Carlo Conti, la confessione privata “La prima volta imbarazzante…” presto lo vedremo alla Corrida



Carlo Conti è sicuramente uno dei conduttori più amati dai telespettatori italiani e ogni suo programma è sempre un grande successo. Da qualche anno a questa parte Carlo Conti non si è più fermato con il lavoro ed ha condotto infatti diverse trasmissioni tra cui anche “La corrida”, in onda sempre su Rai 1.



Ad ogni modo il conduttore sembra non voglia proprio fermarsi e nel corso di una intervista rilasciata proprio nell’ultimo periodo, pare che abbia svelato quelli che sono i suoi progetti ed ha anche lanciato una sorta di avviso ai vertici Rai. Non c’è che dire sul fatto che il conduttore 59enne sta trascorrendo ormai da parecchi anni un buon momento dal punto di vista professionale, ma anche privato visto.

Carlo Conti ed i nuovi progetti lavorativi

La sua carriera ormai è più che consolidata, ma Carlo Conti ha tanti nuovi progetti lavorativi da realizzare a breve che sicuramente gli daranno ancora tanta soddisfazione così come hanno fatto fino ad oggi. A dare tanta soddisfazione al conduttore sono i telespettatori che non perdono una puntata di qualsiasi suo programma e che lo acclamano in ogni dove. Recentemente Carlo Conti è stato protagonista di uno spettacolo teatrale che sarà trasmesso proprio sugli schermi televisivi e lo ha visto protagonista insieme ai suoi amici storici Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello. Questo Show Sarà trasmesso proprio domani venerdì 14 febbraio su Rai 1 e si tratterà dello spettacolo realizzato dai tre amici storici che in questi ultimi tre anni hanno venduto ben 85 tappe nei principali Palasport e e teatri di tutta la penisola.

L’amicizia tra i tre dura da ben 25 anni e sul palco si è proprio vista questa sintonia. Ad ogni modo Carlo Conti Sta per tornare in tv con un altro suo programma ovvero “La Corrida”, dove sarà affiancato da Ludovica Caramis. “A LA CORRIDA NON ESISTONO PROVE…L’ESIBIZIONE CHE SI VEDE IN DIRETTA È ESTEMPORANEA ED È PROPRIO QUESTA LA GENUINITÀ DEL SUCCESSO”, ha dichiarato Carlo Conti al Settimanale Di più. Nel corso dell’intervista rilasciata al settimanale Di Più Tv il conduttore pare abbia svelato di ricordare ancora con grande nostalgia il suo primo provino che avvenne in modo del tutto particolare ovvero al citofono della Fede di una radio.

L’avvertimento ai vertici Rai

“HO SUONATO IL CAMPANELLO DI UNA RADIO PRIVATA, PRONTO A FAR VEDERE LE MIE CAPACITÀ PER CONVINCERLI A FARMI DEBUTTARE COME DISC JOCKEY”, ha dichiarato Carlo Conti. Conti non disdegna l’idea di poter tornare a condurlo di nuovo, ma ha lanciato un avvertimento ai vertici Rai.“MAGARI TORNERÒ A CONDURLO…A BREVE PERÒ, COMPIRÒ 59 ANNI, QUINDI LA RAI NON DEVE ASPETTARE TROPPO A RICHIAMARMI, ALTRIMENTI INVECCHIO”, ha confessato Carlo.

Dopo Lo show con i miei amici Panariello e Pieraccioni, tornerò venerdì 21 febbraio con la mia terza edizione de La Corrida: ho voluto ancora con me Ludovica Caramis, ma ci sarà anche una novità nella formula del prògramma».

Con queste parole, Carlo Conti ci racconta di quella che ormai considera a tutti gli effetti una sua creatura: La Corrida, lo storico programma dei “dilettanti allo sbaraglio” lanciato da Corrado Mantoni negli anni Sessanta in radio e poi in televisione, e che nel 2018 Conti ha riproposto su Raiuno. Continua Carlo: «Non poteva mancare Ludovica Caramis: con la sua eleganza e la sua bellezza, è il contraltare perfetto per i concorrenti più “colorati”. E quest’anno ho voluto “azzardare” una novità nella formula, consolidatissima, del programma: rinuncio ai famosi “balletti del pubblico”, le coreografie improvvisate che fin dai tempi di Corrado era un appuntamento fisso in ogni puntata perché voglio istituire la “giuria del pubblico”. In ogni puntata, prendiamo persone presenti in studio e concorrenti delle passate edizioni che fanno da giudici».

Quando ha modo di incontrare i concorrenti? Durante le prove? «Prove? A La Corrida non esistono prove: è questo il bello. L’orchestra prepara le canzoni che i concorrenti canteranno, ma l’esibizione che poi vedete in diretta è estemporanea. Ed è questa genuinità il segreto del nostro successo».

Mi racconti: come nasce una edizione de “La Corrida”? «Le selezioni durano tutto l’anno, ho una squadra di dieci autori che girano l’Italia per incontrare gli aspiranti concorrenti. Per scegliere i concorrenti di queste cinque puntate sono state sentite circa settemila persone».

Ripensa mai a quando era un dilettante allo sbaraglio e ai provini le dicevano “facci vedere che cosa sai fare”? «Impossibile dimenticare il mio primo provino, se così si può chiamare, perché me lo fecero al citofono: suonai al campanello di una radio privata, tutto emozionato, carico, pronto a fare vedere le mie capacità per convincerli a farmi debuttare come disc jockey.

La voce che mi rispose disse solo: “Se ti interessa, abbiamo bisogno di uno che metta i dischi la domenica, ma gratis”. Tomai diretta- mente la domenica successiva e iniziai. Così è cominciata la mia carriera: poi la TV, l’arrivo in Rai a metà degli anni Ottanta».

Una carriera, la sua, culminata con le tre fortunate edizioni del Festival di Sanremo, dal 2015 al 2017. «Sì. Anche se per me il Festival non è un punto d’arrivo, “il sogno” che tutti dicono. Per arrivare a condurlo bisogna avere anche un po’ di fortuna, essere la persona giusta al momento giusto. Un grande come Raimondo Vianello debuttò da conduttore a Sanremo a settantasei anni. Il mio grande amico, il povero Fabrizio Frizzi, non ci è mai arrivato a condurre il Festival, eppure è ancora vivo nel cuore di tutti i telespettatori. E nel mio».

Per chi ha fatto il tifo in questa edizione appena conclusa tra i cantanti del Festival? «Mi sento molto legato a due toscani come me: il mio amico Marco Masini e Francesco Gabbani, che con me ha vinto nel 2017 con Occidentali’s Karma. L’altro giorno ho rivisto una foto di gruppo delle Nuove Proposte dell’edizione che ho condotto nel 2016: c’erano Gabbani, Irama, Mahmood ed Ermal Meta, che oggi sono quattro stelle. Per me è motivo di grandissimo orgoglio». Si sente un po’ di nostalgia nelle sue parole… «Chissà, magari tra qualche anno tornerò a condurre il Festival. Ma il 13 marzo compio cinquantanove anni: la Rai non deve aspettare troppo, altrimenti invecchio. E di Raimondo Vianello ce n’è uno solo».



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