Abbiamo intervistato il conduttore Claudio Lippi il giorno del suo settantacinquesimo compleanno e ci ha raccontato di come il suo lockdown sia stato un momento importante per riflettere, avvicinarsi al mondo del web e prendere decisioni lavorative. Decisioni che lo vedono adesso impegnato in un progetto tutto nuovo, al passo con i tempi di internet, in cui fa parlare gli ultimi attraverso un canale multitematico: Tuby Tv. Ma di sogni nel cassetto il poliedrico Claudio ne ha molti e ce li rivela in questa intervista…
Ciao Claudio, inizio a farti tanti auguri visto che oggi è il giorno del tuo compleanno!
In realtà festeggio ogni quattro anni un anno! (ride, ndr).
Gli anni non te li voglio chiedere ma voglio sapere se hai espresso un desiderio spegnendo le candeline.
Ti deluderò molto ma devo dirti che non mangio dolci. Inoltre la mia festa è ogni mattina. È una mia filosofia di vita svegliarmi la mattina e sapere che abbiamo di fronte 24 ore in cui ci può succedere di tutto. Non credo alle celebrazioni di un’giorno, non ne capisco il motivo come la festa dei nonni o la festa della donna, mi sembra una presa in giro, il rispetto deve essere quotidiano.
Hai avuto una carriera bellissima e ricca di soddisfazioni, ma hai anche qualche rimpianto? Più che rimpianto ho il rimorso di essere stato eccessivamente disponibile in alcuni casi. Come hai vissuto il periodo di quarantena per il coronavirus?
Mi è servito perché ho fatto tesoro di quelle che sono state nella storia le rinascite. Io sono nato nel 1945 e in Italia cera ancora la monarchia, ma chiaramente non me ne rendevo conto, avevo un anno quando è stata dichiarata la Repubblica.
Questo per dire che le rinascite sono inevitabili dopo dei periodi bui ed io sono un ottimista. Abbiamo potuto capire quanto sia importante internet, ad esempio per lo smart working. Mi sono avvicinato al mondo del web con un gruppo di esperti che mi hanno convinto a collaborare ad un nuovo progetto, un nuovo canale di intrattenimento che si propone di rivoluzionare i linguaggi e i contenuti della televisione.
Spiegaci meglio questo nuovo progetto.“Tuby Tv” è un canale multi-tematico distribuito online attraverso YouTube e Facebook video e supportato anche tramite i social Tik Tok e Instagram. Io faccio delle dirette e sto sperimentando anche un nuovo linguaggio, o meglio i tempi del linguaggio del web. Cerco nel mio spazio di far parlare chi non ha parola, ci sono molte categorie che soffrono in questo periodo, che sono state dimenticate, già prima del problema del virus. Il settore della scuola, del turismo, lo spettacolo tutta una serie di settori che sono stati dimenticati. Questa nuova avventura mi impegna molto ma mi dà molte soddisfazioni. Anche mia figlia collabora con un programma di cucina alternativa che non è volutamente né vegana né vegetariana, propone ricette facilissime da eseguire in pochissimo tempo, ossia il tempo che sopporta il pubblico di questi spazi.
Tu sei entrato nel mondo dello spettacolo come cantante, ma qual è il tuo cavallo di battaglia?
Il mio limite è la mancanza di talento nello scrivere musica e testi, questo fa di me un interprete. Quest’anno avevo un bel tour da fare ma purtroppo è saltato, mi piace molto cantare nelle piazze, dove senti l’umore e il calore reale della gente.
Ti abbiamo visto più di una volta emozionato in televisione ascoltando Domenico Modugno. È vero che ti piace anche molto interpretarlo? Avevo 13 anni quando vidi Modugno per la prima volta cantare “Volare” mi impressionò oltre alla voce anche la gestualità. Poi lo conobbi e facemmo insieme anche un mu- sicarello. Ho anche fatto un CD che non è stato messo sul mercato ma sulle piattaforme musicali e sono stato per una settimana-in testa alle visualizzazioni.
Vorresti partecipare al Festival di Sanremo come conduttore o come cantante? Sono 75 anni che vorrei partecipare a Sanremo e preferirei come cantante perché non ritengo importante la gara per vincere ma una enorme soddisfazione vivere quell’emozione.
Un sogno nel cassetto? Vorrei scrivere un libro, vorrei lasciare qualcosa di mio a mio nipote e a mia figlia.
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