Ci sono campioni che non hanno età. Fenomeni che con le loro magie sono capaci di dribblare tutto, anche la loro carta d’identità. Uno di questo è Franck Ribery. O, se preferite, FR7. Ha compiuto trentasette anni ma nessuno ci fa caso.
Rocco Commisso e i tifosi viola ricordano, piuttosto, quando con una progressione da duecentista recuperò molti metri di campo a Cristiano Ronaldo andando a riprendersi la palla nella metà campo viola. Con una grinta da vero guerriero. Ribery è pronto a iniziare un nuovo campionato. Ha cambiato casa perché gli unici a rovinargli l’umore nei mesi scorsi sono stati i ladri che hanno svaligiato la sua villa alla periferia di Firenze.
Ma non ha cambiato i suoi obiettivi: vuole riportare la squadra viola in Europa. Capocannoniere Il fuoriclasse francese torna in pista con un abito tattico parzialmente diverso. Lui che nel Bayern Monaco non è mai stato un goleador (il suo mestiere era servire assist) è risultato il capocannoniere della Fiorentina nel pre-campionato.
Quattro reti, una diversa dall’altra. Tutte molto belle. A conferma che il nuovo FR7 potrebbe dare una mano a Iachini anche in questo esercizio che non lascia sereno il pianeta viola. Se Ribery diventa un pizzico più egoista può tranquillamente andare in doppia cifra, grazie alla sua abilità tecnica non c’è avversario che può reggere i suoi primi passi, il suo primo dribbling. Per cui non sarà mai un problema per Franck trovare lo spazio per andare al tiro.
Inoltre Iachini gli ha disegnato un nuovo ruolo. Non più attaccante esterno ma trequartista libero di andare dove lo porta l’ispirazione. La linea di fondo è stata per tutta una vita un amato riferimento. Ma FR7 partendo da una posizione più centrale ha molte più opzioni. Vedrete che presto, magari già contro il Torino,i tecnici avversari cercheranno di ingabbiarlo chiedendo una mano anche al centrocampista centrale.
Meglio tagliare i rifornimenti allo scatenato Franck. Un regalo Il campione francese più dentro il campo e dentro il gioco e un fantastico regalo per i giovani attaccanti di Rocco. Kouame in amichevole ha segnato pure lui quattro reti sfruttando le invenzioni e i movimenti di Franck. Anche Chiesa è riuscito a segnare il suo primo gol ufficiale sfruttando un colpo di tacco del geniale compagno. Quando Commisso pensa a un attacco in grado di realizzare 30-40 reti è perché è convinto che Ribery alzerà il livello di tutti i suoi compagni. Un po’ quello che ha fatto per una vita un altro grande vecchio del calcio mondiale, Ibra. «Franck –ha spiegato Iachini nella conferenza stampa prepartita- per noi è una pedina importante.
Certo, non è più un ragazzino e quindi io ho il dovere di gestirlo al meglio durante la settimana per averlo per un campo nelle condizioni giuste. Da un top player come Ribery ci aspettiamo che dia alla Fiorentina un qualcosa in più ma per esaltare le qualità del campione francese bisogna che tutta la squadra si esprima al meglio». FR7 contro il Toro cercherà la sua posizione tra le linee. Quanto all’intesa con Kouame e Chiesa quella è nata d’incanto fin dal primo giorno. Franck recita il ruolo di fratello maggiore con i suoi giovani attaccanti. Regalando consigli che valgono oro soprattutto a Federico Chiesa.
E’ tornato in pista. Con il solito entusiasmo. Rocco Commisso più o meno tra un mese tornerà negli Stati Uniti ma prima ha tanti nodi da sciogliere. Ieri mattina è andato a visitare quello che sarà il nuovo Centro Sportivo. «I lavori inizieranno entro il due gennaio. Sono molto orgoglioso del fatto che quando il centro sportivo sarà complePresidente Rocco Commisso tato questa sarà la prima opera di cui sarà proprietaria la Fiorentina.
