Con la crisi di governo che incombe ci si chiede quali rischi possano esserci per Quota 100, ovvero la riforma delle pensioni che è stata introdotta dal governo Conte e che da la possibilità a tutti i lavoratori che abbiano compiuto 62 anni di età e maturato 38 anni di contributi, di poter andare in pensione anticipatamente. Come abbiamo anticipato, attualmente sembrerebbe esserci una crisi di governo e questa però pare non possa implicare nulla per quota 100 che rimarrà in via sperimentale, ormai per i prossimi tre anni. Così, come stabilito, già a partire dal 2022 questa misura pensionistica sarà del tutto abolita e dovrebbe essere sostituita da quota 41.
La crisi di governo che è stata aperta alcune settimane fa dal vicepresidente del consiglio Matteo Salvini, dovrebbe portare nelle prossime ore ad un voto di sfiducia a Giuseppe Conte e di conseguenza all’alleanza nata tra il MoVimento 5 Stelle e la lega, ovvero la coalizione che fino ad oggi ha guidato il governo e che ha messo in campo tutta una serie di misure che riguardano tutti i cittadini.
Oggi infatti ci si chiede che fine possano fare queste misure introdotte dal governo Conte nel caso in cui dovesse cadere il Governo e quindi andare al voto. Come abbiamo anticipato, non ci dovrebbero essere delle novità circa Quota 100, ma anche per quanto riguarda il reddito di cittadinanza non sono previste novità a riguardo. Di conseguenza la pensione anticipata rimarrà in vigore con le stesse modalità ed anche con le stesse tempistiche già previste.
Ricordiamo che quota 100 è una misura pensionistica introdotta attraverso la legge di bilancio e il decretone ed è una misura che è stata introdotta in via del tutto sperimentale fino al 2022. Quota 100 è prevista per i prossimi tre anni ovvero 2019-2020-2021 e poi sarà il governo a decidere se rinnovarla oppure no. Il governo Conte ha più volte detto però nei mesi scorsi che non ci sarà un rinnovo, perché il vero obiettivo è quello di abolire Quota 100 e sostituirla con un altra misura, tanto discussa e attesa, ovvero quota 41 ovvero dare la possibilità a tutti di poter andare in pensione una volta maturato 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Ad ogni modo, ciò che importa è che effettivamente ad oggi nonostante questa crisi di governo non cambierà nulla perché le coperture ci sono e sono state stanziate con la legge di bilancio 2019 e varranno Per i prossimi tre anni.
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