Per la 23esima giornata della Serie A, in programma domenica 10 febbraio 2019, si sfideranno alle ore 18.00 Sassuolo e Juventus. Quest’ultima torna in campo dopo il pareggio ottenuto contro il Parma in casa. I bianconeri quindi ripartono dalla sfida di Reggio Emilia contro il Sassuolo, la cui partita di andata è coincisa con l’esordio di Cristiano Ronaldo, che proprio in quella partita segnò il suo primo gol italiano. La partita Sassuolo Juventus è in programma quindi domenica 10 febbraio alle ore 18:00 al Mapei Stadium di Reggio Emilia. A dirigere il match sarà il signor Paolo Mazzoleni della sezione di Bergamo, il quale sarà coadiuvato dagli assistenti Passeri e Galetto, mentre il quarto uomo sarà Dionisi. Il Var sarà invece preceduto dal signor Maretta e insieme a lui ci sarà Peretti.
Allegri dovrà fare delle scelte obbligate almeno in difesa, visto che mancano ancora Bonucci e Chiellini che il mister spera di poterle ritrovare in tempo per la prossima partita di Champions League. Posto Szczesny tra i pali, si vedrà ancora al centro del reparto Lugano in coppia con Caceres, mentre sulle fasce gli occhi saranno puntati su Alex Sandro e Cancelo, titolari alla Mapei Stadium. Dall’altro lato per De Zerbi invece non ci sono grossi problemi nel fissare gli 11 titolari e soprattutto non in difesa, dove ci sarà il solito quartetto posto di fronte a Consigli che tenterà di fermare l’attacco della Juventus.
Di fronte quindi al numero uno del Sassuolo, si vedrà in campo fin dal primo minuto Lirola e Rogerio, con Peluso e Magnani in coppia al centro. Non sarà comunque una partita facile visto che i bianconeri scenderanno in campo, dopo aver vissuto un momento difficile, nonostante sia la squadra che sta dominando il campionato ed anche con grande margine di vantaggio sulla seconda. La stagione attuale invece per il Sassuolo sembra essere più positiva e quindi sperano di poter trovare un posto in Europa League e penseranno quindi, di approfittare di questo momento non particolarmente esaltante della Juventus per avanzare in classifica.
Sassuolo-Juventus, diretta tv e streaming video: come seguire la partita
La partita Sassuolo Juventus sarà visibile in diretta TV soltanto per gli abbonati Sky e nello specifico sarà trasmessa sui canali Sky sport Serie A, al numero 202 Sky Sport 251. Il match, potrà seguire anche la diretta streaming video attraverso il servizio Sky Go, sempre riservato agli abbonati. Ci sono anche altri siti che trasmetteranno la gara in streaming. Sono davvero tanti i portali che danno la possibilità di assistere ad eventi sportivi in diretta streaming.
Probabili formazioni Sassuolo-Juventus
SASSUOLO (4-3-3): Consigli; Lirola, Magnani, Peluso, Rogerio; Bourabia, Sensi, Locatelli; Berardi, Babacar, Djuricic. All. De Zerbi.
A disposizione: Pegolo, Satalino, Adjapong, Ferrari, Lemos, Demiral, Boga, Matri, Scamacca, Di Francesco, Brignola.
JUVENTUS (4-3-3): Szczesny; Cancelo, Rugani, Caceres, Alex Sandro; Bentancur, Pjanic, Matuidi; Dybala, Mandzukic, Cristiano Ronaldo. All. Allegri.
A disposizione: Perin, Pinsolglio, De Sciglio, Spinazzola, Khedira, Bernardeschi, Emre Can, Douglas Costa, Kean.
