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Sicurezza sul lavoro, la denuncia dell’Inail: ancora tanti morti e infortunati



Secondo i dati diffusi negli ultimi mesi dall’Istituto di Statistica, l’Italia continua a registrare un alto numero di disoccupati. Circa il 10,5 per cento, che ci fa apparire tra gli ultimi in Europa in tema di lavoro. Eppure qualcosa sta cambiando, tanto che a gennaio di quest’anno, sempre l’Istat ha fatto sapere che si sono registrate 21 mila assunzioni in più rispetto alla media. Questa lenta ma costante crescita degli occupati fa venire la curiosità di sapere dove gli italiani sognano di andare a lavorare.



A questa domanda si trova risposta leggendo i dati della ricerca condotta a livello mondiale dal Randstad Employer Brand per misurare il livello di attrattività delle aziende da parte dei possibili dipendenti. La ricerca finalizzata ad assegnare il premio Randstad Employer Brand Award 2019 ha comportato una ricerca condotta su 200 mila persone in 32 Paesi del mondo, con una analisi approfondita condotta su 6.200 imprese operanti in tutti i continenti.

Nessuna di queste aziende può autonomamente candidarsi. In Italia, l’indagine ha riguardato 7.700 intervistati con età compresa tra i 18 e i 65 anni e scelti tra chi già lavora, tra disoccupati e studenti. Le imprese selezionate sono state 150, abbastanza famose da essere conosciute da almeno il 10 per cento degli italiani e tutte con un numero di dipendenti superiori a mille. Secondo i dati elaborati da Randstad, in cima ai sogni dei lavoratori italiani vi è quello di trovare impiego alla Ferrerò, l’azienda nata dall’impegno di una famiglia piemontese ed oggi tra le multinazionali più affermate; conosciute ed amate. Al secondo posto troviamo un’industria automobilistica con la casa madre in Germania: la Bmw.

Al terzo posto sul podio segue un’altra casa automobilistica italiana di eccellenza che produce vetture da sogno: Lamborghini. Gli intervistati non si sono fermati solo a questi tre grandi marchi ma hanno segnalato come appetibile avere un posto presso Thales Alenia Space, Feltrinelli, Maserati, Mondadori, Rai, Avio Aereo e Coca-Cola Hbc Italia. Il premio assegnato a Milano nella sede di Talent Garden ha visto la Ferrerò salire sul podio dell’azienda più ambita dai lavoratori per la quinta volta, mentre la Laborghini è alla sua seconda assegnazione.

La scelta delle aziende da parte degli intervistati è stata operata sulla base di valutazioni che riguardano l’atmosfera di lavoro piacevole, la buona reputazione dell’azienda, l’equilibrio fra vita professionale e privata, la non precarietà del posto di lavoro e, per ultimo, l’eticità sociale con cui opera l’azienda. Tra questi fattori quello che maggiormente sembra interessare gli italiani, il 53 per cento degli intervistati, è la capacità da parte del datore di lavoro di garantire un buon equilibrio tra la vita lavorativa e quella privata. A far propendere il 52 per cento nella scelta è stata la piacevolezza del posto di lavoro. Il 47 per cento si è lasciato convincere dalla buona retribuzione e dai “benefit”. Per il 46 per cento la preferenza è determinata dalla certezza dell’impiego, ragion per cui si preferirebbero aziende con grande solidità finanziaria o enti pubblici.

Solo il 37 per cento sceglierebbe sulla base delle possibilità di carriera. E a proposito di quest’ultimo aspetto, è il segmento compreso tra i 25 e i 34 anni ad esservi particolarmente attratto. 1 giovani tra i 18 e i 24 anni preferiscono un posto di lavoro piacevole. Nella griglia dei fattori tra cui scegliere le motivazioni di preferenza di un’azienda in cui cercare di impiegarsi sembra mancare quello sulla tutela dell’integrità fisica dei lavoratori. «Nella scelta di un impiego questo aspetto andrebbe invece particolarmente privilegiato», spiega a Sono Franco Bertoni, presidente dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi del Lavoro, Anmil. «In un Paese dove il fenomeno degli infortuni sul lavoro ne conta circa 630 mila l’anno e quasi 3 morti al giorno, vedere che dalla ricerca Randstad Employer Brand emerge che i fattori più desiderati dagli italiani sono l’equilibrio fra vita professionale e privata nonché l’atmosfera di lavoro piacevole, seguiti dall’interesse ad una buona retribuzione e dalla sicurezza del posto di lavoro, lascia comunque sorpresi che non venga fatto alcun riferimento all’importanza di operare in piena tutela dell’integrità fisica sul posto di lavoro.

C’è da dire che indubbiamente nelle grandi aziende, quali quelle prese in considerazione dal premio, si registra poco più del 6 per cento di tutte le denunce di infortunio e malattia professionale perché l’attenzione alla qualità, all’innovazione e al benessere organizzativo rappresentano elementi fondamentali per garantire anche l’incolumità dei lavoratori. Quello che come Presidente dell’Anmil suggerisco agli organizzatori del premio è di inserire comunque tra gli aspetti oggetto di valutazione anche il livello di tutela della salute e sicurezza sul luogo di lavoro, quale ulteriore elemento distintivo delle aziende».

L’Inail, l’Istituto per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, ha fatto sapere con un comunicato che le denunce di infortunio sul lavoro presentate nel mese di gennaio sono state 47.982, in aumento di oltre tremila casi (+7,3 per cento) rispetto alle 44.715 del primo mese del 2018. L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce di infortunio nel Nord-Ovest (+11,2 per cento), nel Nord-Est e nelle Isole (+7,9 per cento per entrambe le ripartizioni) e nel Centro (+5,4 per cento). Solo al Sud si registra un leggero calo (-0,1 per cento). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano il Molise, la Basilicata, TUmbria, il Piemonte e la Sardegna, mentre i decrementi, seppur modesti, sono circo- scritti alle sole Province autonome di Trento e Bolzano, alla Puglia, alla Campania, alla Calabria e alla Valle d’Aosta. Statistiche a parte, lo scorso 24 aprile si sono registrati 4 morti in un solo giorno: A Livorno, Savigliano (Cuneo), Sestu (Cagliari) e Ravello (Salerno). Erano tutti operai.



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