Controcopertina

Albano Carrisi per lui è la terza guerra mondiale



Ha scelto la Liguria, Genova con i suoi magnifici palazzi, Albano Carrisi per ripartire ora che siamo quasi tutti in zona gialla. Ironico ed in gran forma, il noto artista di fama mondiale ha partecipato al Premio Arte, Scienza e Coscienza ed è diventato turista per un giorno, approfittando della riapertura dei musei: ha visitato i Rolli accompagnato dall’assessore alla Cultura del Comune di Genova Barbara Grosso.



Proprio in questa bella città di mare Al Bano ha dato una vera svolta alla sua carriera negli anni 60. Battagliero come sempre e fiducioso del fatto che il Covid sarà sconfitto, il cantante è pronto a ripartire per le nuove tournée all’estero dove è anche molto amato. Presto andrà a Nur-Sultan, in Kazakistan, dove ritirerà il testimone del premio Arte, Scienza e Coscienza del 2021.

Pochi giorni ed il prossimo 20 maggio il cantante festeggerà un compleanno importante, 78 anni, attorniato da tutta la sua numerosa famiglia. Albano, un nome particolare il suo, voluto dal papà Carmelo che, nel caso fosse nata una bimba, l’avrebbe chiamata Alba. Ed ecco il perché di questa scelta. Sarà un anno importante questo per Carrisi: secondo alcune voci, infatti, dovrebbe ripartire con l’ex moglie Romina Power per cantare insieme nei teatri più famosi del mondo e forse, la sua compagna Loredana Lecci-so potrebbe essere una delle protagoniste della nuova edizione del GFVip.

Al Bano a Genova. Che cosa le piace di questa città cosi legata al mare? «La bellezza di questa città sta nella storia di un uomo che proprio da qui ha intrapreso un viaggio incredibile che lo ha portato a scoprire un nuovo continente.

La gente a Genova è straordinaria, la musica di questa città lo è. Ho cantato qui la prima volta nel 1966: ero un ragazzo giovane, inesperto, eravamo un gruppo. L’anno seguente, nel 1967, proprio in questo splendido capoluogo di regione ho aperto il concerto dei mitici Rolling Stones. Quante emozioni, perché mi accorsi quante cose erano cambiate vicino a me in un solo anno».
Pochi giorni fa è mancata Milva, un’ artista unica, che ha saputo fondere la musica con il teatro.

Che ricordo ha di lei? «Ho più di un ricordo: Milva è stata una interprete eccezionale. Scrissi per lei una canzone nel 1966 dal titolo Io di notte. Non la vedevo da circa 20 anni, ma ha lasciato un’impronta significativa nella mia vita.

Lei fu la prima donna che cantava in odore di blues. Cantò il mio brano anche in tedesco ed anche in quella lingua ottenne un gran successo». Quando vi siete esibiti insieme lei e Milva l’ultima volta? «Venne ospite da me durante il programma Una voce nel sole che io conducevo su Rete quattro nel 2001. Poco tempo fa, rivedendo la nostra esibizione e quanta grinta usciva dalle nostre vocalità, mi sono venuti i brividi».

E un periodo davvero difficile per tutti noi. Il Covid ha cambiato le nostre vite. Guarda con fiducia al futuro? «Non vedo l’ora che questo virus ci lasci in pace. Circa cento anni fa la sorella del Coronavirus, “la spagnola”, è morta di morte naturale: ora speriamo che con i vaccini muoia anche questa maledetta malattia. Se devo dire quello che penso, credo che questa sia la terza guerra mondiale».

Lei sarà il testimone, con il Console del Kazakhstan per la Regione Liguria Stefano Franciolini, del premio Arte, Scienza e Coscienza come amico del Paese. Lei è molto vicino alla scienza?
«Certo che sì: ho seguito la premiazione a Palazzo Tursi e concordo con le parole del suo ideatore Claudio Melotto. Quest’ultimo ha sottolineato che il nuovo Ponte di Genova ha la solidità del cemento e la leggerezza della luce ed è fatto di aria e di ferro.

Questo è un ponte che deve fare da ponte ma presuppone la bellezza intima di Genova. Chi l’ha ideato è un’artista: ecco perché la voce “arte” è andata al noto architetto Renzo Piano».
Ha dichiarato di recente che non ha mai avuto paura perché aveva lasciato due fari importanti a Cellino San Marco, i suoi genitori. Li aveva lasciati per seguire un sogno: sapeva di aver causato un dolore, ma voleva che poi si trasformasse in gioia. Che cosa è per lei la famiglia? «La famiglia è tutto, è importantissima. Mia mamma Jolanda era una donna meravigliosa».



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