Come fare l’Amuchina Gel Fai da te in casa: ecco la ricetta dell’Oms



Amuchina e mascherine, sono diventati gli oggetti introvabili degli ultimi tempi. Chi l’avrebbe mai detto che saremmo dovuti uscire solo con la mascherina sul volto e una bottiglietta di amuchina in tasca. La verità è questa, in queste settimane di emergenza sanitaria nazionale per via della pandemia da Coronavirus, i gel disinfettanti e tutti i sistemi di protezione delle vie respiratorie sono praticamente andati a ruba e sono introvabili in ogni posto del mondo. Ad ogni modo, non preoccupatevi, perchè c’è sempre un modo per sopperire al problema.



Proprio nei giorni scorsi l‘Oms, ovvero l’organizzazione Mondiale della sanità ha pubblicato una ricetta ufficiale per poter preparare a casa un disinfettante fai da te. Sono stati indicati e non soltanto gli ingredienti necessari ma anche le dosi e le varie fasi di preparazione e pare che non sia poi così tanto complicato. Bisogna soltanto recuperare tutti gli ingredienti necessari e nel giro di pochi minuti quel sarà pronto.

Amuchina, la ricetta dell’Oms per preparare il gel in casa

Secondo le indicazioni dell’Organizzazione mondial per la sanità, per poter fare l’amuchina in casa occorrono soltanto pochi ingredienti come l’alcol etilico, la glicerina, l’acqua ossigenata e l’acqua distillata. Questa ricetta prevede ben 833 millilitri di alcol etilico al 96%, 42 millilitri di acqua ossigenata 3% ,15 mm di glicerolo al 98% e un litro di acqua distillata. Una volta poi mischiato il tutto bisognerà far riposare il composto per almeno 72 ore prima di poterlo utilizzare. Va anche detto che non bisogna preoccuparsi se i dosaggi sono cambiati di poco, perché la ricetta data dall’Oms è specifica per poter ottenere un prodotto artigianale tra i migliori. Quindi può anche andar bene utilizzare 830 millilitri di alcol etilico, 40 ml di acqua ossigenata. Bisogna però fare una raccomandazione ovvero usare i prodotti di qualità e poi conservare questi tra le mura domestiche all’interno di bottiglie con etichetta o flaconi per evitare degli sgradevoli inconvenienti.

Evitare le possibili alternative

Alcuni esperti tra cui Dario Bressanini chimico e divulgatore scientifico, sostengono che è da evitare assolutamente le alternative a questo genere di disinfettante la cui ricetta è stata direttamente diffusa dall’organizzazione Mondiale della sanità. Evitate quindi di seguire delle ricette trovate a casa su Internet a base di candeggina, di acqua di alcol etilico. A sottolineare ciò è stato anche l’Istituto Superiore di Sanità che sconsiglia le preparazioni artigianali e fa sapere che non potendo escludere una preparazione fai da te, si sottolinea che un preparato contenente sostanze pericolose non deve mai essere conservato in contenitori anonimi, privi di etichetta e di informazioni sul contenuto e sulla data di preparazione.

I tedeschi ci hanno «rubato» 800 mila mascherine

«Commentare non commento perché non è questo il momento delle polemiche,ma l’epopea delle nostre mascherine la racconto volentieri». Emanuele Mortarotti è un ragazzo giovane. Il sorriso simpatico, la voce che cerca di essere sempre calma. È il direttore generale della Dispotech, un’azienda a conduzione famigliare che produce e distribuisce prodotti medici monouso, in genere destinati ai dentisti del nord Italia. È di Gordona (Sondrio), Mortarotti. Da quindici giorni sta aspettando un carico di mascherine usa e getta regolarmente acquistato in Cina prima di Natale e bloccato dio-sa-come in Germania. «Abbiamo perso più di due settimane, di queste settimane », dice. Già. «Queste» settimane sono quelle dell’emergenza sanitaria più grave di sempre, col coronavirus che alza il passo e le misure di prevenzione personale (come appunto le mascherine) chenonsi trovano neanche a cercarle col lanternino.

La Dispotech ne avrebbe 830mila, non sono quelle col filtro (introvabili anche per gli addetti ai lavori) però una mano la danno lo stesso. Il punto è che di metterci le mani sopra (ancora)non se ne parla. «Abbiamo fatto l’ordine da un nostro fornitore svizzero il 18 dicembre dello scorso anno », spiega Mortarotti, cioè ben prima che Covid- 19 scombussolasse la vita planetaria. «Lui si è rivolto a una ditta cinese che conosce e il 5 marzo le mascherine sono arrivate al porto di Rotterdam, in Olanda, come da bolla. Pronte per essere trasportate con un camion fino da noi». Tutto bene, magari. Perché in quelle ore Berlino decide le misure drastiche e blocca l’exportdi tutto materiale sanitario. Dalla Germania non esce uno spillo. «Il nostro fornitore ha la rappresentanza fiscale in Germania, sennò non potrebbe lavorare in Europa », continua Mortarotti.

E il tiremmolla parte: la Dispotech reclama quanto comprato anzitempo (tra l’altro altrove) e i tedeschi non cedono. Decisioni dall’alto. «Ci siamo rivolti all’Api (l’associazione per le imprese, ndr) di Lecco perché non sapevamo cosa fare. Non è stato facile. Dalla Germania ci rispondevano che non si trattava di un transito vero e proprio e che quindi non potevamo avere le nostre merci». Ricapitolando: Mortarotti compra, tramite un fornitore svizzero con partita Iva tedesca, in Cina dei prodotti che arrivano in Olanda e che devono essere spostati in Italia passando necessariamente per la Germania. Cinque nazioni, gli unici problemi che si creano sono al di là del Reno. «A un certo punto le mascherine non si trovavano più», surreali fraintendimenti di (in)efficienza teutonica.

Ché anche i tedeschi, alle volte, s’impicciano. «Erano state mandate in un centro logistico di Stoccarda, le abbiamo ri-individuate e abbiamo dovuto chiedere aiuto all’ambasciatore italiano a Berlino». Per dire il calvario di queste benedette mascherine. Solo la diplomazia ha sbloccato lo sbloccabile e convinto i tedeschi che la Dispotech di Mortarotti aveva piena disponibilità di quel carico sanitario. Finalmente, con quindici giorni di ritardo. «Ora sembra che abbiamo ricevuto il via libera per ottenere le mascherine che ci arriveranno domani, ma prima abbiamo dovuto dichiarare che la merce non uscirà dai confini europei e specificare a chi andranno nel dettaglio». La prima questione è del tutto scontata anche perché, dato il momento, sarebbe difficile ipotizzare una rivendita extra-Ue.Main merito alla seconda richiesta, la domanda sorge spontanea: che gliene importa a Frau Merkel e colleghi di chi sono i clienti di Mortarotti? «Gran parte di quelle mascherine sono destinate alla protezione civile e alla regione Lombardia, l’abbiamo sempre detto e lo confermiamo », chiosa lui. Come a dire, c’era davvero bisogno di chiederlo? Ma almeno così a Berlino si chetano. Forse.



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