Controcopertina

Kate Middleton e Meghan Markle, anche a distanza si fanno la guerra



C’è stato un momento, durato un battito di ciglia, in cui sembrava che i rapporti tra queste cognate così diverse ma in fondo così simili – entrambe non nobili, volitive, ambiziose, di grandi capacità comunicative – potessero ricomporsi. Dobbiamo tornare ai primi di gennaio, quando tutto il Regno Unito aspettava il ritorno dal Canada dei duchi di Sussex a conclusione delle sei settimane di congedo che avevano chiesto alla regina. Kate, nonostante l’antipatia conclamata nei confronti della riottosa, capricciosa e spendacciona Meghan, era pronta a un gesto di distensione: un periodo, anche un solo weekend, da trascorrere insieme ad Anmer Hall, la residenza di campagna dei duchi di Cambridge nel Norfolk.



Loro due, senza mariti, ovviamente con i rispettivi figli. Un’occasione soprattutto per far conoscere Archie a George, Charlotte e Louis. Una prova di cuginanza che non si è mai tenuta perché Meghan è tornata a Londra, con Harry ma senza Archie, solo ai primi di marzo, a divorzio con la famiglia Windsor già siglato, per il rush finale di eventi nel ruolo di senior royals. L’unica immagine che vede riuniti i due fratelli e le rispettive consorti è stata scattata al tradizionale Commonwealth Service, la messa che si tiene ogni anno all’abbazia di Westminster. Nessun convenevole tra Sussex e Cambridge, che se avessero potuto forse si sarebbero accoltellati, verbalmente, sia chiaro. Gustosissimi i retroscena che hanno riempito i tabloid: William pensa che Meghan sia una cafona, Harry ha invece criticato la freddezza di Kate.

Altro che distensione. Dunque la guerra fredda continua e con armi più affilate di prima in questi tempi di coronavirus. Perché è nell’attuale frangente emergenziale che le due duchesse, pur separate da un oceano, possono fare a gara a chi incarna meglio il modello di mamma coscenziosa votata anche all’altruismo e alla filantropia. Meghan ha studiato un protocollo sanitario che ha applicato alla residenza sull’Isola di Vancouver dove ormai da quasi cinque mesi vive con Harry e Archie. Ha suddiviso collaboratori, personale e guardie del corpo in due squadre, una più ampia e una più stretta. Quest’ultima è formata da sole quattro persone, le uniche con cui i duchi e il bambino interagiscono. Tutti gli altri membri dello staff sono obbligati a indossare mascherine e guanti di lattice che devono cambiare a intervalli di poche ore.

La villa dove vivono è molto isolata: il primo vero centro urbano, Courtenay, dista un paio d’ore d’auto. Chiunque vi si debba recare deve poi seguire una procedura molto stretta di sanificazione: British Columbia, lo Stato canadese dove sorge l’isola, conta circa 300 casi di positività al virus, la più alta concentrazione finora registrata nel Paese nordamericano. Ma la massima attenzione che i Sussex stanno prestando alla propria sicurezza sanitaria non significa dimenticarsi degli altri. Lo sa bene Meghan quanto sia importante, anche da un punto di vista di pura comunicazione, manifestare la massima partecipazione per i drammi che la collettività, a ogni latitudine, sta affrontando.

In particolare, proseguendo un filone già battuto dalle iniziative benefiche di Harry, la duchessa sta pensando di concentrare i propri sforzi sul sostegno psicologico non solo dei malati di coronavirus ma anche dei familiari. L’idea è quella di creare un supporto online, magari sotto forma di app, coordinata da un gruppo di psicologi o di volontari debitamente formati, al quale connettersi quando si è in isolamento per parlare, confidarsi, sfogarsi, trarre conforto. «Nessuno deve sentrsi solo: questa deve essere la missione del nostro progetto», sta ripetendo Meghan ai collaboratori. Per ora, gli sforzi di Sussex Royal – in questo momento le contestazioni sull’uso del marchio tra la corona e i duchi sembrano essere congelate – sono rivolti a potenziare tre organizzazioni già esistenti: Crisis Text Line, Give us a Shout Insta e Kids help Phone, tutti servizi che usano Instagram per dare conforto a persone in difficoltà.

Tanto è vulcanica lei, quanto invece sta dando segni di stanchezza psicofisica lui, Harry, che gli amici raccontano preoccupato soprattutto per la salute dei nonni, Elisabetta e Filippo, ora confinati a Windsor. Il suo desiderio è portare Archie a Balmoral la prossima estate, per trascorrere un po’ di tempo con la sovrana e il principe: chissà se l’emergenza per allora si sarà attenuata. Più familiare il ruolo di Kate. George e Charlotte hanno iniziato a frequentare le lezioni online, poiché anche la Thomas’s Battersea, la loro scuola, ha chiuso i battenti a causa del virus.

Lei ha deciso di dedicarsi anima e corpo ai figli, sa che questo è il momento di William, che ha consegnato alla nazione un messaggio di solidarietà e unione diventando un punto di riferimento in questo frangente nel quale sia la nonna che suo padre Carlo sono in stretto isolamento. Insomma, sta facendo le prove generali da re. Ma Kate ha in serbo il vero grande coup de théâtre di questa stagione dell’emergenza. Le mani giunte sotto il ventre, posa consegnata ai fotografi durante l’ultimo viaggio ufficiale in Irlanda, vengono interpretate come chiaro messaggio: Kate è in attesa del quarto figlio? Sarebbe una gravidanza dal grande valore simbolico per un Paese che, come il mondo intero, in questo momento è smarrito, depresso, confuso. Niente sarebbe in grado di rinfrancare i cuori come un principino in arrivo.



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