Sempre più spesso si sente parlare in questi giorni di smart working e di telelavoro nel nostro paese. Smart working o lavoro agile così come viene anche chiamato, altro non è che una modalità di lavoro che si basa sulla flessibilità di sede, ovvero del luogo dove è possibile prestare la propria attività lavorativa. In genere il luogo del lavoro non coincide con la sede aziendale, ma non deve nemmeno necessario farlo con il domicilio del lavoratore.
Alla base del funzionamento sembra esserci il ricorso alle moderne tecnologie informatiche e telematiche che danno la possibilità di lavorare a distanza, ma nel contempo di continuare a rimanere in contatto con i colleghi ed anche con il datore di lavoro. Nel telelavoro sembra che l’attività si svolga principalmente in un luogo fisico che è ben diverso dalla sede dell’azienda, ma a differenza dello smart working, il luogo è ben determinato. La cosa su cui vogliamo concentrarci però è che il ricorso allo smart working non va a cambiare gli obblighi ed i doveri del lavoratore, così come i diritti riconosciuti dalla normativa vigenti ed alle regole del contratto collettivo nazionale di lavoro applicato ed anche alla contrattazione del personale. Una cosa è certa ovvero che lo svolgimento delle attività a distanza non vanno a penalizzare la professionalità così come l’avanzamento di carriera del personale.
Diritti, doveri, ferie e pause
Non si applicano differenze e discriminazioni tra i lavoratori in smart working ed i lavoratori in sede. Riguardo i permessi, alcuni Ccnl possono prevedere delle disposizioni differenze. Talvolta, in base all’organizzazione flessibile del tempo da dedicare al proprio lavoro, possono saltare i permessi così come gli strumenti che comportano delle riduzioni di orario ed anche i vari trattamenti compensativi. Non sarebbe prevista alcuna modifica sulla normativa relativa alle ferie in smart working.
Sulla base di ciò, quindi, al lavoratore che è impiegato per l’intera giornata spettano 4 settimane all’anno, di cui 2 da poter godere in modo consecutivo e poi altre 2 nei successivi 18 mesi. Ad ogni modo, anche in caso di smart working, il dipendente risulta obbligato a rispettare le norme sui riposi ed anche sulle pause. Ci sarebbe anche un diritto alla disconnessione e di non assicurare la propria prestazione lavorativa al di fuori dell’orario di lavoro. Il dipendente quindi, può tranquillamente decidere di disattivare i dispositivi collegati al web, come smartphone e tablet, così come pc, utilizzati per lo svolgimento della prestazione lavorativa.
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