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Yara Gambirasio, dalla scomparsa alla morte: tutte le tappe del processo



A distanza di tanti anni si torna a parlare di Yara Gambirasio ovvero la tredicenne che è scomparsa in modo piuttosto misterioso e ritrovata poi senza vita dopo qualche settimana. La giovane ragazzina di soli 13 anni è morta nella nota del 26 novembre 2010 ed oggi a 10 anni dall’accaduto, questa vicenda sembra essere ancora avvolta nel mistero, nonostante è da tanti anni che il presunto omicida è stato arrestato e sta scontando la sua pena.



Del caso di Yara Gambirasio se ne è parlato davvero tanto nel nostro paese ed i media si sono occupati dell’omicidio della ragazzina per tantissimo tempo. L’omicidio di Yara ha subito una pressione mediatica non indifferente e se ne è parlato in poi in tutte le trasmissioni televisive, ponendo molta attenzione al processo che ha portato poi alla condanna all’ergastolo di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore oggi cinquantenne. Risulta essere indagata anche la moglie Marita Comi.

Caso Yara Gambirasio, le varie fasi del processo

Sono ben 5 i libri dedicati alla storia della giovane Yara Gambirasio, morta a soli 13 anni per mano di Massimo Bossetti che risulta essere ad oggi il suo assassino. Tutto iniziò il 26 novembre 2010, quando Yara come ogni giorno si era recata presso il centro sportivo di Brembate di Sopra dove si è allenata in ginnastica ritmica finendo poi l’allenamento verso le 17:30. Purtroppo dalla fine del suo allenamento si sono perse le sue tracce e le telecamere del centro, essendo tutte fuori uso non hanno scoperto e rilevato alcun movimento della ragazzina.

In un primo momento è stato indagato Mohammed Fikri, un operaio fermato a bordo di una nave diretta a Tangeri il 5 dicembre 2010, per via di una intercettazione di una telefonata nella sua lingua, ma pare che la traduzione fu errata e quindi il giovane venne scarcerato. Il corpo della ragazzina venne ritrovato soltanto dopo diversi mesi, ovvero il 26 febbraio 2011 a Chignolo d’Isola a 10 km di distanza da dove era stata vista per l’ultima volta. Purtroppo sul suo corpo furono ritrovati colpi di spranga, trauma cranico, una ferita molto profonda al collo e sei ferite da arma da taglio.

L’arresto di Massimo Bossetti e la condanna all’ergastolo

Fu arrestato così Massimo Bossetti Il 16 giugno 2014, il muratore incensurato catturato grazie alla prova del DNA e del sangue presente sull’intimo della tredicenne. Per tutte queste ragioni ad oggi Massimo Bossetti è l’unico colpevole. Il 26 febbraio del 2015 il caso venne chiuso con un unico colpevole anche se la difesa chiese la scarcerazione di Bossetti sostenendo che il DNA mitocondriale minoritario apparterrebbe effettivamente ad un’altra persona. Il processo è andato avanti ancora per diverso tempo, fino a quando la Corte di Appello di Brescia nel luglio del 2017 ha confermato l’ergastolo a Bossetti.



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