Il big match tanto atteso di oggi è quello tra Lazio e Juventus. Le due squadre scenderanno in campo questa sera, sabato 7 dicembre alle ore 20.45 all’Olimpico di Roma. Per la Juventus l’obiettivo è tre punti che potrebbero portare la squadra di Sarri in vetta ala classifica della Serie A, dopo soltanto una giornata di assenza grazie al pareggio dell’Inter contro la Roma a San Siro. La Lazio reduce da sei vittorie di fila ospita la Juventus reduce dal pareggio casalingo contro il Sassuolo. La Juventus dovrà vincere la partita e battere i biancocelesti, una delle squadre al momento più in forma del campionato.
La gara di questa sera si preannuncia davvero spettacolare. La Juventus può vantare la migliore difesa del campionato e Ciro Immobile ha invece fatto 17 gol in ben 14 giornate e sta battendo ogni record. Sarri al momento sta pensando alla Champions, vista che la qualifica è già arrivata ed anche il primo posto è assicurato. Inzaghi tenterà di sfruttare il suo attacco e nello specifico Ciro Immobile che ha segnato 17 gol in soli 14 giornate e ad oggi è il capocannoniere del campionato ed è a caccia di record da battere. La Lazio si è allenata questa mattina e pare che proprio in queste ore sia stato confermato il recupero pieno di Leiva e Luis Alberto, ma ci sarebbe una grande novità.
Quale? Pare che i due si siano mossi insieme a Parolo, con Milinkovic. Contro la Juventus, questa sera dovrebbe ripartire il serbo come titolare. Dubbio in difesa per il terzo di destra. Saranno out invece Berisha, Marusic Lukaku e Patric. Come arriva la Juventus? Bentancur ormai sembra sia il sostituto di Khedira, ma Sarri potrebbe riservare delle sorprese. Szczesny tornerà tra i pali ed in difesa Cuadrado, Bonucci e De Ligt. Non si sa ancora se Sarri deciderà di schierare Alex Sandro o De Sciglio. A centrocampo Bentancur, Pjanic e Matuidi, Bernardeschi sulla trequarti che dovrebbe supportare Ronaldo e Dybala.
Lazio-Juventus probabili formazioni
LAZIO (3-5-2): Strakosha; Luiz Felipe, Acerbi, S.Radu; Lazzari, Milinkovic, Leiva, Luis Alberto, Lulic; Correa, Immobile. ALL.: S.Inzaghi.
A DISP.: Proto, Guerrieri, Vavro, Bastos, Parolo, Cataldi, Jony, Caicedo.
JUVENTUS (4-3-3): Szczesny; De Sciglio, Bonucci, De Ligt, Alex Sandro; Bentancur, Pjanic, Matuidi; Bernardeschi; Ronaldo, Dybala. ALL.: Sarri.
A DISP.: Buffon, Pinsoglio, Rugani, Demiral, Danilo, Cuadrado, Emre Can, Rabiot, Higuain, Pjaca.
ARBITRO: Fabbri di Ravenna.
Lazio Juventus, dove vedere la partita
Il match, con fischio d’inizio alle ore 20.45 sarà visibile in tv ed in streaming su Dazn e Dazn 1, ma anche sul canale Sky 209.
E se è vero, come è vero, che il fatto di stare alla spalle derll’Inter può portare una insolita dose di determinazione e fors’anche ferocia, nella Juventus tutta, beh… Figurarsi che effetti possa teoricamente produrre in Cristiano Ronaldo nello specifico – in termini di cattiveria agonistica, motivazioni, stimoli a fornire risposte e zittire certi detrattori – il secondo posto in classifica unito al disappunto per il recente Pallone d’oro assegnato a Lionel Messi.
Uno smacco, per il portoghese, che è stato staccato (6-5) nell’albo d’oro del riconoscimento. E che peraltro è stato pure oggetto di una serie di battutine e frecciate (del tenore della lesa maestà) da parte di vari personaggi del mondo del calcio. Da Zlatan Ibrahimovic («Ora sappiamo che i Palloni d’Oro non li vinceva Cristiano Ronaldo, ma Florentino Perez. Il vero Ronaldo è solo il brasiliano»), a Virgil Van Dijk («Cristiano era candidato alla vittoria del pallone d’Oro?») passando per commentatori e critici anti/juventini pronti ad intonare in coro: la Juventus gioca meglio senza Ronaldo. Tant’è, è un grande classico. Più sei osannato prima, più sono pesanti gli attacchi dopo. CR7 sta rispondendo (o non rispendendo) con grande stile, finora. Pur non apparendo completamente a suo agio ad alcuni – tra arrivo all’ultimo secondo, qualche sguardo che poteva risultare perplesso – s’è presentato al Galà del Calcio, tenutosi in contemporanea alla cerimonia del Pallone d’oro e ha ringraziato in italiano, cosa insolita.
