Lo hanno trovato nel fiume il corpicino di Diego. Senza vita. Alla foce del Bradano ci sarà arrivato sgambettando e tirando calci all’aria gelida di questo scampolo di marzo. Respirando a pieni polmoni il profumo di quella libertà che questo maledetto virus ha rubato prepotentemente anche ai nostri piccoli. Vogliamo sperare che almeno sia andata così. I fatti raccontano che Diego Sgambato, 3 anni, è stato ritrovato all’alba di sabato ai piedi del Bradano dai cani molecolari del Centro Cinofili dei Carabinieri di Firenze e dai colleghi di Pisticci.
Volontari e soccorritori di ogni dove, anche con l’ausilio di droni e termocamere, lo avevano cercato ininterrottamente da quando i genitori avevano dato l’allarme. Attorno alle 10 di venerdì mattina, quando si erano resi conto che il bimbo non era in casa.La tragedia si è consumata a Metaponto, frazione di Bernalda in provincia di Matera. Diego abituato a giocare con i cani di famiglia nel giardino di casa, in contrada Marinella, si era allontanato, forse, seguendo uno di questi. Il sindaco, Domenico Tataranno, che da subito si era unito alle ricerche ha raccontato che un cagnolino li aveva condotti fino al letto del fiume che poi lo ha inghiottito, lì dove era stata riconosciuta una impronta del bambino.
Ma ogni ricerca venerdì aveva dato esito negativo anche per la difficoltà dovuta alla pioggia abbondante e alla rigidità delle temperature di questa assurda primavera. «Venerdì» ha raccontato il comandante provinciale dei carabinieri di Matera, il tenente colonnello Samuele Sighinolfi, «il fiume era in piena e tumultuoso e il bambino verosimilmente è scivolato giù dall’argine ed è finito dentro. Ieri il livello si è abbassato e ci ha consentito di ritrovare il corpo che era rimasto incastrato tra i canneti». Attorno alle 18 di venerdì centinaia di messaggi di speranza hanno inondato i social, alla stessa ora in cui la Protezione Civile presentava la rituale, drammatica conta dei morti e il Papa, solo, sotto la stessa pioggia di Bernalda, pregava, benediceva e consolava. La morte, la fede, la vita.
E nel mezzo la speranza, quella che mai ha abbandonato chi ha continuato a cercare Diego per tutto il giorno e tutta la notte fino alla tragica scoperta. È annegato, stando alle prime ricostruzioni, in poco più di un metro d’acqua. Oggi non è solo il comune materano che si stringe intorno ai genitori di Diego, imprenditori agricoli che originari della Campaniasi erano trasferiti in Basilicata. Un abbraccio virtuale arriva da tutta Italia, infiniti i messaggi per questa mamma e questo papà. Diego era il loro unico figlio. «Una tragedia senza senso che spezza il cuore in due a tutti»ha commentato il primo cittadino.Anche alla cronista che dovrebbe restare fredda e lucida nel racconto obiettivo dei fatti. E che invece si sente a tratti soffocare dalla stessa acqua gelida di quel fiume con la quale, vuole credere, Diego ha giocato fino alla fine.
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