Sono 22 i convocati di Gasperini per la supersfida di questa sera in programma a Bergamo contro il Liverpool. Dopo l’uscita anticipata dal campo nella gara di Crotone, Romero e Hateboer sono a disposizione al pari di Toloi e tutti dovrebbero giocare dall’inizio: davanti a Sportiello, la linea a 3 potrebbe essere composta dal brasiliano, dall’ex Genoa e da Djimsiti.
La presenza di Hateboer (Gosens invece non ha recuperato) rappresenta un’ottima notizia per il tecnico dei nerazzurri, il posto sulla destra è suo con Freuler e Pasalic in mezzo e il colombiano Mojica a sinistra. Gomez giocherà alle spalle degli attaccanti che dovrebbero essere Muriel (doppietta a Crotone, miglior media gol/minuti giocati d’Europa nelle ultime due stagioni) e Zapata con Malinovskyi, Ili-dc, Lammers e Miranchuk pronti a subentrare. Perla formazione orobica fare punti sarebbe molto importante, nell’altra partita del girone si affrontano Midtjylland e Ajax sul camp o di Herning (Danimarca) ma la sfida è condizionata dai tanti casi di Covid-19 tra gli olandesi: il capitano Tadic è rimasto fuori dai convocati come Klaassen, Ona-na, Stekelenburg e Gravenberch.
Il duello (mancato) tra due colossi come lui e il difensore degli inglesi Van Dijk è certamente uno dei motivi di rammarico per chi ama il calcio e si appresta a seguire dalla tv Atalanta-Liverpool. Nonostante l’assenza del campione olandese in forza ai Reds, Duvan Zapata non canta assolutamente vittoria e durante la conferenza stampa di ieri a Zingonia il numero 91 della Dea ha messo tutti in guardia alla vigilia del confronto con i campioni del mondo.
«Anche senza Van Dijk e Fabinho – ha raccontato il bomber della Dea – il Liverpool resta una squadra forte e di altissimo livello. Hanno tanta esperienza e sarà una gara molto difficile per noi. Sono sicuro che hanno studiato come giochiamo, dovremo essere bravi ad attaccare ma anche a difendere: per provare a vincere servirà mettere in campo un’intensità almeno pari alla loro».
Il Liverpool, in effetti, non ha bisogno di troppe presentazioni. «Parliamo di una formazione che due anni fa ha vinto la Champions e l’anno scorso la Premier I valori sono importanti ma penso che non sarà facile nemmeno per loro. Se riusciremo a sviluppare il nostro gioco gli potremo anche far male».
La storia personale del numero 91 colombiano in Champions League è iniziata appena un mese dopo (era il 2013) quella di Salah stella del Liverpool. Le carriere sono continuate in modo molto diverso ma per Zapata non ci sono rimpianti e lo sguardo è sempre al futuro. «Ogni stagione la vedo come un’opportunità, l’anno scorso sono rimasto fuori per infortunio saltando tante partite, anche di Champions League. Adesso sfrutto il momento, penso solo ad approfittare al meglio di queste gare: voglio dare tutto e far fruttare le mie qualità».
Una maglia da titolare, contro il Liverpool, per Zapata non è in discussione ma il reparto offensivo è certamente quello più affollato. Nonostante questo, il clima nello spogliatoio è positivo. «Il nostro rapporto – ha confidato il colombiano – è sempre stato buono, anzi ottimo. Con tutti. Ogni tanto parliamo anche del fatto che qualcuno sta in panchina, chi gioca deve stare bene e tutti cerchiamo di andare dentro e approfittare delle opportunità che abbiamo. Anche perché per noi le partite sono tutte importanti. Non possiamo permetterci di scegliere, ad esempio, tra Liverpool e Inter: ora pensiamo alla Champions League».
Dove e come guardare la partita, diretta tv e live streaming
Atalanta – Liverpool sarà trasmessa questa sera a partire dalle ore 21.00 Tutti gli appassionati potranno guardare il match sui canali Sky e più nello specifico a Sky sport Serie A dal canale 202 del satellite e Sky Sport dal canale 251. Come sempre la partita si potrà anche guardare in streaming gratis, ovviamente per tutti gli abbonati al servizio. Questi dovranno utilizzare l’applicazione Sky Go che dà la possibilità di guardare tutto il calcio di Serie A attraverso i dispositivi mobili. In alternativa si potrà anche guardare Atalanta – Liverpool attraverso i canali Now TV. Quest’ultimo è il servizio Sky che da la possibilità di poter acquistare l’evento prescelto oppure di sottoscrivere un abbonamento.
