Che cos’è un viaggio? Lo staccarsi dalla propria realtà quotidiana e immersi in un mondo nuovo, diverso dalla nostra vita di tutti i giorni. E il cinema, un libro, uno spettacolo teatrale fanno questo: ci trasportano in viaggio. Ecco che Allora per noi di Gustarviaggiando, la storia, le storie fanno parte del gusto del viaggio. Quello che il nostro Enrico Zoi vi racconta qui è il viaggio di una bravissima attrice: Alice Valli.
Viaggi nel cinema ovvero i viaggi nella nostra storia: Alida Valli
Il 22 aprile del 2006 muore Alida Valli, grande attrice, diva internazionale e, come vedremo, pronta a toscanizzarsi in maniera anche energica. Quindici anni esatti oggi 22 aprile 2021. Lei che è nata a Pola da madre istriana, la pianista Silvia Obrekar, e dal Barone trentino Gino Altenburger von Marckenstein und Frauenberg, rampollo di una nobile famiglia di origini tirolesi, il 31 maggio del 1921. E quindi, tra poco più di un mese, è anche il centenario della sua venuta al mondo.
Lei che, dati i natali, ha nella realtà un nome lunghissimo – Alida Maria Altenburger von Marckenstein und Frauenberg -, ma che sceglie dall’elenco telefonico il nuovo cognome e che oltre Oceano ribattezzano semplicemente Valli. Artista dai vari nomi, artista che vive più volte.
Lei che, nel 1930, quando ha circa nove anni, con la famiglia si trasferisce a Como, dove comincerà una carriera italiana e internazionale fra le più prestigiose. Una diva autentica: brava, elegante e signora. Attività poliedrica la sua.
Gli inizi italiani: commedie e drammi, ma l’amore no…
Formatasi al Centro Sperimentale di Cinematografia, è subito protagonista sul grande schermo. Il debutto è ne ‘I due sergenti’, di Enrico Guazzoni, del 1936: Alida ha quindici anni e si ritaglia rapidamente un ruolo da attrice simbolo del nostro cinema dell’epoca fascista, rimanendo icona italiana per l’intera vita.
Interpreta commedie come ‘Mille lire al mese’ (Max Neufeld, 1938) e ‘Ore 9: lezione di chimica’ (Mario Mattoli, 1941). Recita in film drammatici, quali ‘Manon Lescaut’ (Carmine Gallone, 1940) e ‘Piccolo mondo antico’ (Mario Soldati, 1941). Grazie a quest’ultima pellicola vince a Venezia il premio speciale Volpi: migliore attrice italiana dell’anno! Nella città lagunare riceverà poi il Leone alla carriera nel 1997.
Torniamo agli anni ’40: rimasta a Roma nel 1943 (niente Salò per lei) per non partecipare a film di propaganda mussoliniana, in quello stesso anno, Alida Valli interpreta e diffonde la canzone simbolo dell’ultimo tragico biennio bellico, la famosissima ‘Ma l’amore no’ (Galdieri – D’Anzi), dal film ‘Stasera niente di nuovo’ di Mattoli. La possiamo riascoltare qui: ASCOLTA
L’esperienza americana: tra Alfred Hitchcock e Orson Welles
Prendendoci la responsabilità di qualche salto temporale (e di qualche omissione, visto che la diva di Pola colleziona in carriera ben 136 partecipazioni fra cinema e tv), rammentiamo un paio di sue grandi interpretazioni americane.
Il primo film che menzioniamo è ‘Il caso Paradine’ (‘The Paradine Case’, Alfred Hitchcock,), dove recita al fianco, tra gli altri, di Gregory Peck, Ann Todd, Charles Laughton, Charles Coburn, Ethel Barrymore e Louis Jourdan. E lei, in quanto signora Paradine, è al centro della tormentata vicenda, tratta dall’omonimo libro di Robert Smythe Hichens, pubblicato nel 1933.
