che combatteranno per il quarto posto fino all’ultimo. Possono vincere la coppa e confermarsi in zona Champions. E contro il Real l’impresa è possibile. Sono ottimista». A proposito di Gasp, le sarebbe piaciuto essere allenato da lui?«(Ride, ndr). Ha fatto un capolavoro in questi anni a Bergamo, non posso negare che sarebbe sta-to bello giocare in una Atalanta così forte». Lei è stato uno dei più grandi campioni del calcio svedese: non posso non chiederle di un giovane talento passato anche da Bergamo come Kulusevski.
Riuscirà a imporsi anche alla Juve?«Dejan sta facendo bene e giocando abbastanza per essere al primo anno di Juve. Rendimento al disotto delle aspettative? Non dimentichiamoci che ha solo 20 anni, può solo crescere e migliorare…».Infine, a proposito di svedesi, una parolina su Zlatan Ibrahimovic.
A quasi 40 anni lotta per lo scudetto anche se in Italia non mancano le discussioni perla sua partecipazione a Sanremo. «Polemiche inutili. Ok hanno perso il derby, ma tutti a inizio stagione avrebbero firmato per vedere il Milan secondo: stanno andando oltre ogni aspettativa. Ibra non sarà affatto distratto dal Festival, è un super professionista. Non a caso a 40 anni sta ancora meglio di tutti fisicamente e fa la differenza». Lo vedrebbe bene all’Europeo come stella della nazionale svedese? «Bisogna chiederlo al ct. Ovviamente all’Europeo servono i migliori e uno come Ibra può fare co-modo, ma devono mettersi d’accordo loro».
Niente da fare, anche Karim Benzema sarà costretto a guardare l’andata degli ottavi di finale di Champions League in televisione. La notizia era nell’aria sin da domenica scorsa, eppure Zinedine Zidane e, più in generale, tutti i tifosi merengues speravano di ricevere, ieri mattina, buone notizie dallo staff medico del Real Madrid. E, invece, no: come noto, la lesione all’adduttore della gamba sinistra non è grave, ma è sufficiente per spingere Zizou a lasciarlo a casa per evitare di correre il rischio di perderlo per molto più tempo. E così, i madrileni si presenteranno al Gewiss Stadium con appena undici uomini di campo tesserati con la prima squadra e ben sei canteranos a completare una lista dei convocati priva dei nove calciatori infortunati: Sergio Ramos, Carvajal, Marcelo, Odriozola, Militao, Valverde, Hazard, Rodrygo e, appunto, Benzema. Assenze pesantissime, oltre che in attacco, anche in difesa. Ed è per questa ragione che, quasi sicuramente, Zizou schiererà a Bergamo la stessa squadra che, sabato scorso, è riuscita a stento a espugnare il José Zorilla di Valladolid.
Soltanto a centrocampo, Zidane schiererà il suo tridente titolare, sebbene non si possa fare a meno di sottolineare come Modric, Casemiro e Kroos siano stati costretti a giocare quasi sempre a causa dell’infortunio di Valverde e del pessimo momento di forma di Isco. E la verità è che potrebbe essere proprio il trequartista andaluso la grande novità dell’undici del Real Madrid. E già, perché nemmeno Vinicius junior è granché in forma e Zizou potrebbe decidere di abbandonare il 4-3-3 d’ordinanza, scommettendo su un più compatto 4-3-1-2 che aggiungerebbe un uomo in più al centrocampo merengue. E quest’uomo in più in mezzo sarebbe proprio Isco che si piazzerebbe alle spalle di Asensio e Mariano Diaz, considerato che, oltre a Benzema, anche Eden Hazard si “gusterà” lo spettacolo, comodamente seduto sul divano di casa. E se dalla trequarti in su, Zidane ha, quantomeno, due opzioni a propria disposizione, in difesa, le scelte sono obbligate. Basti pensare che sarà ancora una volta Lucas Vázquez, ala con doti spiccatamente offensive, a fare il terzino destro: né Dani Carvjal né Álvaro Odriozola, i due specialisti del ruolo, e nemmeno Eder Militao – difensore centrale che, all’occorrenza, può giocare anche sulla fascia destra – potranno, infatti, aiutare i propri compagni da quella parte del campo.
L’assenza più importante, tuttavia, è quella di Sergio Ramos al centro della difesa. E non solo per ragioni tecnico-tattiche, ma anche e soprattutto perché i Blancos perdono il loro vero leader spirituale. La sua presenza in campo rappresenta una vera e propria scarica di adrenalina per i compagni di squadra. Senza dimenticare le sue qualità offensive che ne fanno una pericolosissima arma in più. E non si può certo dire che il Real non ne avrebbe avuto bisogno, se pensiamo che l’assenza di Benzema priva Zidane del calciatore che ha segnato il 34% delle reti della propria squadra (17). Dietro a lui, in questa classifica speciale, non c’è un altro attaccante, bensì un mediano, Casemiro, autore di 6 gol, gli stessi messi a referto da tutti gli attaccanti, che arriveranno oggi a Bergamo, messi assieme: Vinicius (3), Asensio (2), Mariano Diaz (1).
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