Pavel Nedved, uomo di poche parole ben studiate, ha scelto una teatrale chiamata alle armi: invocare una Juve di supereroi è un richiamo alla responsabilità. Allegri lo sa e per questo affila il tridente coi superpoteri, ormai deciso per due terzi: che si tratti di trasferta emiliana o spagnola, gli attaccanti più robusti sono certi di indossare il costume. Chi sarà, invece, il terzo eroe svolazzante sui tetti di Juve City? Oggi a Reggio Emilia contro il Sassuolo i gradi dovrebbero andare a Federico Bernardeschi più che a Paulo Dybala, reduce da una settimana sul filo delle polemiche: assieme a Mario Mandzukic e Cristiano, Berna andrebbe a ricomporre il tridente muscolare degli inizi. Dopo l’alieno, resta pur sempre quello che tira di più (1,6 volte a partita) e tocca più palle in area (7,2). La nuova chance trascina conseguenze anche nell’incastro in mediana: la presenza dell’azzurro, più incline a scivolare sull’esterno, porta Allegri a lanciare Khedira, in cerca di minuti e sostanza. Dybala, che Nedved aveva affettuosamente battezzato «Paulinho», dovrebbe star fermo un altro giro dopo la panchina col Parma. Ma resta il candidato naturale per completare il trio a Madrid. ALTRA JOYA Di certo, non hanno giovato alla Joya le chiacchiere dell’ultima settimana: l’improvvido abbandono della panchina sabato sera è ancora motivo di discussione. Difficile dire quanto abbia pesato sulla scelta di Allegri: ieri Max ha definitivamente «chiuso il caso », ma non si è morso la lingua. «Paulo deve avere senso di responsabilità – ha tuonato il tecnico -: ha la 10 bianconera che è appartenuta ai grandissimi, fa il capitano quando non c’è Chiellini. Stavolta ha avuto un atteggiamento non idoneo e consono, ma si è accorto di aver fatto una cavolata e sono contento che abbia chiesto scusa da ragazzo intelligente quale è: per me è finita qui». Con un’aggiunta significativa legata alla fascia: «Se gioca, dovrò decidere se dargliela…». Sta arrivando il Cholo, antagonista che nessun supereroe vorrebbe affrontare, perciò Allegri non ammette deroghe dalla strada tracciata. Nell’incastro
con Mandzu e CR7, Dybala finora ha visto meno la porta, ma non dite al tecnico che può esser colpa della posizione: «Gioca nello stesso posto, tocca gli stessi palloni – ha risposto . Solo che quest’anno c’è Ronaldo che ha caratteristiche diverse ». Certo è che l’anno scorso in casa del Sassuolo la Joya sembrava toccata da fluido magico: tripletta pregiata, uno strapotere che pare smarrito. COPPIA DI EROI Quale sia il mancino di giornata e quale quello scelto per il Wanda (nella contesa dovrebbe rientrare anche Douglas Costa), niente dovrebbe modificare le certezze di questi mesi. Questa Juve ha trovato un feeling naturale tra il croato musone e il portoghese sbruffone. Adesso in campionato i gol alieni sono 17, mentre Mario ne ha fatti nove meno. Conta poco, un po’ perché del suo lavoro di gomito beneficiano tutti, un po’ perché Mario non aveva mai segnato a questi ritmi in bianconero: il record di 10 del campionato 2015 16 è ampiamente attaccabile. Non è escluso che alla coppia si possa affiancare in futuro un nuovo socio: «Cancelo può giocare più avanti, deve crescere nella disciplina, ma con la palla è diverso dagli altri». Potrebbe essere l’altro supereroe portoghese tra i cieli della Champions, uno di quelli che fa dormire sonni tranquilli a Nedved e alla sua Signora.
