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Principe Carlo ha compiuto 72 anni e chiede alla Regina Elisabetta il Trono



Un trono come regalo  di compleanno. E un  desiderio che può esprimere solo una persona al mondo: Carlo, principe del Galles ed eterno erede al trono, primogenito della regina più longeva della corona inglese. Il 14 novembre Carlo spegne settantadue candeline: non proprio un giovanotto se si pensa che il passo più importante della sua vita, quello che lo separa dal trono, deve ancora compierlo. E c’è chi dice che abbia fatto un appello segreto alla sovrana: «Mamma, lasciami regnare!». Il suo compleanno potrebbe essere l’occasione per Elisabetta, se non proprio per togliersi la corona, almeno per passare al figlio la reggenza, che di fatto gli permetterebbe di svolgere tutti i compiti di un re.



Una piccola consolazione. Ma gli osservatori sono scettici. «Ho paura che per lui il trono rimanga una prospettiva remota e temo che la reggenza non arriverà prima del novantacinquesimo compleanno di sua maestà», commenta Antonio Caprarica, giornalista ed esperto di reali inglesi. L’ipotesi del 2021 come anno in cui Elisabetta farà un piccolo passo indietro circola da tempo: «L’atto di reggenza potrebbe almeno consentire a Carlo di assaporare i compiti della regalità, lasciando Elisabetta titolare della corona», continua Caprarica.

Nel 2022, poi, la sovrana raggiungerà i settantanni di regno, un record troppo goloso per rinunciarci. «Prima di lei solo un altro monarca, Luigi XIV di Francia, l’ha raggiunto», commenta il giornalista. «Ma bisogna tener conto che il re francese sali sul trono ad appena cinque anni, mentre Elisabetta fu incoronata che ne aveva già ventisei». Abdicazione no, dunque, ma possibile reggenza. Anche se c’è un problema: «11 titolo di reggente, che implica la presa in carico di tutti i compiti del monarca, può essere conferito all’erede solo se il sovrano non può assolvere pienamente ai suoi doveri.

Ad esempio per problemi di salute, ridotta mobilità o impedimenti di altro tipo. E per ora questo non sembra essere il caso di Elisabetta II che, nonostante la veneranda età, pare in forma», spiega Caprarica. Visti i settantadue anni del principe del Galles e una salute non troppo ferrea (si dice che non si sia mai ripreso del tutto dall’infezione da coronavirus contratta in primavera), si è spesso parlato di una sua rinuncia al trono in favore del fìglio William. Ma in realtà il figlio maggiore suo e di Lady Diana è ancora giovane e merita di godersi qualche anno di tranquillità con i figli George, Charlotte e Louis e la moglie Kate.

Anche se quelli su cui punta la regina per il futuro del regno sono proprio loro, sua maestà sa che prima il testimone dovrà passare al primogenito. Starà poi a Carlo avere la saggezza di regnare quanto basta per poi passare la corona a William. Abdicare è un tabù per la regina, che ha una visione molto religiosa del trono e del suo compito nei confronti del popolo britannico. Ma non sembra esserlo per Carlo. Certo è che il principe del Galles deve fare attenzione a non compiere passi falsi. Secondo l’ultimo libro sui Windsor, Battle. of brothers (cioè guerra dei fratelli), firmato dal biografo reale Robert Lacey, William è cresciuto con un profondo senso del dovere nei confronti del regno e nel corso degli anni si è rivelato piuttosto irascibile quando si tratta di difendere l’immagine e futuro della monarchia.

L’autore scrive che la moglie di Carlo, Camilla, è rimasta «inorridita» dalle invettive che William ha scagliato negli anni contro suo padre riguardo al trono. Secondo Lacey, il primogenito di Lady Diana non riesce a trattenersi e avrebbe criticato più volte Carlo per aver assunto comportamenti che non si addicevano a un futuro sovrano. Non è difficile immaginare un William cosi apprensivo: dopotutto, lui e la moglie Kate Middleton di passi falsi non ne hanno compiuti praticamente mai. In questo quadro è plausibile che Carlo vestirà i panni del re di transizione: l’abdicazione a favore di Will sarà una scelta diplomatica e astuta per avvicinare la monarchia ai giovani e per premiare la dedizione del suo primogenito.



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