Ha invece ritenuti indegni di replica certi attacchi e lazzi verbali, tirando dritto per la sua strada. Sa bene che in questi casi c’è solo un tipo di risposta che conta d’avvero, quella che si dà sul campo. E per la verità è innanzitutto a se stesso che vuole fornire prove e controprove Ronaldo. Già perché al netto di certi toni e atteggiamenti provocatori esterni, il portoghese è insoddisfatto del suo rendimento. Sette gol in 16 partite non sono media da attaccante più forte del Mondo, uno che nei momenti in cui la forma è al top in media ne fa uno a partita, di gol. Inoltre gli ultimi due sigilli li ha confezionati su rigore: ciò significa che su azione non segna da Juventus-Bologna del 19 ottobre. Nel frattempo – oltre ai due penalty trasformati – il fastidio a un ginocchio, le sostituzioni mal digerite, l’umore in calo. Maurizio Sarri non ha avuto remore a sottolineare l’aspetto emotivo: «I giocatori abituati a segnare hanno sempre l’ansia del gol, si meravigliano quando non ne fanno per due partite». Di contro, nel momento in cui arrivasse la scintilla giusta, quella frustrazione da astinenza da esultanza può trasformarsi in clamorosa carica propulsiva.
La famosa teoria della salsa, uno dei must di Gonzalo Higuain ma in generali di tanti attaccanti: «Come mi diceva Van Nistelrooy. Se li cerchi troppo, i gol non arrivano. Ma quando arrivano, escono tutti insieme, proprio come il ketchup dal contenitore ». Ci sta che ci abbiano scherzato insieme, il Pipita e CR7. Anche perché una cosa è certa: all’interno dell’ambiente bianconero, da Paratici a Sarri passando per i giocatori, la fiducia è massima. Tutti consci del fatto che quando Ronaldo… tornerà Ronaldo, il potenziale bianconero diventerà immenso. Possibilmente, auspicano tutti, a partire da questa sera. Al cospetto proprio di quel Ciro Immobile fenomenale e leader della classifica marcatori con addirittura 11 centri in più di Ronaldo. Anche questo aspetto sarà uno stimolo mica da poco.
Non capita spesso di ricevere titoli già impacchettati e pronti all’uso. Simone Inzaghi stavolta non si tira indietro e alla vigilia della partita di stasera contro la Juventus la sintetizza così: «Si affrontano la più forte e la più in forma d’Italia. Sarà una bellissima sfida». In palio c’è la possibilità di accorciare a -3 dai bianconeri, consolidare il terzo posto che vale la tanto inseguita Champions, oltre alla chance di battere se stesso inseguendo la settima vittoria consecutiva in campionato e togliersi un sassolino dalla scarpa, lo sfizio di fermare chi gli ha preferito Sarri la scorsa estate. Inzaghi sull’argomento fa un catenaccio mai visto e glissa: «Certe voci fanno sempre piacere, ma in quel momento, appena vinta la Coppa Italia, dovevo riflettere con me stesso e non ho parlato con nessuno. In quel momento per me c’era solo la Lazio». Sappiamo, invece, che il suo nome figurava sul taccuino di Paratici per il casting che poi portò all’ex tecnico del Chelsea. Per buona pace di Inzaghi, che preferì restare sulla strada vecchia e più sicura. Oggi i risultati della Lazio gli danno ragione e lungi dal volersi mettere in competizione con il tecnico bianconero, di quest’ultimo parla con stima: «Ho visto tante partite della Juve, si comincia a intravedere il suo lavoro. Negli altri anni con Allegri la squadra ha fatto benissimo e ha sempre vinto. Ora fanno tanti passaggi in più, la squadra è corta». Poco prima, da Vinovo, Sarri parlava della Lazio come di una possibile pretendente allo scudetto, magari vincendo oggi. Inzaghi in questo caso si irretisce, preferisce non alterare il volo, restando sulla stessa altimetria per evitare turbolenze. E ribatte con forza: «Noi dobbiamo cercare un equilibrio nei giudizi, ma certo con una Lazio così in alto e in forma posso dire di essere entusiasta di affrontare questa gara in questo momento». La parola “scudetto” neanche la sente, gli scivola addosso come l’acqua. Anzi, teme la Juve, soprattutto dopo il pareggio con il Sassuolo: «Saranno arrabbiati », avverte. E’ molto più interessato a macinare altri record, lui e il suo Ciro Immobile. La settima per Inzaghi significherebbe primato personale e «i record sono fatti per essere battuti – ripete – quest’anno ci siamo riusciti già vincendo a San Siro contro il Milan e vogliamo farcela anche con la Juve, visto che sono diversi anni (dal 2003) che non la battiamo in campionato in casa». E non è un caso se questa sera ci sarà il tutto esaurito all’Olimpico. La sua Lazio ha meritato un palcoscenico del genere: «Fa piacere – ammette Inzaghi – sappiamo che troveremo uno stadio pieno di entusiasmo e vogliamo fare una grande gara. Cercheremo di portarci dietro la gente, metteremo tutte le energie in campo». Guai a snaturare il bel gioco, ma un occhio di riguardo per i bianconeri ci sarà. In particolare, l’allenatore teme la manovra di Pjanic: «E’ un grandissimo campione – conclude – è un top player come Chiellini e Cristiano Ronaldo. Loro hanno campioni che possono risolverla da un momento all’altro».
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