Mannaggia alle oche. «Che spavento mi hanno fatto prendere. Mi ero avvicinato per dar loro da mangiare e mi hanno attaccato», racconta Cristiano Malgioglio mentre trascorre le vacanze nell’amato Salento, in una meravigliosa masseria di cui vedete le foto in esclusiva in queste pagine. «Dopo aver trascorso il lockdown a Milano, sono scappato in Puglia, la mia seconda casa.
Sono qui per concedermi un po’ di relax, ma pochi giorni fa tre oche selvatiche mi hanno accerchiato, rosicchiato una natica e beccato su tutto il braccio. Il mio amico filmava e rideva, mentre io per sottrarmi alle beccate quasi cadevo in un laghetto. Dovevo aspettarmelo: le oche nel recinto fanno entrare solo gli uomini, quando vedono una donna la attaccano. Forse hanno notato il mio lato femminile». E scoppia a ridere. In effetti, il pareo fantasia a fiori colorati, lo smalto scuro lucido sulle unghie dei piedi e le gambe perfettamente lisce un po’ depistano. «In questo periodo il mio unico vizio è fare shopping.
Non posso fare a meno delle gonne e dei parei. Più sono colorati, più mi piacciono. No, le gambe non le depilo. È che in inverno, portando le calze lunghe, i peli se ne vanno da soli. Se devo fare una confidenza, in estate liscio un po’ la schiena e il petto. Ma ho pochi peli, non sono l’uomo orco». Cristiano Malgioglio è così: sincero, spontaneo e autoironico. Ma, nonostante i look sempre estrosi, è serissimo nel suo lavoro di paroliere, cantautore e personaggio televisivo adorato dal pubblico. In Puglia si gode una vita semplice. «Qui è un tripudio di ulivi, fichi, uva. Alle 7 mi alzo e faccio i panni, preparo le marmellate per gli amici e non prendo mai il sole», dice. «Ho il terrore delle rughe.
La mia faccia deve essere burrosa, voglio un viso alla Sharon Stone. Ma senza punturine». Ecco spiegato il motivo degli occhiali scuri che all’aperto indossa sempre. «Approfitto della pace di questi luoghi per scrivere il mio libro. Si intitolerà Scandalo. È una raccolta di lettere d’amore molto personali, che ho scritto nel corso degli anni e che sono indirizzate a me stesso. Ho iniziato nel 1976, mentre mi trovavo in Brasile. Da allora, quando sono all’estero, al mio indirizzo di casa spedisco cartoline e lettere in cui racconto cose che altrimenti dimenticherei: posti visitati, amici nuovi, storie d’amore». Adesso è innamorato? «Ho una relazione da due anni con un ragazzo di 39 che vive a Istanbul.
È bello come il sole, adoro tutto di lui, soprattutto i denti, che sono bianchi come spicchi d’aglio [esita e ride, ndr]… diciamo mandorle, va’. Non dico il nome per non mettere a repentaglio la sua vita privata: vive in un Paese dove ci sono regole da rispettare. Quando vado a trovarlo si impressiona perché mi guardano tutti. Istanbul è una città pazzesca, ma non potrei viverci, non riesco a imparare il turco». Adesso che dunque l’uomo del cuore è distante, Malgioglio, preoccupato per il covid, incontra solo pochi amici. «La Puglia mi piace, mi ricorda la mia Sicilia. Gallipoli è incredibile.
Dell’Italia amo anche Napoli: raccoglie tutto il mondo, la bellezza, la disponibilità e l’amore della gente. Non posso vivere senza le amicizie vere, quelle a cui puoi raccontare la tua vita», dice. «Ma non amo essere invadente. L’altro giorno ho visto David Beckham, il calciatore, passare qua davanti in bicicletta. Ci conosciamo, me l’ha presentato Simona Ventura. Non l’ho fermato per non disturbarlo. Questa dolcezza nei modi l’ho ereditata da mia madre, pilastro della mia vita». Prima o poi le ferie finiranno. Progetti? «Ci sarà sicuramente la Tv, ho un contratto con Mediaset, ma è ancora tutto da definire.
A settembre poi – dopo i successi di Dolceamaro e Notte perfetta – dovrebbe uscire un nuovo disco, un pezzo fortissimo in cui canto con un rapper molto famoso. Per ora non posso dire di più: avrebbe dovuto essere uno dei tormentoni dell’estate ma ero troppo addolorato per il coronavirus e ho preferito rimandare». E ancora: «Il mio sogno adesso è lavorare con il regista Pedro Almodóvar. Nel 2004 volevo fare il provino per il suo film La mala educación, avrei dovuto interpretare un prete. Uno dei miei agenti mi disse di lasciar perdere, che secondo lui era una bufala, invece era tutto vero. Anni dopo, a Roma, ho incontrato Almodóvar. “Pedro, ho perso il treno più grande del mondo”, gli ho detto. Lui ha risposto: “Adesso devi aspettare un accelerato”».
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