In termini di Pensione, in molti si chiedono quale sarà il futuro di Quota 100 per il 2020 ed anche alla fine della durata di 3 anni di Quota 100. Cosa ci aspetterà? Nella prossima manovra, Quota 100 ovvero quella misura pensionistica che da la possibilità di poter andare in pensione anticipatamente avendo compiuto 62 anni e maturato 38 anni di contributi non verrà abolita ma rimane ancora da capire se arriverà fino al 2021 oppure verrà fermata in anticipo. Cosa accadrà, dunque, ancora non si sa. A parlare in queste ore è stato il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta il quale ha spiegato come in queste ore dopo l’approvazione della manovra finanziaria si parlerà con i sindacati sul futuro della riforma delle pensioni.
Baretta nello specifico sembra aver detto: “Abbiamo deciso con i sindacati di aprire dopo la sessione di bilancio un confronto, per trovare da subito la soluzione da dare, tra un paio d’anni, alla conclusione della sperimentazione di quota cento”.Nel corso della presentazione della prima relazione annuale della Fondazione Enpaia, Baretta ha spiegato: “La mia propensione e’ per una forte accentuazione della flessibilita’ in uscita, che consenta a ciascuno – sulla base della propria personale valutazione – di scegliere, in liberta‘ e con consapevolezza, il proprio percorso previdenziale. Siamo chiamati a un ripensamento culturale e a un nuovo schema di priorità”.
Pensioni, ultime notizie
Su Quota 100 a parlare in queste ore è stato anche il parlamentare Antonio Boccuzzi del Pd. Quest’ultimo sulla sua pagina Facebook sembra abbia parlato della riforma pensioni ribadendo come a suo dire la cancellazione di Quota 100 sia sbagliata. “Ho già detto più volte nei giorni scorsi quanto il provvedimento non mi abbia convinto appieno. Non è la controriforma Fornero e non la supera di certo. Sostenere la cancellazione così come proposto in questi giorni è profondamente sbagliato. Bisogna studiare un po’ di più e fare quel salto di qualità che permette di essere meglio degli altri”.
Poi Boccuzzi aggiunge che se così con fosse, sarebbe tutta propaganda elettorale e nulla di più. Lo stesso spiega come uno dei punti su cui si è concentrato il dibattito è il costo. “Si è parlato di 20 miliardi. SBAGLIATO. In realtà erano stati stanziati dal precedente governo 20.988.000.000, ma il costo effettivo, secondo i dati dell’ INPS e quelli del MEF, nel triennio 2019/2021, relativamente alle domande presentate e poi accettate ammonta a 11.372.656.000. Con un risparmio di ben 9.615.342.000. Ricordatevelo quindi, quando proporrete emendamenti per cancellare il provvedimento. Ricordatevi che potreste creare una nuova categoria analoga agli esodati. E ricordatevi che più di un quarto di questi è priva di reddito”, ha dichiarato Boccuzzi.
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