Il tema pensioni sembra essere sempre molto caldo e molto attuale, visto che gli italiani sperano sempre di poter uscire anticipatamente dal mondo del lavoro senza perderci troppo sull’assegno pensionistico. Come sappiamo da un po’ di tempo a questa parte, esiste la possibilità di andare in pensione una volta compiuti 62 anni di età e maturato 38 anni di contributi, grazie a quota 100. Questa misura pensionistica fin da subito è stata particolarmente criticata, ma ad ogni modo cesserà di esistere il prossimo 31 dicembre 2021.
Riforma pensioni, si pensa ad una nuova misura dopo Quota 100
Da un po’ di tempo a questa parte, con la fine di quota 100 il Governo ed il Ministero del Lavoro sembra che stiano pensando ad un nuovo anticipo pensionistico. Al momento l’ipotesi più credibile sarebbe quella che prevede l’uscita dal mondo del lavoro una volta compiuti 62 anni di età, ma avendo però una penalizzazione non indifferente sull’assegno previdenziale. Riprenderà ormai il prossimo mese di settembre la trattativa tra il Ministero del Lavoro e sindacati, i quali sembra abbiano un obiettivo in comune ovvero quello di pensare al mondo delle pensioni post quota 100.
Una cosa è certa che si ripartirà dall‘età pensionabile, ovvero 62 anni compiuti per chi vorrà uscire dal mondo del lavoro anticipatamente. Mentre con Quota 100 era anche necessario il requisito contributivo ovvero 38 anni di contributi, adesso questo potrebbe variare nella nuova riforma. I sindacati, infatti pare che nelle scorse settimane avessero proposto di prevedere una pensione di vecchiaia a 62 anni di età compiuta oppure una pensione anticipata con il solo requisito contributivo ovvero con 41 anni di contributi. Tuttavia queste proposte sembrano non piacere e si sta cercando di studiare delle strade diverse.
Quota 41 per tutti o pensione a 62 anni con taglio netto sull’assegno pensionistico?
Mentre ci sarebbe una chiusura totale nei confronti di quota 41 per tutti si, dall’altra invece ci sarebbe una riapertura alla pensione a 62 anni ovviamente con una penalizzazione per chi deciderà di uscire dal mondo del lavoro anticipatamente, arrivando addirittura ad un taglio massimo del montante del 15%. Si stima che questa misura potrebbe in qualche modo interessare a circa 150.000 persone l’anno. Ovviamente l’idea di un assegno con un taglio piuttosto importante sembrerebbe essere pensato ovviamente per coprire i costi della riforma facendole quindi ricadere poi su coloro che decideranno di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro e quindi andare in pensione. Non resta che attendere le prossime settimane per capire cosa potrebbe accadere.
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