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Pensieri a cucii, cielo fondente, mare e cioccolata, ottimismo al latte allo chalet di Mergellina del cameriere Beppino formato Svizzera. Il ragioniere Saverio Malaspina annuncia: «Il dado è tratto. Il presidente De Laurentiis ha tracciato la rotta. L’Europa League è un obiettivo».



Sommovimento oceanico. Il vecchio e romantico Salvatore pittore di alici non resiste alle emozioni dei suoi tempi: «Spezzeremo le reni allo Zurigo». Non è da meno don Ciccio portiere di palazzo che ha nostalgie nascoste: «Abbiamo pazientato un girone di Champions, ora basta». E don Giacomo Frollo pasticciere alla Pignasecca
e balilla negli anni antichi: «Tifosi azzurri della rivoluzione, centrocampisti e attaccanti di tutto il Napoli, emigranti napoletani sparsi in Europa, oltre i monti elvetici e sui laghi di Svizzera, un’ora solenne sta per scoccare».

Mergellina vibra di sarachielli e patriottismo. Il giornalista on-line Pasquale Pazienza aggiunge: «L’ha detto anche Koulibaly: boia chi molla». Gennaro Piromallo salumiere emerito non ha dubbi: «Ancelotti è uomo di coppe, non può sbagliare, altrimenti le coppe del padre ricadono sul figlio David». Il cameriere Beppino annota: «Complimenti, vi vedo carichi». Zurigo-Napoli è questa follia a Mergellina, sole e tramontana. Interviene Enrico Pignatiello, baritono mancato al San Carlo, edotto di musica pop rionale: «Sti svizzeri ce magnamm. Ce magnamm come dice Rocco Hunt». Il ragioniere Malaspina chiede: «E Clementino che cosa dice?». «Scatenamm ‘e guagliun, dice Clementino» informa Totonno Speranza direttore di centro commerciale che irradia musiche locali. «Ma avissev fumato?» chiede preoccupato il cameriere Peppino. «Guagliò, n’anisetta a prima matina, il minimo» dichiara don Ciccio portiere di palazzo.

«A state facenn tropp facile» avverte Pep- pino cameriere prudente. «Ma se l’Europa League è l’obiettivo, ci dovessimo fare problemi con questo Zurigo?» dice Carmelo Mirabello regista di teatro popolare. «Il centrocampo logora chi non ce l’ha – osserva il giornalista on-line Pazienza. – E ‘sto Zurigo non ha centrocampo, non ha difesa, non ha attacco». «Gesù – interviene il pittore di alici Salvatore, – ma ‘sti zurighesi ‘o pallone ‘o sanno?». «Hanno inventato il catenaccio, mettono l’autobus davanti alla porta e, in Svizzera, gli autobus funzionano» spiega il giornalista on-line.
«Ma li sapete i giocatori zurighesi? – si inserisce don Giacomo Frollo. – Kololli, Odey, Domgjoni, Khelifl. Nun so’ ni- sciuno». «Ma a te chi te ddice?» domanda don Ciccio portiere di palazzo. «Mi ha chiamato Scignitella che fa ‘e pizze a Locarno» chiarisce Frollo. «Io non mi fido» conferma il cameriere Pep-
pino.
«Ma il dado è tratto o no?» interviene Salvatore pittore di alici. «E’ tratto» assicura il ragioniere Malaspina. «Aurelio l’ha tratto» conferma Totonno Speranza. «O presidente l’aggio viste ‘ntu- fato a Firenze» osserva il cameriere Peppino. «Direi ‘ntussecato assaje» precisa il pittore d’alici Salvatore. «Mertens se magnave i gol e Aurelio se magnave ‘o limone» commenta con crudezza botanica Saverio Malaspina ragioniere. «Jammo, guagliune, ‘a Coppa è accu- minciata, vuttamm”e mmane» afferma solennemente Totonno Speranza. «Aurelio trae i dadi, Ancelotti non pettina le bambole, se qualcuno dei nostri votta ‘a palla a inte il gioco è fatto» sottolinea Saverio Malaspina ragioniere. «A Svizzera c’ha fumamm» esclama Salvatore pittore d’alici. «E io mi fumo questo Da- vidoff che me l’ha mandato Scignitella da Locarno» aggiunge Frollo pasticciere alla Pignasecca e fumatore di sigari svizzeri.
«Il dado è tratto, il dado è tratto, da- do-umpa, dado-umpa». Peppino cameriere si libera finalmente all’entusiasmo accennando passi di nostalgia televisiva.