Costa, la condizione e la constatazione (amichevole): siamo allo scioglilingua. La settimana di Douglas Costa è iniziata con un tamponamento in autostrada e sta finendo con una certa tensione nei rapporti con la Juventus. Per i soli parziali del sabato. Ieri mattina su Twitter è apparso un «like» – il cuoricino che si mette ai tweet più apprezzati – per un articolo di un sito inglese. Il sito si chiama Sport Musing e l’articolo tratta dell’interesse del Manchester United per Douglas Costa. DC11, che si chiama come un aereo ma è fermo nell’hangar per una botta a un quadricipite, ha cancellato il «like» in pochi minuti ma certo non è improbabile che con quel gesto abbia voluto mandare un messaggio. Il suo rapporto con la Juve infatti sembra a un bivio. «È STRANO» Massimiliano Allegri in conferenza stampa ha risposto a una domanda su Douglas che lunedì, subito dopo l’incidente in auto, ha scelto di volare a Parigi per la festa di compleanno di Neymar nonostante lo spavento. Una decisione che Nedved e Paratici (eufemismo…) non hanno gradito. La risposta di Allegri: «Douglas Costa è strano. Ha iniziato la stagione molto bene, poi ha fatto quella cavolata contro il Sassuolo (lo sputo a Federico Di Francesco, ndr), ha preso 4 giornate, si è infortunato, è rientrato in condizio ne e ha avuto un mezzo infortunio domenica. Poi lunedì… quella è vita privata. Sono ragazzi e a loro lo dico sempre che devono essere bravi a gestirsi dentro e fuori dal campo. Hanno tempo per divertirsi ed è giusto che lo facciano,madevono essere bravi a gestirsi». E ancora: «Siamo in un punto della stagione importante, dobbiamo essere tutti al massimo della condizione fisica e mentale». Eccola, la condizione. IL BIVIO Quello che è successo è chiaro: la Juve avrebbe preferito che Douglas rimanesse a Torino e non è felice della sua stagione. Il brasiliano, assolutamente decisivo per lo scudetto 2018, negli ultimi sei mesi sembra perso tra panchine, problemi fisici, serate buone e serate storte. Quello che succederà invece è tutto da definire… e molto probabilmente dipende dall’uomo con l’11. La sua primavera può diventare un lento trascinarsi verso l’estate del mercato perché, se le trattative cominciassero adesso, le possibilità di un addio sarebbero decisamente alte: un giocatore così, molto forte ma poco applicato, è lontano dall’idea che la Juventus ha di se stessa. Douglas però ha ancora tutto il tempo per svoltare. La sua rapidità, anche a partita in corso, può essere fondamentale con l’Atletico e in tutte le partite europee. È solo questione di ritrovare un equilibrio, di parlare con la Juve e ripartire da zero. Una constatazione amichevole, più o meno. Che fa Douglas, firma?
Un asse con la Juve o con l’Inter? Il Sassuolo semmai è il giardino d’Europa. Dopo gli affari con il Chelsea (Boga) ora abbiamo stretto un patto con il Barcellona (Marlon) e il nostro vanto sarà quello di pescare i migliori talenti del Continente». La vigilia della sfida con la Juve riempie d’orgoglio Giovanni Carnevali, il manager del gioiello calcistico della famiglia Squinzi. «Ovviamente puntiamo a tornare in Europa, ma all’insegna del bel gioco. E De Zerbi è il brillante interprete di questa mission, a cui la proprietà tiene molto». Intanto c’èuna Juvemeno amica che in passato. «Affrontiamo una delle squadre più forti d’Europa e siamo più esperti dopo sei stagioni di A. Contro di loro bisogna essere perfetti. Stop. Non vedo altri spunti». Beh, il no per Rogerio al Chelsea non ha aiutato Paratici… «Il Sassuolo ha dimostrato forza e coerenza: non vende a gennaio. Magari in estate acquistiamo Rogerio, in prestito da noi. È già successo con Lirola ». Ora tutti