Tutti gli italiani sono stati chiamati a stare a casa e uscire solo per esigenze lavorative in un momento di massima allerta come quello che stiamo vivendo a causa del contagio da Coronavirus. Allo stesso modo anche Gerry Scotti sta cercando di seguire tutte le regole che sono state imposte dal Governo, ma non nega di essere comunque spaventato.
Restiamo tutti a casa
Questo è il motto che sta accompagnando tutti noi, vip compresi, in questo periodo di quarantena forzata per tutta l’Italia. Le direttive del Governo sono state chiare fin da subito: vietato uscire di casa se non per gli spostamenti necessari, tra cui spesa, farmaci e lavoro.
Le condizioni di vita per le persone sono drasticamente cambiate, ma adesso più che mai è necessario rimanere in casa e limitare quanto più possibile il contatto con le persone e così il contagio da Coronavirus. Non a caso, ecco che a tutti viene comunque chiesto di uscire solo per le vere emergenze e per motivi lavorativi, come sta succedendo a tutti i personaggi televisivi che sono impegnati in programmi di informazione.
Gerry Scotti spaventato
Nel corso delle ultime ore sono state diffuse anche delle nuove dichiarazioni che ha rilasciato Gerry Scotti che in questi giorni si trova impegnato a Striscia la Notizia insieme a Michelle Hunziker, dato che il programma in questione è stato definito indispensabile nel palinsesto televisivo dato l’impegno nel campo dell’informazione.
Non a caso, ecco che Gerry Scotti, come riporta anche Lettoquotidiano ha rilasciato la seguente dichiarazione sui suoi spostamenti: “Esco solo alle 18, vestito come un marziano, per venire a Cologno monzese: siamo stati giudicati servizio indispensabile”. Ma il tutto non finisce qui, ecco perché.
“Ho visto periodo duri della mia esistenza”
A ogni modo, Gerry Scotti non nega di essere spaventato da quello che sta succedendo in Italia a causa del Coronavirus. Lo stesso conduttore che al momento è impegnato insieme a Michelle Hunziker, raccontando il modo in cui sta vivendo la quarantena necessaria dopo le disposizioni date per il Coronavirus.
Gerry Scotti, sempre secondo quanto riportato da Lettoquotidiano, ha deciso di romper il silenzio e rilasciare la seguente dichiarazione: “Ho visto periodi duri nella mia esistenza, quando ci facevano spegnere le luci o ci vietavano di andare in macchina perché non c’era il petrolio. Tutta la mia generazione ha avuto una sensazione di sana paura, ma mai una sensazione di terrore come in questi giorni”.
Cerchiamo adesso di conoscere meglio lo “zio Gerry” attraverso la sua biografia e la carriera come conduttore televisivo, attore, disc jockey ed anche come ex politico italiano ma anche con tante altre curiosità sulla sua vita privata e la famiglia, il figlio Edoardo Scotti, la sua ex moglie e la sua nuova compagna, chi è Gerry Scotti età 63 anni, altezza 182 cm e peso 98 kg.
Gerry Scotti a casa passa il tempo in cucina
Avete mai pensato che c’è più gusto a cucinare insieme? E che in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo, in cui paura e solitudine entrano nel nostro quotidiano, stare virtualmente vicini può rivelarsi comunque d’aiuto? Ne è convinto Gerry Scotti il quale, nonostante l’emergenza sanitaria che affligge l’Italia e il mondo intero, va in onda con Striscia la notizia, assieme a Michelle Hunziker, certo che il buonumore sia il sale della vita. Sempre. «Siamo una grande famiglia e ci siamo interrogati su quale fosse il miglior atteggiamento da tenere. Abbiamo optato per la leggerezza.
Ricordate Patch Adams, il medico che andava dai bimbi malati con il naso rosso da clown perché sosteneva che sorriso e umanità fossero cure indicate per tutti i mali? Ecco, è come se ora noi fossimo tutti Gabibbi che cercano di tenere su lo spirito degli italiani», racconta. «Dietro a ogni puntata c’è l’impegno di decine di persone che non si arrendono e vanno avanti. A tutti noi misurano la temperatura all’ingresso degli studi Tv, poi dobbiamo mantenere distanze di sicurezza e indossare mascherina e guanti».