Sarà una cosa unica, mai fatta a Firenze, e resterà qui per sempre. Quando vengo qui è come un sogno». Commisso poi ha cominciato a tessere la tela dei rinnovi contrattuali. La sua speranza è di poter annunciare presto il legame fino al 2025 con il suo pupillo Vlahovic. Ed è in retta d’arrivo anche l’intesa per il prolungamento del contratto di Biraghi. Oggi, invece, il presidente viola farà un’abbuffata di calcio. Prima il debutto della Primavera (la partita era in programma ieri maèstata rinviata per un caso di Covid tra i giovani viola) poi, alle 18, sarà al suo posto al Franchi per la sfida di inizio campionato contro il Torino.
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Il primo giorno di scuola è sempre motivo di emozione. Non basta l’abitudine ad alti livelli: Andrea Beloni prova ancora oggi i brividi quando indossa la maglia del Toro. Perché di fatto è stato eletto dal popolo: è lui l’ambasciatore granata. In Italia, in Europa e nel mondo. Dove c’è il Toro, c’è il Gallo. Naturalmente titolare oggi contro la Fiorentina.
Marco Giampaolo si affida a lui, mai come in questo momento. Il contesto, infatti, richiede la massima attenzione: la squadra è ancora da completare, il rinforzo di cui necessita il mister in regia tarda ad arrivare e il tempo per lavorare è stato esigua Le sole tre amichevoli nelle gambe (Novara, Pro Patria e Pro Vercelli) e nel complesso una preparazione vissuta a singhiozzi causa Covid hanno complicato non poco l’operato del nuovo allenatore. Così diventa essenziale la conoscenza del Toro e dell’ambiente: Belotti può dare una mano al mister E il mister, per esaltarlo, dovrà metterlo nelle condizioni di far gol Importante per il Gallo, ma fino ad un certo punto: perii capitano viene sempre prima la squadra.
Lo dimostrano le corse in ripiegamento, le sgroppate sulla fascia e l’indispensabile aiuto fornito in fase difensiva. Ma le reti, nel calcio, contano. Eccome: senza le perle del capitano e le parate di Sirigu il Toro, nella passata stagione, non avrebbe evitato la retrocessione. La gara di oggi a Firenze può servire a Belotti per raggiungere Guglielmo Gabetto in termini di reti messe a segno in Serie A con la casacca granata. Il Gallo è quota 79, la Leggenda a 80: con m timbro saranno pari. E non solo, perché a due lunghezze c’è Valentino Mazzola, in questa classifica. Dunque, una doppietta non soltanto potrebbe spianare la strada del Toro al Franchi, ma servirebbe albomber classe ’93 per diventare il terzo marcatore più prolifico di sempre in Serie A con questa maglia.
Dietro soltanto a due mostri sacri: Paolino Pillici e Ciccio Graziani, rispettivamente a 134 e 97 reti nella massima serie. Numeri da urlo, che il Gallo inizierà ad inseguire dopo aver superato Gabetto e Mazzola. Belotti, finora, ha già fatto tantissimo. E’ stato capace di siglare 15 gol in almeno due campionati consecutivi in Serie A – come Pulici, Graziani, Mazzola, Gabetto e Gino Rossetti -, ma è anche riuscito a toccare quota 92 reti in tutte le competizioni col Toro. Nono posto all-time, posizione conquistata con le marcature dello scorso anno, che gli hanno consentito di staccare Franco Ossola (85). Le vittime sacrificali del Gallo sono due in particolare: Sassuolo e Sampdoria. Ad entrambe ha già rifilato 7 gol.
Ed è riuscito a colpire ben 23 avversarie diverse. Tre i dolori inflitti alla Fiorentina (doppietta a Firenze nel 2-2 del 27 febbraio 2017 e inutile sigillo nell’1-2 interno del 18 marzo 2018), che per il Toro in trasferta è un vero e proprio tabù: i granata non gioiscono in riva all’Arno dal 4 gennaio 1976. Allora segnò Graziani, proprio il giocatore che più somiglia a Belotti. Lui, che oggi non disdegnerebbe nemmeno una zuccata: di testa ha realizzato 17 degli 85 gol collezionati in A. Ma in fin dei conti, perii ragazzo di Calcinate, oggi esiste un solo verbo: vincere. Le soddisfazioni personali saranno una conseguenza del cammino col nuovo Toro firmato Giampaolo.
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