Dove vedere Zurigo Napoli, diretta tv e streaming

La partita che si giocherà questa sera 14 Febbraio 2019 alle ore 21:00, sarà trasmessa in esclusiva diretta streaming su Dazn, ma ovviamente sarà visibile anche su altri dispositivi. La versione integrale della partita si potrà anche guardare on demand e quindi tutti gli appassionati e tifosi potranno rivedere la gara quando vorranno. Ovviamente sarà possibile guardare il big match in televisione qualora si possiede una smart TV, scaricando l’applicazione, avendo sottoscritto un abbonamento a Mediaset Premium o a Sky Q. In questo caso però bisognerà vedere se la TV di cui si è in possesso è compatibile con il servizio Dazn. Se non siete ancora abbonati a Dazn, potrete vedere la partita in modo assolutamente gratuito, visto che il primo mese lo offre la piattaforma. Dovrete solo effettuare la registrazione ed attivare l’abbonamento per un mese gratuitamente. Poi se vi troverete bene con la visione, potrete continuare con l’abbonamento al costo di 10 euro al mese.

Rojadirecta Zurigo – Napoli

ROJADIRECTA Zurigo – Napoli  – Come sito di streaming gratuito uno dei più famosi è Rojadirecta. Il sito spagnolo dovrebbe presentare il link della gara poco prima dell’inizio del match. Vi ricordiamo, come sempre, di non usare questa pratica, visto che potreste incorrere in multe e sanzioni elevate.

Non parlategli di transizione, casomai di ripartenza. Non pronunciate la parola delusione, la delusione non abita qui. Carlo Ancelotti e la sua banda adesso sono figli di un’Europa minore e da Anfield in poi la stagione in qualche modo è stata condizionata. Addio salto di qualità. Dopo l’eliminazione in Champions per mano del Liverpool, fuori anche dalla Coppa Italia. E il Napoli da trasferta continua a non trovare la via del gol. C’è il forte rischio di un’altra stagione da belli e incompiuti. Ma Carlo non ci sta. Dalla pancia dello stadio Letzigrund, che da fuori sembra un disco volante di legno pronto ad alzarsi, lui si prepara per volare verso «un’avventura indimenticabile ». Testuale. Da vecchio saggio e maestro di vittorie, parla a Sparta perché Atene (la squadra) intenda. È sereno, ma pochi sorrisi illuminano il suo volto. È conciliante, ma determinato. E la parola transizione non gli piace. Dice: «Sento spesso dire che questo per me e il Napoli è un anno di passaggio, che la stagione vera sarà la seguente. Beh, una mano ce l’ho messa anche in questa. Concordo col fatto che la squadra abbia un futuro. È giovane, faremo arrivare altri giovani e l’obiettivo è renderla piu competitiva anche se secondo me siamo competitivi anche oggi. Non voglio che sia un anno di transizione. Abbiamo ancora traguardi da raggiungere ».