pensano che virerete sull’Inter. «Coi nerazzurri abbiamo già un buon rapporto: ad agosto con Ausilio abbiamo chiuso Politano. Ma in questi anni abbiamo fatto i maggiori affari con la Roma: Lorenzo Pellegrini ne è la prova». Però con Marotta alla Juve tutto era più facile. «Sbagliato. È uno dei dirigenti più capaci, abbiamo lavorato insieme 6 anni tra Monza, Ravenna e Como: è stato il mio maestro, siamo amici. Ma trattare con lui è impossibile». Cioè? «È rigoroso, dura smuoverlo quando tutela gli interessi della sua società. In occasione dei miei no per Zaza e Berardi in bianconero, lo dissi a Paratici: Fabio è più comprensivo. E non vedo nubi tra noi. Ho un buon rapporto anche con Allegri: a Pavia nel ‘90 lui giocava e io ero d.g.: da lì facemmo il salto». Come sono i rapporti in Lega? «La Juve in questi anni ha fatto un salto incredibile, meritato. Ma con gli altri club fatica a legare. Peccato». Si spieghi meglio. «Per carità, è un difetto di tutti, ciascuno pensa per sé e il nostro calcio ha perso troppo tempo: non è cresciuto. Invece io penso che la Juve potrebbe essere la nostra locomotiva». E qual è il ruolo dell’Inter? «Marotta è un top player e la famiglia Zhang ha grandi progetti. Vinceranno presto, ma soprattutto aiuteranno a crescere la Serie A». Quali riforme si aspetta? «Con Micciché e De Siervo ci sono ottime prospettive: i presidenti devono aiutarli a lavorare su cambiamenti radicali. Tante norme vanno razionalizzate». Ad esempio? «Le seconde squadre possono essere utili, ma non si deve pagare 1,3 milioni a fondo perduto e i giocatori dovrebbero essere interscambiabili con la casa madre. Ma è un esempio. C’è tanto da lavorare. Noi abbiamo anche la squadra femminile e ci puntiamo molto. Non mi pare sia dappertutto così». Al Sassuolo i conti tornano? «Abbiamo uno stadio di proprietà e abbiamo appena investito 12 milioni per il nuovo centro sportivo, struttura all’avanguardia. Ciononostante abbiamo chiuso in utile gli ultimi tre esercizi, valorizzando tanti giovani. Anche Locatelli, Lirola, Adjapong e Scamacca sono in rampa di lancio». Avete stoppato Sensi e Duncan. «Non solo loro. In estate ne riparliamo, non freniamo nessuno. Anche Boateng, ad esempio, meritava di giocarsi la chance del Barça. Ed è un vanto anche per noi: in Catalogna prima mica sapevano dov’è Sassuolo…». E Berardi? «Segna meno, ma è maturato tanto. Soprattutto come uomo. Siamo contentissimi di lui. Se resta con noi ci fa un regalo». Un paragone tra Di Francesco e De Zerbi. «Due grandi professionisti. Cercano lo spettacolo in modo diverso e con caratteri opposti. Eusebio è metodico, Roberto vulcanico ». Sempre in eruzione? «Dipende (e ride). Lo conosco da quando giocava nel Milan, con lui ho sempre avuto un bel rapporto. È il tecnico più giovane in A e vuole imparare. È vivace, intelligente e ha un pregio: sa ascoltare. Arriverà anche lui in un grande club». Prima di scegliere Gazidis il Milan aveva pensato a lei. «Questo non lo so. Mi fa piacere, però, sapere che il dottor Squinzi ha toccato con mano la mia fedeltà. Gli sono grato, mi lascia libero di agire per realizzare un sogno». Quale? «Con la Juve il Mapei Stadium sarà pieno, con 22.000 spettatori. Ma spesso abbondano gli spazi vuoti. E dire che il progettoSassuolo meriterebbe ben altra partecipazione ». In che senso? «La famiglia Squinzi vede nel calcio un veicolo di positività. Valorizzare i giovani puntando sul bel gioco comporta un impegno speciale. Che dovrebbe suscitare simpatia e passione. Lo dico perché, alla resa dei conti, nella divisione dei diritti tv ogni anno ci toccano 15 milioni in meno. Non poco»
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