Controcopertina

Salmone affumicato ritirato dal mercato per rischio listeria, è allarme



Ancora un richiamo alimentare e questa volta ad essere finito sotto accusa è il salmone affumicato prodotto da Hove Fine Foods Aps in Lettonia. Ad annunciare il ritiro di alcune confezioni di questo salmone affumicato è stato il Ministero della Salute ed il motivo sarebbe il seguente, ovvero rischio listeria. Si tratterebbe nello specifico del Lotto identificabile con il numero 0777-022, il quale sarebbe costituito da confezioni con un peso di 200 g e scadenza 7 marzo 2019. Il lotto è stato richiamato per presunta presenza di listeria monocytogenes. L’azienda avrebbe quindi invitato tutti i consumatori a non consumare questo Lotto di salmone affumicato e di riportare le confezioni acquistate presso il punto vendita e dove è stato effettuato proprio l’acquisto per poter ottenere la sostituzione oppure un rimborso.



Il Ministero della Salute è venuto a conoscenza di questo possibile rischio microbiologico ed ha subito disposto il ritiro del salmone confezionato in Lettonia e sono state avvisate anche le ASL di competenza nelle regioni, dove questo Lotto di salmone è stato venduto. Ad ogni modo per qualsiasi altro tipo di informazione, gli interessati possono inviare una mail al seguente indirizzo: si può inviare una mail all’indirizzo: hova@hova-fine-foods.dk.

Listeria Monocytogenes

Si tratta di un batterio che provoca la listeriosi, ovvero una tossinfezione che può avere delle conseguenze anche molto gravi. Questa malattia si contrae assumendo formaggi freschi, latte crudo, pesci crudi o affumicati, ortaggi, gelati ma anche la carne che non è stata cotta bene. I sintomi sembrano essere i seguenti ovvero vomito, febbre e nausea. Da qui nasce l’esigenza di cuocere bene gli alimenti, visto che il batterio resiste alle basse temperature, mentre riesce a sopravvivere anche in frigorifero e si sviluppa in presenza di 4-6 gradi.

Il modo giusto per poter uccidere questo agente patogeno è sottoporre gli alimenti alla cottura. Nell’ultimo periodo sembra che i casi di contaminazione di prodotti con la listeria siano aumentati vertiginosamente. Principalmente perché questo batterio si trova un po’ dappertutto ovvero nelle piante, nell’acqua e nel terreno e quindi può facilmente infettare Ovini, bovini, Caprini e diventano portatori del batterio che contagiano poi l’uomo, attraverso il consumo degli alimenti che risultano contaminati. Il contagio può avvenire anche tramite il contatto con animali infetti e persone infette.

Altri richiami per Listeria

Non è di certo la prima volta che il Ministero della Salute, annuncia il ritiro di prodotti proprio per rischio listeria e soltanto alcuni giorni fa, era stata annunciato il richiamo di alcuni Lotti di Gorgonzola dolce DOP, che erano stati contaminati proprio con il batterio. Lo stesso era accaduto per il prosciutto cotto Fiorucci ed il minestrone Findus.

Cosa è la Listeriosi? La listeriosi appartiene al gruppo di malattie a trasmissione alimentare e prende il nome dall’agente patogeno che la causa, il batterio Listeria monocytogenes. In Italia e in Europa, la listeriosi ha un impatto socio-sanitario elevato, nonostante la sua bassa incidenza (1.763 casi di listeriosi vs 82.094 casi di salmonellosi), in quanto fra tutte le malattie a trasmissione alimentare, ha i più elevati tassi di ospedalizzazione (99,1% per la listeriosi vs 36% per la salmonellosi) e di mortalità (15,6% per la listeriosi vs 0,14% per la salmonellosi) (EFSA/ECDC, 2015).

Listeria monocytogenes si trova comunemente nell’ambiente e quindi può facilmente contaminare gli alimenti durante la produzione (ortaggi e verdure), ma anche durante la trasformazione (contaminazione di alimenti cotti durante le operazioni di porzionatura e confezionamento) e manipolazione (crosscontaminazione durante le pratiche casalinghe). Come la maggior parte dei batteri, la Listeria monocytogenes viene uccisa dai processi di pastorizzazione e cottura, è quindi importante che gli alimenti cotti non vengano in contatto con alimenti crudi per evitare la ri-contaminazione durante le successive fasi di produzione, distribuzione e commercializzazione del prodotto.

A differenza della maggior parte dei batteri, la Listeria monocytogenes è in grado di moltiplicarsi a temperature di refrigerazione, è quindi importante mantenere le temperature dei frigoriferi domestici al di sotto di 6°C e consumare gli alimenti entro la data di scadenza, per prevenirne/limitarne la moltiplicazione. Alimenti a rischio Gli alimenti più frequentemente associati a casi di listeriosi sono i cibi pronti al consumo, prevalentemente prodotti lattiero -caseari (formaggi a pasta molle, formaggi erborinati o poco stagionati), carni lavorate (salumi a breve stagionatura), prodotti della pesca trasformati (salmone affumicato), vegetali.

Listeriosi in gravidanza

Nelle donne in gravidanza, la listeriosi si presenta in forma leggera con sintomi simil-influenzali ma a causa delle gravi conseguenze per il feto è fondamentale una diagnosi in tempi brevi che permetta un trattamento antibiotico tempestivo della donna in gravidanza per prevenire seri danni al feto, con conseguenze quali aborto, parto prematuro, nascita di feto morto o nascita di un bambino con problemi respiratori o con sepsi o meningite.

Come si manifesta

La listeriosi si verifica principalmente nel terzo trimestre di gravidanza, forse a causa di un deficit dell’immunità cellulo-mediata, e si presenta per lo più con una sintomatologia simil influenzale (febbre, cefalea, dolori ossei e muscolari, vomito/diarrea), ma può anche essere asintomatica (circa il 30% dei casi). Durante la sintomatologia simil influenzale, spesso si verifica una fase batteriemica dell’infezione, che rappresenta un ottimo momento per ottenere colture di sangue utili per fare la diagnosi (isolamento di Listeria monocytogenes dal sangue). Per risalire alla causa dell’infezione è utile conoscere gli alimenti consumati dalla paziente negli ultimi trenta giorni. La listeriosi in gravidanza può causare aborto/morte fetale (10-20%), parto di feto morto (11%), parto prematuro (50%).



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