L’AVVENTURA Dallo Zurigo («squadra che gioca un buon calcio, propositivo») inizia la strada per il traguardo da raggiungere. Ma il suo Napoli ha due velocità, in casa e fuori. «Nonostante voglia cercare di essere un po’ autocritico, penso che sia solo questione di risultati. Le prestazioni ci sono sempre state. Fiorentina e Milan le abbiamo messe sotto a livello di gioco, per dire. È mancato l’efficacia sotto porta, altrimenti sarebbero stati risultati diversi. Attaccanti delusi e condizionati da Champions e campionato? Non so se sia una questione psicologica, ma per le punte è normale avere periodi negativi. È successo a Milik, come è successo a Insigne. Dobbiamo accettare che a volte sotto l’aspetto realizzativo ci possa essere qualche lacuna. Ma son dettagli. Se ci fossero stati più vittorie e meno gioco, magari sarebbero tutti più contenti. Ma io preferisco avere il gioco e insistere su questo. Per me la stagione fin qui è stata positiva. In Champions non potevamo fare di più, siamo stati bravi. E il risultato del Psg a Manchester è una prova, conferma che il Psg sia una delle candidate a vincere, come d’altronde il Liverpool e la Juventus. L’Europa League potrebbe essere la certificazione di una stagione positiva e renderla indimenticabile ». Curioso che Ancelotti, con tutto il suo passato di gloria, sia un deb per l’Europa League (anche se guidò Parma, Juventus e Milan in Coppa Uefa). «È una competizione lunghissima, dura. Siamo consapevoli che abbiamo delle carte da poter giocare. Insomma, siamo soddisfatti di quello fatto finora ma possiamo far di più e quel di più potrebbe aiutarci a vincere la Coppa».

I GOL E OSPINA Carlo Ancelotti si affiderà al suo neo capitano Lorenzo Insigne e a Milik per la ricerca del gol perduto. Ripartire in Europa con una firma di uno dei due attaccanti sarebbe un gran segnale per l’avventura. Il dubbio è legato a chi non deve prenderli, i gol. Meret o Ospina? Ancelotti non ha bisogno di tenere sulla corda i portieri. Dice: «È una scelta legata soltanto alle condizione fisiche. Se Ospina sta bene, gioca lui. Altrimenti toccherà a Meret». La sensazione è che toccherà al colombiano. L’altra sensazione, è che il Napoli si è davvero stancato di partecipare soltanto. E il suo guru non l’ha mai fatto.

Un sorriso glielo ha strappato Carlo Ancelotti che, prima di essere un ottimo allenatore, è un buon padre di famiglia. E come tale se vede triste un proprio giocatore, prova a tirar fuori una risata. E così è stato quando il tecnico si è parato davanti alla telecamera di Sky mentre registrava l’intervista a Lorenzinho, che ha perso smalto in campo e probabilmente anche un pizzico di convinzione. Lui non lo ammette esplicitamente ma ci va vicino quando dice: «Ci siamo stufati di partecipare e non vincere niente. Questo è un ottimo gruppo ma abbiamo vinto poco e dispiace dover partire ogni stagione con aspettative che poi non si realizzano. Dispiace soprattutto per i tifosi».

POST LIVERPOOL Non c’è dubbio che a Liverpool il Napoli si sia fermato, non tanto nelle gambe ma nella testa. Ad Anfield non c’era in ballo solo il passaggio agli ottavi di Champions, ma soprattutto il salto di qualità tecnico e mentale che questo gruppo sognava. Il risveglio non è stato dei migliori. Insigne lo spiega così: «Un po’ di delusione c’è stata, passare il turno è diverso che retrocedere in Europa League. Ci sono stati un po’ di alti e bassi, ma è normale in una stagione e ora dobbiamo ripartire da quelle prestazioni perché noi siamo quelli di Parigi, quelli che hanno battuto il Liverpool al San Paolo. Lavoriamo duro per affrontare ogni gara al meglio. A Firenze abbiamo sbagliato delle occasioni, dobbiamo stare tranquilli perché siamo forti».

A SECCO Ecco la tranquillità che è andata perduta e lo dimostrano anche i numeri. A partire proprio da Liverpool il Napoli non ha più segnato su azione in trasferta. Solo il gol su punizione di Milik a Cagliari, ultima vittoria in viaggio. Poi sconfitta con l’Inter, pari col Milan, eliminazione dalla Coppa Italia da parte dei rossoneri a San Siro – con la doppietta micidiale di Piatek – e altro 0-0 a Firenze. A questo punto Zurigo può diventare uno «sfogatoio» per gli attaccanti, per buttare alle spalle incertezze e problemi.

