I gruppi su WhatsApp ormai sono molto utilizzati e sembrano essere utilizzati per scambiare foto, immagini e notizie di ogni genere. Attenzione alle segnalazioni su WhatsApp, perché è reato. A chiarirlo è l’art. 340 del codice penale che sancisce come questo reato si pone in essere nel momento in cui si “cagiona un’interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità”. Questo tipo di reato, sembra si possa costituire effettuando una segnalazione anche utilizzando un navigatore che sia collegato ad una chat ed in questo caso le sanzioni sono piuttosto gravi e pesanti.
Nello specifico, in quest’ultimo caso è prevista la reclusione fino ad un anno e fino a cinque anni per promotori, capi ed organizzatori della turbativa. Un esempio di quanto abbiamo detto, sembra essere accaduto a Canicattì, dove è stato creato un gruppo su WhatsApp per poter segnalare agli automobili la presenza di posti di blocco e di autovelox posizionati ovviamente dalle forze dell’ordine, segnalazione che sarebbe avvenuta attraverso una serie di messaggi arrivati proprio attraverso WhatsApp e condivisa sui vari gruppi. Per questo motivo, sono state denunciate ben 62 persone, le quali sono state accusate di interruzione di pubblico servizio.
Per poter risalire all’identità di queste persone si è dovuto fare riferimento al telefono cellulare, il cui proprietario pare facesse parte del gruppo interessato ai messaggi. Gli investigatori affermano: “Un sistema efficace che finiva per vanificare il buon esisto del controllo del territorio intrapreso. Da qui la contestazione dell’ipotesi di interruzione di pubblico servizio”. D’altra parte WhatsApp sembra sia scesa in campo contro la propagazione delle fake news attraverso la sua chat. Da quanto è emerso, sembra che l’azienda abbia deciso di introdurre nel più breve tempo possibile un limite alle persone con le quali si potranno condividere un messaggio.
Quindi a breve, sia che si tratti di un testo, di una foto o di un video ricevuti su WhatsApp, questi si potranno inoltrare ad un massimo di cinque destinatari contemporaneamente, per evitare così che possa verificarsi la diffusione di bufale. In realtà non si tratta di una vera e propria novità, visto che questo è stato già sperimentato in India dove WhatsApp, ovvero l’applicazione di messaggistica istantanea più diffusa al mondo, la scorsa estate è stata utilizzata per diffondere false notizie che poi hanno generato atti di violenza e linciaggio di individui che sono stati accusati di minori ingiustamente. Proprio in quell’occasione, il governo sembra aver chiesto delle immediate misure per poter contrastare la circolazione di fake news.
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