Hollywood e il mondo intero sono ancora sotto shock per la morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins, uccisa da un colpo di pistola durante le riprese del film western Rust. Un colpo esploso dal protagonista Alec Baldwin, convinto di maneggiare un’ arma inoffensiva, una “cold gun” che nella prova della scena in corso sarebbe dovuta essere scarica o caricata a salve (“blank”), ma che invece aveva un proiettile vero. A terra, quel maledetto giorno, sono rimasti Halyna, per la quale non c’è stato niente da fare, e il regista, Joel Souza, ferito anche lui a una spalla dallo stesso proiettile che ha trapassato fatalmente la Hutchins.
Oggi è il momento delle indagini, che vanno avanti con gli interrogatori da parte degli agenti della polizia di Santa Fe, in New Mexico, dove era allestito il set del film. Di giorno in giorno si aggiungono nuovi dettagli per far luce su un incidente tanto terribile quanto incredibile, che sembra coinvolgere sempre più da vicino l’incoscienza dell’assistente alla regia, Dave Halls, la persona che ha passato a Baldwin la pistola fatale dicendogli che era una “coki gun”, e l’inespegista, Joel Souza, ferito anche lui a una spalla dallo stesso proiettile che ha trapassato fatalmente la Hutchins.
Oggi è il momento delle indagini, che vanno avanti con gli interrogatori da parte degli agenti della polizia di Santa Fe, in New Mexico, dove era allestito il set del film. Di giorno in giorno si aggiungono nuovi dettagli per far luce su un incidente tanto terribile quanto incredibile, che sembra coinvolgere sempre più da vicino l’incoscienza dell’assistente alla regia, Dave Halls, la persona che ha passato a Baldwin la pistola fatale dicendogli che era una “coki gun”, e l’inesperienza della maestra d’armi del film, Hannah Gutierrez-Reed. Ma c’è qualcosa che dal 21 ottobre scorso resta congelato. Ed è il dolore di chi amava Halyna, che lascia un marito e un figlio di 9 anni.
Alle lacrime disperate, incredule e inconsolabili di Matthew Hutchins (Halyna, nata in Ucraina e cresciuta in una base sovietica prima di trasferirsi negli Usa, usava comunemente il cognome del marito) e del piccolo Andros, si uniscono quelle di Alee Baldwin, distrutto, annientato, da questo incidente. In queste pagine “Chi” mostra l’attore, che di Rust era anche produttore – e l’imperfetto è d’obbligo perché la produzione del film è stata immediatamente sospesa – all’esterno di un hotel di Santa Fe assieme a Matthew e Andros. Tre statue di dolore. Tre persone che si chiedono: «Perché?», le stesse parole che continuava a ripetere l’attore fuori dalla stazione di polizia di Santa Fe subito dopo il tragico incidente.
Tre cuori invasi da un oceano di sofferenza. “Non ci sono parole per contenere il mio shock e la mia tristezza per il tragico incidente che ha tolto la vita di Halyna, una madre, una moglie e una nostra collega che tutti ammiravamo”, ha scritto Baldwin in un comunicato su Twitter poco dopo i fatti. “C’è la mia piena collaborazione con le autorità per comprendere come si sia potuta verificare questa tragedia e sono in contatto con il marito di Halyna, offro il mio supporto a lui e a tutta la sua famiglia.
Il mio cuore è a pezzi per lui, per il figlio e per tutti quelli che conoscevano e amavano Halyna”. Alle sue parole si sono unite quelle di Matthew Hutchins, che oltre a condivide re sui social ricordi struggenti di un matrimonio che durava da 16 anni, ha fatto sapere che Baldwin è stato molto vicino a lui e al piccolo Andros in questi giorni: il loro abbraccio mostrato da “Chi” è avvenuto all’ indomani della veglia privata in memoria della Hutchins cui Alee ha part due è quello che ha premuto il grilletto assassino.
Ad autopunirsi, schiacciato dal senso di colpa sta già provvedendo Baldwin (che, ironia della sorte, è uno dei più celebri attivisti contro la potente lobby delle armi negli Stati Uniti), il quale stando a una fonte molto vicina che ha parlato con il giornale People, ha cancellato tutti gli impegni lavorativi (aveva in preparazione una serie tv e due thriller per il cinema) per prendersi tempo per ricercare un equilibrio personale ora pesantemente minato. Anche perché lui non era solo la star di Rust.
Era il produttore, quindi più coinvolto come responsabilità in questo western a basso . costo, le cui riprese erano iniziate il 6 ottobre ed erano – si scopre oggi -già state funestate da polemiche e incidenti, alcuni dei quali, riguardavano proprio il tema della sicurezza. Dalle dichiarazioni raccolte finora, tra cui c’è (riportata dal New York Times) quella del regista Souza, che si sta riprendendo dalla ferita, e quelle di altri membri della troupe che preferiscono restare anonimi, emergono inquietanti leggerezze sul set di Rust nell’uso delle armi, nonostante per qualsiasi fiction si debbano seguire standard precisi, sia che si usino armi finte sia che se ne usino di vere, ma completamente scariche o caricate a salve in modo da filmare botto e scintilla, ma senza proiettili veri.
Le conte-stazioni si concentrano sull’assistente alla regia Dave Halls, di cui una ex collega che lavorò con lui nel 2019 alla serie tv Into thè dark ha raccontato alla Cnn come spesso disattendesse le regole sui controlli nell’uso delle armi da fuoco sul set, e sulla semidebuttante maestra d’armi Hannah Gutierrez-Reed, figlia di un celebre armaiolo di Hollywood, descritta come spericolata nel gestire le pistole durante la lavorazione di Rust. Tanto che c’era già stato un incidente: il Los Angeles Times ha riportato che anche la controfigura di Baldwin pochi giorni prima si era ritrovata in mano una pistola carica e che un collega della troupe aveva definito il set «poco sicuro». Allarmi che non sono bastati a prevenire la tragedia. La polizia indaga, le persone coinvolte fanno i conti con i rispettivi lutti, le responsabilità, i dubbi. Chi legge questa storia vorrebbe che si trattasse solo di un episodio della Signora in giallo, ma non lo è.
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