LA MUSICHETTA Non c’è dubbio che il fascino della Champions abbia lasciato il segno: «Certo non c’è la musichetta, c’è meno attenzione dei media. Ma ci teniamo: siamo il Napoli e dobbiamo onorare l’Europa League arrivando fino in fondo. Scenderemo in campo con la giusta cattiveria per fare risultato e poi giocare il ritorno a Napoli per andare avanti. Lo meritiamo, anche e soprattutto per quello che abbiamo fatto in Champions». La lingua batte dove il dente duole… Lorenzo ripete il mantra per convincersene.

IL CAPITANOSOGNA Ereditando la fascia di Marek Hamsik sente ancora più il peso: «È motivo d’orgoglio, ma anche di responsabilità. Io l’ho sempre avuta però perché sono napoletano e il primo tifoso che vuole dei trofei. Quando sbaglio qualche gol sono il primo a rimanerci male, meritiamo dei trofei perché da anni facciamo bene ma non vinciamo nulla. Ora c’è l’Europa League e possiamo arrivare in fondo, vincerla e portare un trofeo a Napoli che manca da tanto». E sogna la foto che lo ritrae con la Coppa alzata. Il massimo per uno nato con una seconda pelle azzurra addosso. Tocca però ritrovare in fretta il sorriso e la voglia di divertirsi in campo, altrimenti quel trofeo diventa un peso impossibile da sollevare.

Era tutto scritto nei quaderni che con i libri fungevano da pali: c’era dentro un sogno, ma mica si poteva sapere all’epoca che sarebbe bastato aspettare una ventina d’anni per scorirlo finalmente realizzato. «Io sono napoletano, tifoso del Napoli e orgoglioso adesso di andare in giro per l’Europa con la fascia al braccio». Gli scugnizzi sono fatti così, non mentono mai, semmai omettono: e quando sull’asfalto di Frattamaggiore, rotolandosi su se stesso, Insigne dovette decidere cosa fare da grande, s’e- ra tracciato un percorso e pure un orizzonte. «Essere il capitano
del Napoli. E non solo». E’ stato un viaggio lungo e faticoso, ma mica finisce qua, perché alle sette della sera di un mercoledì apparentemente normale, riecco emergere l’altra metà di quel romanzone scritto di pugno suo o forse no, semplicemente declamato sin da quando se ne stava in culla: «Adesso vogliamo qualcosa. Ogni anno stiamo qua a dirci: vinciamo, vinciamo, vinciamo e ormai sono troppe stagioni che non riusciamo a prenderci un trofeo. Sento che questa è la volta buona: lo meritiamo tutti, perché siamo persone perbene, ragazzi che ci mettono il cuore e che lo meritebbero per il calcio che abbiamo espresso e che stiamo mostrando».

OCCHIO. Bentornati in Europa, in questo macrocosmo in cui non sentirete le musichette, né magari vi verrà la pelle d’oca per l’emozione d’essere entrato nel tempio del calcio, ma pure questo è football che può lasciarvi dentro qualcosa. «E noi non molliamo. Non lo faremo neanche in campionato, nonostante i punti dalla Juventus siano undici e loro siano fortissimi. Ma noi siamo il Napoli e siamo anche
affamati: la coppa Italia è stata una delusione e anche qualche partita, che ci è costata questo distacco dai campioni d’Italia, perché avremmo dovuto vincerle e avevamo creato pure le condizioni».
ORA BASTA. Zurigo-Napoli è l’anticamera di un inganno, una per- flda trappola che s’avverte sparpagliata su questa Europa League che sta per entrare nel vivo e che Insigne blandisce ma con cautela: «Non pensiamo alle altre, a quelle che potrebbero essere nostre avversarie nella corsa al trofeo, ma prima concentriamoci su questa sfida, che va vinta subito per poi prendersi la qualificazione al san Paolo tra una settimana». E poi, a quel punto lì, all in, anche se ci sarà un percorso tortuoso da afirontare: però adesso c’è un capitano, c’è solo un capitano, che parla come una «Iena» – e sorride dello scherzetto di sua moglie Genny – e quando si gira per voltare a rivedere quei giorni, quelli in cui la cartella della scuola finiva in terra, scopre che c’erano mille altri desideri tra i fogli scomposti della gioventù. «La sapete una cosa? Noi ci siamo scocciati di stare qui a partecipare. E’ arrivato il momento di vincere».



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