Dopo il lavoro Gerry torna subito a casa e per noi fa qualcosa di straordinario. Indossa un grembiule da cuoco e ci serve il meglio del nostro Paese cercando tra gli ingredienti che corrispondono ai colori della bandiera, delizie in rosso, bianco e verde del made in Italy. «Per sostenere lavoratori e imprenditori della filiera agroalimentare che sono in difficoltà e hanno bisogno di solidarietà anche attraverso i gesti quotidiani », spiega. «I siti web più visitati in questi giorni sono quelli delle ricette. Mi tocca fare l’anziano della situazione e ricordare che le nostre mamme avevano una preparazione che le rendeva capaci di far fronte a ogni evenienza. E ci si accontentava di più. Oggi abbiamo palati più raffinati ed esigenti. Io sono fortunato: Gabriella, la mia compagna, cucina bene e inventa sempre piatti nuovi. Bravo è anche suo figlio Filippo, di 24 anni».
Che per l’occasione si è improvvisato fotografo: è lui l’autore di queste immagini. Gerry il buongustaio è piuttosto bravo ai fornelli. «Non me la cavo male. Ma se arrivo in cucina mentre loro stanno spadellando e cerco di dire la mia, mi cacciano fuori», racconta. Poi svela di aver anticipato ciò che di solito si propone a maggio: un fioretto alla Madonna. «Sto provando a non mangiare carne, che adoro. Nessun fanatismo, ma una semplice rinuncia. Cerco di essere salutista in un periodo che ci impone scelte responsabili anche verso di noi. Mi sono informato sulle proteine sostitutive e sto bene», confida mentre mescola polenta. «Gialla come il sole della rinascita», puntualizza. «Sono nato in Pianura Padana e ricordo che a tavola c’era sempre più polenta che pasta. Quella fatta in casa, alimento semplice che richiede impegno e manualità, perché va mescolata di continuo.
Ecco, questo mio piatto lo dedico a Bergamo e Brescia, dove la polenta è regina della tavola, le due province più colpite dal coronavirus, terre di lavoratori che si rimboccano le maniche e non mollano». Un sostegno simbolico Gerry lo manda anche alla produzione vinicola, che lo vede impegnato in prima persona (è un produttore), attività messa in ginocchio dalla chiusura di ristoranti e locali. «Stappo una bottiglia di rosso e brindo a tutti noi». Spiegaci i tuoi piatti in tricolore. «Per il bianco penso al formaggio, prodotto della filiera italiana che va sostenuta. E se dico formaggio penso al riso bianco condito con un po’ di limone, olio d’oliva e un’abbondante spolverata di parmigiano». Il colore rosso gli evoca qualcosa di ben più ghiotto: «Un piatto di spaghetti al pomodoro, un’emozione unica. O una pizza. In questo sono viziato: Filippo si è appassionato e ne prepara di squisite, con il forno a legna e l’impasto fatto a mano. Ne faccio anche io, ma con lui non c’è gara», dice. Il verde lo associa a una ricetta di Gabriella.
«Crespelle verdi con spinaci, ricotta fresca, piselli, punte di asparagi, uova. Le ha preparate con ciò che aveva a disposizione ed era di un color speranza meraviglioso». Gerry è attentissimo alla qualità ma anche alla quantità di cibo che entra in casa. «In questo momento c’è la corsa ad accaparrarsi tutto, che si trasformerà in una fonte di spreco. Ho in mente le piccole credenze della nonna: c’era un po’ di tutto e quello bastava. Mi hanno insegnato a rispettare il cibo: non si buttava nulla e, ciò che avanzava, si riproponeva il giorno dopo. Le esagerazioni mi piacciono sempre meno. Ora più che mai bisogna osservare la sobrietà e il consumo responsabile».
Poi torna per un instante bambino e racconta: «Mio nonno materno, Italo, faceva il fornaio. Adoravo andare in panetteria da lui. Ancora oggi, ogni volta che sento il profumo del pane uscire da una bottega, la mente mi porta a quei giorni. Mio nonno paterno, Pierino, faceva il contadino, ed è a lui che devo l’amore per la terra e le cose genuine. Mamma Adriana, essendo figlia di un fornaio, dai 14 ai 28 anni, è stata responsabile delle torte. Se sento il profumo rassicurante della crostata di marmellata che lei mi preparava o l’essenza di acqua di rosa, che si metteva sulla pelle, mi assale la nostalgia. Così accade con l’odore dell’inchiostro della carta dei quotidiani: subito penso a mio papà Mario, che era operaio nelle rotative del Corriere della Sera. È grazie a loro se sono ancorato ai valori buoni, al senso del dovere e al rispetto del prossimo», conclude Gerry. Un rispetto che si traduce anche così, con piccoli gesti, in cucina. Restando a casa.
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