Breve parentesi per una curiosità gastronomica relativa al grande Hitch e riferita più volte proprio dalla Valli. Si racconta che il regista inglese ama stare ai fornelli, a volte per sperimentare e usare i suoi ospiti come cavie e creare un po’ di suspense pure a tavola, insinuando il sospetto dell’avvelenamento! Il che potrebbe essere, commentiamo noi, un espediente per controllare i propri attori anche nelle pause. Un po’ come faceva Stanley Kubrick che, al momento del pranzo, sfidava i suoi a scacchi, certo che li avrebbe vinti e quindi – si può dire – tenuti costantemente sotto scacco!
Certo che l’immagine che Alida ci restituisce del regista inglese è divertente e (auto)ironica: Hitch che indossa un grembiule bianchissimo, simile in tutto e per tutto a quello del padre macellaio, e cucina minestre e carni!
Memorabile anche la sua interpretazione nel noir da Graham Greene ‘Il terzo uomo’ (‘The Third Man’, Carol Reed, 1949), dove Alida lavora – magnificamente – insieme a Orson Welles, Joseph Cotten e Trevor Howard. Per questo film Reed vince la Palma d’Oro a Cannes e l’Oscar per la fotografia.
Il ritorno in Italia: Luchino Visconti
Del dopoguerra ricordiamo, innanzi tutto, ‘Senso’ (Luchino Visconti, 1954), con Farley Granger, film passionale e risorgimentale ispirato all’omonima novella di Camillo Boito del 1883. Per ‘Senso’, Alida Valli ottiene la ‘Grolla d’oro’ nel 1955 e, due anni dopo, il prestigioso premio francese ‘Stella di Cristallo’. Ricordiamo la grande tensione della delusione di Livia, il ruolo della Valli, quando trova l’amato tenente Franz (Granger) in compagnia di una prostituta e scopre il vero volto dell’uomo. La drammatica scena si svolge intorno a una tavola imbandita, ma in maniera trascurata, come se gli avanzi del cibo fossero simbolo del niente che resta di una relazione. La potere vedere qui: GUARDA
Alida e ancora Alida
E poi l’affresco capolavoro Novecento (Bernardo Bertolucci, 1976) e l’inattesa performance toscanaccia e intenzionalmente sguaiata e villana del film ‘dantesco’ ‘Berlinguer ti voglio bene (Giuseppe Bertolucci, 1976), in cui interpreta la mamma di Mario Cioni (Roberto Benigni). Di lei si innamora, mosso da una disperazione che si tramuta in sentimento, Bozzone (Carlo Monni). Imperdibile e, per certi versi sconcertante, la performance della Valli, bravissima anche in questa modalità. Uno dei momenti più toccanti avviene intorno alla tavola della modesta casa Cioni, con una Alida vestita pacchianamente a festa e contenta della corte di Bozzone, che qui si dichiara: GUARDA
Chiudiamo il rapido excursus nella carriera con un’altra citazione toscana, un’ulteriore prova di carattere e versatilità dell’attrice. Il film è ‘Zitti e mosca’ (Alessandro Benvenuti, 1991), dove interpreta Clara, la mamma di Mara (Athina Cenci), dando al suo personaggio il giusto imbarazzo e la corretta sensibilità. E anche in questo caso, una delle scene clou è un pranzo in giardino che volge al termine, infarcito di nostalgie e ferite. Con le due donne, l’onorevole Massimo Mattolini (Massimo Ghini), ex fidanzato di Mara. A Clara il compito di preparare il caffè.
Alida Valli chiude la sua lunga carriera, che la vede diretta anche – citiamo random – da Dario Argento (‘Suspiria’, ‘Inferno’), Valerio Zurlini (‘La prima notte di quiete’) e Michelangelo Antonioni (‘Il grido’), con il thriller ‘Semana Santa’ (Pepe Danquart, 2002).
Quindici anni che se n’è andata oggi, cento dalla sua nascita a fine maggio: un secolo di grande cinema da incorniciare e speriamo da poter rivivere presto nel documentario ‘Alida’ di Mimmo Verdesca, del 2020.
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