Quando ci si piace davvero, è più difficile mentire. O meglio: non mentire risulta normale, la verità appare limpida, le parole credibili. La storia delle vigilie di partite importanti è piena di frasi in libertà, complimenti reciproci fra allenatori, a volte salamelecchi esagerati che sanno chiaramente di tatto di comodo: l’odore di diplomazia a tutti i costi si sente da lontano.
Ieri, ascoltando Gian Piero Gasperini e Jurgcn Klopp parlare l’uno dell’altro, si sentiva solo profumo di stima reciproca. Sincera, meditata nel tempo. Irrobustita dal tempo. Un’oretta prima del Gasp, Klopp aveva scritto la sua recensione del film. Di stasera, e delle puntate precedenti: «Con tutto il rispetto per l’Ajax, una sfida con l’Atalanta ha un sapore particolare. Mi sono sempre divertito molto a guardare la squadra di Gasperini: gioco d’attacco, spettacolare, mi ricorda il Lee ds di Biclsa. Da loro possiamo imparare». Gasperini non car Tossito, ma non ha fatto finta di niente: «Grandissimo compii mento: Klopp è un riferimento per tutti noi allenatori. Per quello che ha saputo fare, e vincere».
Lo stesso calcio
In ogni caso, profumo di calcio speciale. E quasi di solidarietà reciproca nel mestiere della di verità: diversi da molti dei col leghi, uguali fra loro. Diciamo molto simili. Anche come carattere, perche Klopp è più espansivo, più istrione di Gasperini, ma come lui si accende facilmente, come lui vive di adrenalina. Sicuramente simili per l’incidenza sulle rispettive squadre: capi prima che allenatori, guru più che maestri. Incantatori delle loro truppe: o con loro o senza di loro, il «contro» non è previsto. Simi li, ancora di più, come lìlosolìa di gioco: che non significa si sterna di gioco, anzi. Coraggio so, aggressivo, offensivo, stordente. E mutevole, anche nel senso di aggiornato spesso.
La Champions in testa Sicuramente del loro calcio si è parlato e si parla tanto in Europa, dove Klopp ha già vinto (altrettanto) e dove Gasperini cerca un riconoscimento definitivo: in esposizione nella vetrina Champions c’è anche lui, è umano che la sua testa, dunque quella dcll’Atalanta, oggi sia rivolta all’Europa quanto, e più, che al campionato: «Fra Liverpool e Inter – ha detto sabato -oggi penso al Liverpool: perché arriva prima e ha grande importanza per la classifica, per provare ad arrivare all’ultima gara ad Amsterdam con un piccolo vantaggio». Ovviamente finora Gasperini ha raccolto risultati molto inferiori a Klopp, ma il suo gioco era studiato dai colleghi già quando giocava in Europa League e sbriciolava le certezze di squadre come Everton, Lione, quasi anche il Borussia Dortmund.
Poi, grazie alla Champions, nell’ultima classifica per tecnici stilata dall’Uefa, con il tedesco fra i primi tre, il Gasp è arrivato quinto. La certificazione di un’escalation più lenta, ma per certi versi simile a quella di Klopp. Soprattutto per la stessa, lunga, gavetta: il tedesco al Mainz dal 2001 al 2008, mentre Gasperini scalava gradini dalla Primavera della Juve al Genoa, passando da Crotone. Poi un de collo con verticalità diverse: quando nella stagione 2010-2011 Klopp vinceva la sua prima Bundesliga, Gasperini veniva esonerato dal Genoa e l’anno dopo viveva il trauma Inter, mentre il collega faceva il bis. E quando Klopp arrivava alla sua prima finale Champions (maggio 2013), Gasperini aveva da poco chiuso il tira e molla di Zamparmi, a Palermo. Il suo ciclo con l’Atalanta sarebbe iniziato nel 2016, quello di Klopp con i Reds un anno prima: è stata anche la possibilità di allenare lo stesso gruppo da tempo, e con continuità, che li ha resi «padroni» delle loro squadre e dei loro ambienti di lavoro. E quasi idoli per i tifòsi.
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