La pandemia del Coronavirus si è diffusa a macchia d’olio in tutto il mondo facendo le sue vittime in mondo silenzioso. Tutto è cominciato on Cina ma lo sfociare dell’epidemia anche in Spagna sta facendo paura all’umanità che è stata chiusa in casa senza poter far nulla per difendersi. Ma cosa sta succedendo nella nazione adesso?
Pandemia da Coronavirus
Nel momento in cui il Coronavirus è diventato una pandemia di certo nessuno di noi immaginava di tornare a usare una parola così forte nel 2020, essendo quasi destinata a rimanere nei libri di storia per spiegare al mondo cosa fosse successo in passato.
La pandemia del Coronavirus ha messo tutti sottochiave, tenendoci lontani e cambiando rapidamente le condizioni di vita quotidiana. Chi era abituato a viaggiare da una parte all’altra del mondo, adesso, deve imparare a vivere con questa nuova realtà. Oggi ecco che la vita è diventata un incubo anche per la Spagna, dato il rapido crescere dei casi e della registrazione dei morti.
Coronavirus in Spagna
Come abbiamo avuto modo di spiegare precedentemente, la situazione è stata ampiamente capovolta anche in Spagna dove in pochissimi giorni sono già oltre 3000 i decessi causati dal Coronavirus.
La diffusione della pandemia sta lasciando tutti senza parole e inermi, dato che la rapidità di contagio del Codiv-19 è impressionante. In pochissimi giorni anche la Spagna ha dovuto prendere delle misure drastiche, chiedendo a tutte le persone di rimanere chiuse in casa, mentre gli scienziati sono già a lavoro al fine di poter creare un nuovo farmaco e vaccino che annienti definitivamente il Coronavirus.
La testimonianza di Laura…
In queste ore a tenere banco nel mondo delle news è anche la testimonianza di una ragazza italiana, Laura, la quale attualmente si trova in Spagna in casa della sorella e diffusa dalla redazione di Newsbiella.
La donna in questione ha raccontato cosa le è successo nelle ultime settimane affermando: “La rapidità di contagi in questi ultimi giorni mi fa pensare che presto saremo come l’Italia. Solo a inizio mese mi guardavano come un’appestata. Tutto è cambiato in due settimane. Sono partita, per lavoro, il 4 marzo dall’aeroporto e ci avevano chiesto solo se eravamo stati in Italia negli ultimi 14 giorni… Sono passati pochi giorni dal mio ritorno a Barcellona ma noto poca gente per le strade e la metà di quella incontrata senza le mascherine si dirige verso i supermercati. Auto zero, pochissimi taxi che girano con l’obbligo di portare un cliente alla volta”.
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