Ibra sa come si fa! Nell’organico a disposizione di Stefano Pioli c’è chi ha vinto campionati (su tutti proprio lo svedese), chi una Champions da comprimario (Theo Hernan-dez), ovviamente diverse Coppe nazionali e qualche acuto con le rispettive selezioni (la Coppa d’Africa per Bennacer, per esempio).
L’Europa League, però, l’ha vinta solamente un giocatore nella rosa del Milan: Zlatan Ibrahi-movic. E lo svedese, ovviamente, stasera ci sarà. Impossibile fare a meno di lui in questa fase, anche se, dopo i 90 e passa intensi minuti del derby, Pioli cercherà di gestire le forze di Ibra, visto che la sua presenza sarà fondamentale anche lunedì, nel posticipo di campionato contro la Roma. Ibra è Ibra, però, non c’è un’alternativa nella rosa rossonera. Un po’ per scelta della società, che ha preferito puntare sui giocatori in rosa adattabili nel ruolo (da Leao a Rebic, fino ai giovani Colombo eMaldini), un po’ perché qualunque attaccante fosse arrivato, avrebbe avuto in partenza poco spazio, se non le briciole lasciate dal gigante di Malmoe. Che non è più un bambino, ha da poco superato i 39 anni, ma ha sconfitto col solito spirito da guerriero il Covid, dimostrando contro F Inter di non aver bisogno di chissà quanti allenamenti nelle gambe per fare la differenza. Motivo per cui il Milan pensa a un rinnovo per trattenerlo oltre l’estate 2021…
Milan dopo aver superato, anche col brivido (vedi i rigori da romanzo contro il Rio Ave), i preliminari, da stasera inizierà il suo percorso in Europa League in quel Celtic Park dove 19 anni fa, il 22 agosto del 2001, un 19enne Ibrahimovic disputò la sua prima partita in trasferta in una coppa europea. Si giocava Celtic-Ajax, ritorno del terzo turno di qualificazione alla Champions. Ibra subentrò al 10’ della ripresa all’attaccante greco Machlas, gli olandesi vinsero 1-0, ma furono eliminati in virtù del ko casalingo all’andata per 3-1. Già da quel turno, Ibrahimovic avrebbe dovuto capire che la sua storia in Champions non sarebbe stata fortunata, come dimostra lo zero nella casella vittorie nonostante le 16 partecipazioni, 124 partite e 49 gol. Dopo quella eliminazione, fra l’altro, Ibra affrontò per la prima volta allora Coppa Uefa e segnò subito due reti nelle due partite contro l’Apollon Limassol (nel turno successivo l’Ajax uscì per mano del Copenaghen).
Poi, nessun’altra esperienza nella Uefa o Europa League fino alla stagione ‘ 16-17 quando da centravanti del Manchester United di Josè Mourinho, Zlatan vinse il trofeo, seppur non partecipando alla finale a causa di un grave infortunio al ginocchio. Ma prima della sfida contro il suo ex Ajax che i Red Devils vinsero 2-0 con le reti di Pogba e Mkhitaryan, Ibra diede fortemente il suo contributo al percorso dello United, segnando 5 reti in 11 partite: 2 nei gironi contro lo Zorja e 3 nei sedicesimi di finale contro il Saint-Etien-ne. In più Ibra servì anche 4 assist, 2 contro il Feye-noord nel girone e 2 contro il Rostov negli ottavi. Ibrahimovic in questo primo scampolo di stagione, prima e dopo la positività al Covid, ha sempre lasciato il segno. Ha realizzato 4 gol con due doppiette nelle due gare di campionato in cui ha giocato, ovvero contro Bologna e Inter; mentre nella fase di qualificazione all’Europa League ha giocato solo fi primo match, il 17 settembre a Dublino contro lo Shamrock Rovers, segnando il momentaneo 1-0.
Ibra questa sera dovrà fare a meno del suo partner preferito, ovvero Calha-nogiu, fermatosi per una distorsione alla caviglia sinistra. Il turco ne avrà per circa 10 giorni. E chissà che nel frattempo il club non trovi il modo per parlare nuovamente con il suo entourage che, come spiegato da “Calciomercato.com” martedì, ha chiesto 6.5 milioni a stagione al Milan per rinnovale il contratto in scadenza a fine annata.
