Questa volta non si farà accompagnare dal suo ukulele né dalla chitarra, che utilizza quando deve comporre e scrivere un brano pop rock latino da inserire nei suoi album.
A Tale e quale show, talent condotto da Carlo Conti, Sergio Muñiz non potrà essere se stesso, dovrà calarsi nell’identità artistica di superstar planetarie e, per rendere credibile la somiglianza, coprirà con il trucco il suo bel viso e con parrucche gli indomabili ricci, lasciando che la sua voce faccia il resto. «La voce è uno strumento importante per un attore, ti permette di essere versatile e interpretare tanti ruoli diversi.
Io non mi considero un cantante, seppure abbia inciso due album. Confesso che questo programma, davvero serio e con un livello di bravura dei concorrenti così alto, mi mette un pochino di paura. Ma l’agitazione mi dà anche una scarica di adrenalina che mi serve ogni volta per fare meglio», racconta Sergio, che abbiamo conosciuto sedici anni fa, quando naufragò sull’Isola dei famosi.
Vinse a mani basse. Conquistò tutti con la sua avvenenza, i modi gentili, la forza. Si era trasformato in novello Robinson Crusoe e aveva vissuto per 46 giorni in totale solitudine sull’ultima spiaggia, la più sperduta della penisola di Samanà, nella Repubblica Dominicana. «Stare in mezzo alla natura incontaminata mi aveva avvicinato a quelli che potrebbero essere il vero l’habitat e la vera indole dell’uomo.
Vivere in simbiosi con quell’ambiente mi aveva messo in difficoltà, perché la nostra vita abituale è lontana dalla natura, è fatta di comodità: una casa, cibo, acqua corrente, la coperta calda, un tetto dove coprirti se piove. Ma da quell’esperienza sono uscito arricchito».
Sergio era arrivato dalla Spagna per fare il modello. «Da Bilbao approdai in Italia, Milano era la mia base, anche se per lavoro ero spesso in giro. Da qualche tempo mi sono trasferito nel Levante ligure, la mia casa è quasi in montagna, con la vista sul mare. È meraviglioso perché oggi, a 45 anni, cerco la natura e la tranquillità.
Quando ero più giovane, invece, la frenesia della grande città mi faceva stare bene», racconta con quell’accento spagnolo così sexy, nota caratteristica di un fascino rimasto intatto. Anzi, migliorato con il tempo. «La bellezza passa, ovvio.
Se mi guardo mi vado bene, non ho da ridire, ma comunque non mi concentro mai sull’aspetto fisico. Preferisco lavorare su altro: la professionalità, per esempio, che resta ed è meno effimera. Oppure sul tentare di essere ogni giorno una persona migliore, anche attraverso la spiritualità».
In Sergio le vibrazioni dell’anima sfiorano anche le corde del cuore. Pratica yoga da diversi anni ed è andato anche in India a fare formazione per poter insegnare. L’attrazione per questa disciplina viene da lontano, ma è solo da qualche anno che ne ha intensificato la pratica. «La mia compagna si chiama Morena, è genovese ed è un’insegnante di yoga.
Siamo legati da quattro anni. Ci siamo conosciuti proprio in occasione di uno Yoga day che si teneva alle Baie del Levante. Da poco abbiamo aperto insieme uno studio-palestra a Levanto. Lo yoga per me è fondamentale per trovare un equilibrio tra corpo, mente e anima».
Vivono insieme, Sergio e Morena. Ma non da soli… «Siamo in buona compagnia: abbiamo cinque galline, un pastore australiano di nome Arcibaldo e tre gatti. Mi capita spessissimo di parlare con gli animali. Anche con le galline e loro mi rispondono.
O meglio: non so se loro mi capiscono o se, invece, mi illudo che sia così e in realtà faccia solo dei gran monologhi», scherza. E in questo posto incantevole a ridosso delle Cinque Terre, Sergio pratica anche lo sport preferito.
«Qui è un paradiso per il surf, era da tempo che ci venivo per godermi queste magnifiche onde e ora che ci vivo pratico surf il più possibile. Mi fa stare bene e mi dà una sensazione di libertà unica». A Milano, però, Sergio ha lasciato un pezzo di cuore. «Lì vive Georgia, la figlia della mia ex moglie, che oggi ha 12 anni.
Aveva sei mesi quando l’ho conosciuta e l’ho cresciuta come un padre. Siamo legatissimi », confida con voce tenera. Anche questo aspetto dolce e profondo fa di Sergio una persona speciale, rara nel suo ambiente. E rivederlo in Tv rende felici. «In Italia ho iniziato facendomi conoscere sul piccolo schermo, ma dopo un po’, quando ho visto che la televisione non mi permetteva di crescere come avrei voluto, ho fatto un passo indietro. Ho cominciato a fare teatro, con tanta gavetta, e ne sono contento». Ora sei in prima serata su Raiuno…
«Darò il massimo, senza arrendermi, anche se i miei compagni di avventura sono così bravi che sono quasi certo di non essere in grado di arrivare in finale. L’obiettivo è quello di divertirmi e far divertire chi mi guarda da casa». La tua compagna Morena, per esempio. «Noi non abbiamo la televisione, ma giuro che la compreremo! Quando mi serve la guardo selezionando i programmi dal computer. Morena invece il venerdì sera va dai nostri vicini a guardare lo show».
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