Nel mondo sono oltre 165mila i morti con coronavirus e più di 2,4 milioni le persone che hanno contratto l’infezione. Sono questi gli ultimi dati della Johns Hopkins University, che parla di 2.404.325 contagi confermati al livello globale e 165.238 vittime. Solo gli Stati Uniti registrano 40.682 decessi e 759.687 casi. Nel dato la percentuale più alta è di uomini. Già due settimane fa, i dati rilevati in Lombardia, la regione italiana più colpita dal Covid-19, era saltato agli occhi degli esperti il dato che interessava una distinzione di sesso tra i deceduti: per ciascuna donna lombarda morta di polmonite da coronavirus ci sono 2,4 uomini deceduti per la stessa malattia.
Questa tendenza era stata notata subito in Cina, non appena apparsa la pandemia. Uno studio del Cdc (Center for desease control) cinese aveva trovato che oltre il 60 per cento dei morti era di sesso maschile. Una ricerca pubblicata su The Lancet sui pazienti di Wuhan aveva confermato che i due terzi dei ricoverati erano maschi e la metà avevano condizioni croniche particolarmente rischiose.
Anche in Italia gli uomini dimostrano una sensibilità maggiore. Secondo l’Istituto superiore di sanità rappresentano il 60 per cento dei contagiati e il 70 per cento dei morti. Inoltre le donne che muoiono per Covid 19 hanno in media un’età maggiore: 82 anni contro 79 degli uomini. Ma perché? La risposta arriva da uno studio condotto negli Usa dal Montefiore Health System e dall’Albert Einstein College of Medicine, in collaborazione con l’Ospedale di Malattie Infettive Kasturba a Mumbai in India.
Come si legge su Il Messaggero in un articolo di Anna Guaita, secondo lo studio condotto da Amit Verma, professore di biologia molecolare, Ulrich Steidl, professore di biologia, Aditi Shastri, oncologa, e sua mamma Jayanthi Shastri, microbiologa, dalla ricerca emergerebbe come il Coronavirus, se sotto attacco, tenderebbe a rifugiarsi nei testicoli, legandosi, per attaccare le cellule umane, all’ACE2, una proteina che è invece assente nelle ovaie.
“Studi condotti in tutto il mondo – scrivono i quattro – hanno ripetutamente dimostrato una incidenza maggiore e una severità più grave della malattia negli uomini rispetto alle donne”. Gli studiosi spiegano di aver notato come gli uomini impieghino più tempo a “liberarsi del virus”, e che ciò può spiegare “la maggior gravità dei casi per loro”. La teoria avrà bisogno di numerose verifiche, ma ha raccolto sin da subito numerosi consensi nel mondo della scienza. Secondo gli studi sono deceduti più uomini che donne anche nel 2003 per la Sars, e il 7 per cento in più anche per Mers.
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