Se avete amato la prima serie di Suburra, un viaggio nella Roma criminale, non potrete non appassionarvi alla seconda stagione, ora disponibile su Netflix. Questa volta la trama si fa più intensa, con continui colpi di scena, tensione alle stelle e morti, molti morti. Gli otto nuovi episodi, sempre tratti dal libro omonimo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, ripartono dopo tre mesi dal finale di stagione: siamo nei quindici giorni che precedono l’elezione del sindaco di Roma e nella capitale sotterranea è in corso una guerra per eleggere il nuovo re del crimine.
C’è un’altra novità: in una storia prevalentemente maschile – dove si muovono potenti criminali, politici corrotti e persino prelati senza scrupoli – questa è la stagione delle donne. Sono le sorelle, le madri, le mogli, la figlia di un boss, una giovane poliziotta determinata a prendere la scena, a decidere, dividere, tramare. E in mezzo a tutte c’è lei, la dark lady Sara Monaschi, interpretata sempre da una superba Claudia Gerini, nel suo primo ruolo cattivissimo. Se nella prima stagione Sara era stata revisore dei conti in Vaticano, accreditata nei salotti romani con l’unico obiettivo di far soldi e potere, ora, dopo aver perso tutti gli appoggi, torna ancora più agguerrita per diventare trafficante di esseri umani, a capo di una onlus che lucra sulla pelle dei migranti. «Sì, è una donna spregevole», racconta l’attrice, «che capisce come l’ultimo business sia quello dell’accoglienza ».
In una scena la Gerini in versione spietata si aggira tra i pullman di migranti appena arrivati dopo viaggi allucinanti e dice: «Quanti sono? 512? Bene, bene, sono 35 euro a persona… ». Un ruolo non lontano dall’attualità, che l’attrice romana segue con passione. «I personaggi della fiction sono molto veri», dice lei. Sarà per questo che la serie ha avuto tanto seguito anche all’estero. «Ci siamo sorpresi noi stessi nel rilevare», ha detto Kelly Luegenbiehl, vicepresidente per la produzione seriale europea di Netflix, «come una storia così romana sia stata apprezzata nel mondo, dagli Stati Uniti al Vietnam. In Italia, è stato lo show più visto sulla piattaforma per ben 72 settimane. Questo ci fa ben sperare per la seconda stagione». Così Claudia Gerini è diventata una diva internazionale: si calcola che gli spettatori potenziali della serie siano oltre 100 milioni in 190 Paesi.
Certo, Suburra è per spettatori abituati al sangue e alla violenza, non è una fiction tradizionale, per famiglie. Sarà per questo che il suo passaggio su Raidue non ha riscosso molto successo. «Calarsi nei panni di una donna tanto crudele è stato, però, divertente e liberatorio. Proprio perché è così diverso da me e dai ruoli che ho interpretato finora», afferma la Gerini. «Sara Monaschi è una che passerebbe sopra il cadavere di sua madre per ottenere ciò che vuole, ma finisce per pagare la sua sete di potere con la solitudine». Nel seguito della storia c’è un’evoluzione del personaggio anche in termini di look: Sara lascia gli abiti firmati in favore di uno stile più sobrio e pratico. Ha perso infatti un marito facoltoso e gli appoggi in Vaticano che le permettevano di avere un certo stile di vita. «Ma lei non si perde d’animo, si sporca ancora di più le mani, è sempre più assetata di potere e per ottenerlo è disposta a tutto, anche ad allearsi con i peggiori criminali.
A volte vorrei avere la sua determinazione». Se in Suburra Claudia è stata costretta a scovare il proprio lato oscuro, nella vita è una donna appagata e felice, dichiaratamente single e impegnata a tempo pieno tra la gestione delle due figlie Rosa e Linda (la prima avuta dall’imprenditore Alessandro Enginoli, la seconda dal cantante Federico Zampaglione), il cinema, il teatro e la Tv. Al momento l’attrice è in tournée teatrale con lo spettacolo Qualche estate fa, un omaggio a Franco Califano. Dall’11 marzo condurrà su FoxLife il programma Amore e altri rimedi, dove vere coppie in crisi sono seguite da uno psicoterapeuta. E il 4 aprile torna al cinema in un film drammatico, ma dalla parte dei buoni: è la protagonista di A mano disarmata, nei panni della giornalista Federica Angeli, che vive sotto scorta. «Il luogo delle riprese è sempre Ostia [dove avvengono molti dei traffici loschi di Suburra, ndr], ma in questo caso sarò una donna onesta, che ha avuto il coraggio di denunciare. La ammiro e interpretarla è stata una bella opportunità».
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