Non avrà lo stesso impatto di sempre, senza i 60 mila di Glasgow vestiti di bianco e verde a sgolarsi sulle tribune, ma il fascino di Celtic Park resta immutato, così come una sfida che profuma di storia. Basta dare un’occhiata alle annate di fondazione dei due club: 1887 quello scozzese, 1899 quello rosso nero, dunque leggende ultracentenarie capaci di scrivere capitoli su capitoli di storia del calcio europeo. Sarà il primo duello di sempre in Europa League, perché i dieci precedenti raccontano di una rivalità sviluppatasi in Champions League, prima Coppa dei Campioni, e che ha visto il Milan avere quasi sempre la meglio: sei successi del Diavolo, tre pareggi e una sola sconfitta, datata ottobre 2007.
Dalle sfide mitiche degli Anni 60 fino ai tempi più recenti, i due club si sono ritrovati diverse volte di fronte, anche se il ricordo forse più dolce è quello della stagione 2006/07: una vera battaglia in due round negli ottavi di finale, vinta dai rossoneri solo ai supplementari grazie a un gol di Kakà a San Siro. Una cavalcata che avrebbe poi portato la squadra, allora guidata da An-celotti, a sollevare la Coppa dalle grandi orecchie ad Atene, nella finale contro il Liverpool, con doppietta di Pippo Inzaghi. Stavolta la notte di Glasgow sarà meno glamour, ma pur sempre di Europa si tratta e per il Milan è un ritorno a casa, anche se non sotto i riflettori della Champions League: il blasone e la tradizione della sfida contro il Celtic assumono comunque un fascino immortale, nonostante i due club non siano più così vicini al vertice del calcio europeo come accadeva un tempo.
In realtà il Milan sta cercando di ricostruire una mentalità internazionale dopo aver fatto incetta di titoli e gloria per decenni e con la cura Pioli è aumentata l’autostima anche a livello europeo. Lo testimonia il percorso del Diavolo, per quanto accidentato e ricco di ostacoli, nei turni preliminari di Europa League: è chiaro quanto il campionato sia prioritario, a maggior ragione trattandosi del veicolo principale per ritornare sul palcoscenico della Champions, ma quando sente aria di Coppa e di vetrina internazionale il Milan toma cannibale. Ora che è tornato al gran ballo, il Diavolo vuole continuare a danzare a lungo. Parola di Stefano Pioli, a Milan Tv e Sky: «Abbiamo lavorato tanto per tornare in Europa, adesso vogliamo rimanerci a arrivare fino in fondo. L’Europa League è una competizione estremamente importante: abbiamo un girone molto equilibrato e competitivo, quindi ci teniamo a cominciarlo nel migliore dei modi.
Ritengo sia normale che ci siano delle aspettative su di noi, credo che sia giusto così: indossiamo e rappresentiamo una maglia molto prestigiosa, di un club che è abituato a vincere e a competere sempre ai massimi livelli. Deve essere un privilegio il fatto che ci siano aspettative: significa che stiamo facendo bene. Dobbiamo reggere questa pressione e poi essere soddisfatti per quello che stiamo facendo, sapendo che ci sono tanti altri esami da superare insieme. Noi dobbiamo giocare sempre per vincere, sapendo che bisogna superare le difficoltà che ogni volta le partite ti presentano. Gli avversari sono decisamente forti, tuttavia abbiamo le qualità per poter vincere, più sei compatto e ti sacrifichi e più hai possibilità di portare a casa un risultato positivo. Certo che dispiace per l’assenza di Calhanoglu, ma abbiamo la possibilità di sostituirlo: ho la fortuna di avere tanti ottimi calciatori a disposizione. Anche Hauge e Da-lot sono pronti per giocare».
Dove e come vedere la partita in diretta e live streaming
La partita tra Celtic – Milan , in programma alle 18:55, sarà trasmessa in diretta tv da Sky sui canali Sky Sport Uno (satellite, digitale terrestre e internet) e Sky Sport 252 (satellite e internet). La telecronaca è di Federico Zancan, con il commento di Daniele Adani. I collegamenti da bordocampo saranno a cura di Massimo Ugolini. Celtic – Milan in streaming gratis sarà disponibile solo per gli abbonati alla pay tv satellitare grazie all’applicazione Sky Go che permetterà di seguire la partita in diretta anche su pc, tablet e smartphone.
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